Orto botanico, Napoli – Foto: Matilde Di Muro
Fantasiose interpretazioni artistiche della natura in dialogo con una ‘natura fantastica.’
Napoli, città dai mille volti che la sua storia millenaria ha provveduto a regalarci, tra vicoli, monumentali chiese, regge e splendidi musei, mostra, innanzitutto, la sua bellezza in rapporto alla natura dei luoghi in cui è inserita con lo splendido golfo su cui è elegantemente adagiata e il Vesuvio che le fa da sentinella.
Ma c’è un luogo che, nel cuore della città, ci permette di immergerci in una natura sorprendentemente rigogliosa: un vero e proprio angolo di paradiso.
Siamo in via Foria: la storica strada di Napoli che delimita, a nord, il nucleo antico della città collegando piazza Cavour con piazza Carlo III. Si tratta di un’arteria stradale importante e, per questo, sempre percorsa da serpentoni di auto e motorini, ma chi la percorre a piedi non può non accorgersi di un lungo e alto muro di cinta da cui spuntano alberi ad alto fusto: è il Real orto botanico di Napoli.
Una vera e propria oasi naturale di ben 12 ettari attraverso cui è possibile passeggiare ammirando più di 25.000 esemplari di piante, tra specie erbacee, arbustive e arboree, coltivate all’aperto e in ambienti condizionati e provenienti dalle diverse parti del mondo.
Orto botanico, Napoli – Foto: Matilde Di Muro
Piante dei deserti africani, americani, asiatici e australiani, rigogliose felci, palme, orchidee, ninfee, piante bulbose, piante aeree e agrumeti fanno di questo luogo uno dei maggiori orti botanici europei per importanza delle collezioni e per numero di specie coltivate.
Fu fondato da Giuseppe Bonaparte nel 1811, durante il decennio francese del Regno di Napoli, con finalità scientifiche, educative e tecniche e, per la sua realizzazione, furono impiegate le migliori risorse culturali dell’epoca.
Attraverso svariate vicissitudini, questo luogo, in più di due secoli di storia, ha subito varie modifiche ed ampliamenti arricchendosi di serre calde, temperate e fredde per una superficie di 5000 metri quadrati; di un Museo di Paleobotanica ed Etnobotanica, dove alcuni campioni fossili testimoniano l’evoluzione delle piante terrestri dalle origini sino ai giorni nostri; di un Erbario, che contiene un campionario di grande rilievo scientifico composto da più di 175.000 esemplari di specie vegetali; di una Carpospermateca, con frutti e semi, raccolti nell’orto e in altri ambienti naturali, oggetto di scambio con altri orti botanici del mondo al fine di tutelare e conservare le biodiversità, oltre ad una biblioteca e ad aule universitarie. Infatti oggi questo luogo, che è tra le più prestigiose istituzioni scientifiche dell’Italia meridionale, rientra tra le strutture dell’Università Federico II facendo parte della Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali. Una vera eccellenza nell’ambito della ricerca, della conservazione ma anche della didattica ed educazione ambientale, tant’è che sono attivi svariati percorsi didattici per le scuole di ogni ordine e grado, oltre ad ospitare manifestazioni ed eventi pubblici in relazione con biodiversità e natura.
È proprio in quest’ambito che si è appena svolto e concluso un evento espositivo dal titolo Genesi parallele: un progetto di ‘arte ambientale’ nato da un’idea dell’artista Gerardo Vangone, in collaborazione con l’artista Giovanni Mangiacapra, sostenuto da vari sponsor del mondo universitario ed imprenditoriale e in collaborazione con il corso di laurea in Design e disegno industriale dell’Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”. Ventiquattro tra artisti e designer sono stati invitati a realizzare delle libere installazioni site specific e poi collocate all’interno dell’Orto botanico di Napoli. Si è trattato di opere che, attraverso i diversi linguaggi propri dell’arte contemporanea e utilizzando svariati materiali, dal ferro al plexiglas, dal legno alla pittura, con stoffe, carte, arbusti o corde, hanno inteso entrare in connessione con la natura in maniera originale e visionaria.
Una delle opere in esposizione – Foto: Matilde Di Muro
Il rapporto della natura con l’arte e il suo potere dialogante ha, innegabilmente, radici ancestrali. L’uomo, attratto e affascinato dalla natura in cui è immerso e della quale è parte integrante, l’ha molto spesso imitata quasi per volerne comprendere e possedere leggi e segreti. Ma, in questo caso, non si è trattato di un’attività di mimesi: piuttosto parliamo di azione di dialogo attraverso fantastiche interpretazioni dando al visitatore dell’Orto botanico di Napoli una nuova chiave di lettura e possibilità di contemplazione di questo meraviglioso luogo naturale. A tal proposito il prof. e storico dell’arte Luca Palermo, nel testo di presentazione della mostra, ha così scritto: “gli artisti, proponendo il risultato della loro personale esperienza del luogo, contribuiscono a dare una nuova connotazione al luogo stesso; a loro volta gli spettatori vengono invitati a reinterpretare il luogo proprio in funzione delle opere e, al tempo stesso, a riconoscere, attraverso la lettura del luogo, il significato dell’opera stessa.”
Una delle opere in esposizione – Foto: Matilde Di Muro
Gli artisti che hanno realizzato le opere esposte sono: Isotta Bellomunno, Claudio Bozzaotra, Sergio Catalano, Giampaolo Cataudella, Ugo Cordasco, Anna Crescenzi, Rosa Cuccurullo, Gimmi Devastato, Sofia Ferraioli, Luciano Ferrara, Angelo Ferrucci, Giovanni La Morgese, Pietro Lista, Giovanni Mangiacapra, Michele Marchesano, Roberto Monte, Luigi Pagano, Telemacos Pateris, Felix Policastro, Rino Rinedda, Noemi Saltalamacchia, Alessandro Vangone, Gerardo Vangone.
Una delle opere in esposizione – Foto: Matilde Di Muro
L’allestimento, che è stato inaugurato lo scorso 23 giugno presso l’Aula magna dell’Orto botanico di Napoli ed è stato visitabile sino al 30 luglio, si è inserito nell’ambito dei festeggiamenti degli 800 anni dell’Università Federico II ed è stato descritto in un catalogo della casa editrice Vulcanica, con testi del professore Luca Palermo, ricercatore di Storia e arte contemporanea presso l’Università degli studi di Cassino e del Lazio meridionale, e della professoressa Maria Dolores Morelli, docente del Dipartimento di architettura e disegno industriale dell’Università Vanvitelli. Genesi parallele: un titolo accattivante che ha ben introdotto un evento interessante all’insegna della creazione in parallelo tra uomo, natura e arte in un luogo tanto affascinante e fortemente generante nella città di Napoli, sempre pronta a sorprenderci e dispensare bellezza a piene mani.