Facciata del Duomo e il restauro della lapide della famiglia di papa Innocenzo XII Pignatelli di Spinazzola – Foto (modificate) da comunicato stampa
Il 4 giugno scorso Friends of Naples Onlus ha illustrato con orgoglio i sette interventi effettuati nella maestosa Cattedrale di Napoli.
a cura di Mario Severino
I restauri della cattedrale di Napoli, monitorati dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, rappresentano un importante passo avanti nella conservazione e valorizzazione di uno dei simboli più emblematici della città. Essi hanno riguardato diverse parti dell’edificio, tra cui il portone di ingresso principale, il portone laterale e la cancellata delle Pigne su piazza Sisto Riario Sforza, oltre alla lapide della famiglia di papa Innocenzo XII Pignatelli di Spinazzola e all’epigrafe della famiglia Dentice di Frasso. La cura dedicata a queste opere testimonia l’attenzione e il rispetto per la storia e l’arte custodite nel Duomo.

Stemma sul portone principale – Foto: Mario Severino
Il prezioso apporto degli eredi nobiliari e del settore artigianale
Alberto Sifola, presidente di Friends of Naples, ha sottolineato l’importanza di preservare il lavoro dei predecessori: “È fondamentale che le future generazioni rispettino e continuino a tutelare questo patrimonio, grazie anche alle donazioni delle famiglie che hanno reso possibile tutto ciò”. In effetti, il restauro delle lapidi Pignatelli di Spinazzola e Dentice di Frasso è stato reso possibile grazie agli eredi di queste illustri famiglie, che hanno creduto nel valore della conservazione e nel ‘passaggio del testimone’ tra le generazioni.
Il lavoro in questione è stato affidato ad artigiani e restauratori di grande esperienza come Domenico Russo, appartenente a una storica famiglia di marmisti. Varie categorie sono state coinvolte con passione e dedizione non solo per recuperare un patrimonio prezioso, ma anche per sensibilizzare la città sull’importanza della conservazione artistica e storica.

Restauro della lapide della Famiglia Dentice del Pesce – Foto (modificata) da comunicato stampa
La cappella Capece Minutolo
Tra i restauri più significativi vi è sicuramente quello della cappella Capece Minutolo, un vero e proprio gioiello del patrimonio napoletano. Originariamente dedicata a San Pietro e facente parte dell’antica cattedrale di Santa Stefania, fu ampliata dall’arcivescovo Enrico Minutolo nel 1402 con la costruzione della tribuna che ospitò il monumento funebre del suddetto prelato nel 1405. La cappella, che si estende nell’area del transetto dell’attuale Duomo, è ricca di affreschi e cicli figurati di grande valore storico e artistico.

La Cappella Capece Minutolo – Foto (modificata) da comunicato stampa
Le pareti laterali sono adornate da pitture con motivi cosmateschi e ritratti della famiglia Minutolo, databili alla prima metà del Trecento. Inoltre, sono raffigurate scene di cavalieri e santi come Antonio da Padova, Caterina da Siena e San Nicola. La volta presenta rappresentazioni dei Dottori della Chiesa e di santi, mentre sulla parete frontale si trova il ciclo delle Scene della Passione di Cristo, considerato il capolavoro dell’intero monumento.
Il registro superiore vede invece affrescati in due teorie gli episodi delle Storie apostoliche, eseguiti tra il 1285 e il 1290 da Montano D’Arezzo, che costituiscono la testimonianza pittorica più antica della cappella. Questi affreschi, tra cui l’Ultima Cena, la Crocifissione e la Resurrezione, sono stati oggetto di restauro per garantirne la conservazione e la fruibilità.

Cappella Capece Minutolo – La ‘Crocifissione’ – Foto: Mario Severino
Il lavoro, durato oltre un anno, è stato caratterizzato da un’ottima sinergia tra le varie parti in gioco. L’unico elemento di disaccordo ha riguardato lo stemma del cardinale, apposto sul portone principale. L’associazione Friends of Naples e il Patronato gentilizio della Cappella Capece Minutolo avrebbero voluto ripristinarne i colori originali, ma, mancando evidenti tracce di pigmento, le linee guida delle sovrintendenze non hanno permesso questo intervento col timore di creare un falso storico. Si è pensato, dunque, di procedere in seguito con delle indagini più approfondite su di esso, finalizzate alla ricerca di tracce di blu, o con un restauro virtuale.
Un ‘investimento’ per il futuro di Napoli
Questa decisione evidenzia la complessità e le sfide riguardanti un monumento così ricco di storia e, in questo senso, la collaborazione tra istituzioni, famiglie e artigiani locali è stata fondamentale per realizzare al meglio tali restauri. Il messaggio che si desidera trasmettere è chiaro: la cura e la valorizzazione del patrimonio artistico sono un investimento per il futuro della città e delle sue tradizioni. Il Duomodi Napoli, con i suoi tesori restaurati, si conferma come un luogo di fede, di cultura e di storia, pronto ad accogliere le nuove generazioni con il suo splendore rinnovato.

Un momento della conferenza stampa nella Cappella Capece Minutolo – Foto (modificata) da comunicato stampa