Giuseppe Pirozzi – Foto: Paola Germana Martusciello
Inaugurata L’atelier dello scultore, la personale dell’artista napoletano vistabile fino al 6 gennaio nell’incantevole scenografia del Museo e Real Bosco di Capodimonte.
Il titolo della mostra dedicata al maestro Giuseppe Pirozzi, L’atelier dello scultore, spinge chiunque lo comprenda, attraverso un coinvolgimento particolare, ad essere introdotto in un silenzioso spazio carico di molteplici dinamiche in cui nascono corrispondenze inaspettate. In questo luogo, che presenta lo svolgimento dei codici sacri del “fare”, l’artista si lascia attraversare dalle percezioni emotive che scaturiscono dagli sguardi dei visitatori, per abbandonarsi ad un poetico ritorno visivo. Infatti, è proprio nell’atelier dell’artista, in questo spazio carico di energie vitali e di gesti creativi, in sì fatto archivio denso di materiali e pensieri, laboratorio ed esclusiva vetrina, ma anche officina segreta, il luogo dove insieme si mescolano sia le energie produttive che le intimità privilegiate, da cui si sprigionano anche le tensioni contraddittorie. Il maestro, con un atto immaginario, consegna, dunque, al di fuori di esso, tutto ciò che non rientra nelle sottili logiche del processo artistico: sovrastrutture, dispute religiose e prospettive storiche, per mettere a nudo completamente la sua anima. In questo affascinante scenario che richiama anche, per certi aspetti, il sistema originario della rappresentazione teatrale, lo spettatore si sente assorbito completamente da un universo poetico percorso dalle scansioni temporali della memoria.
Giuseppe Pirozzi, ‘Human’ (1960) – ‘Danza spezzata’ (1959) – Foto: Paola Germana Martusciello
Il racconto della vita artistica di Giuseppe Pirozzi (classe 1934), uno dei grandi maestri della scultura del secondo novecento italiano, ma soprattutto del territorio partenopeo, di cui diventa uno dei profili salienti, si snoda attraverso le tappe di un percorso che è segnato, fin dai primi esordi giovanili, da un fuoco creativo ricco di idee e progetti originali, accompagnato da una profonda passione del “fare” che si determina subito come urgenza. All’inizio della sua attività si struttura, nelle sue opere, una impronta nettamente figurativa cui subentra, dagli anni ’60, il linguaggio informale, con la sperimentazione e l’uso di nuovi materiali come il cemento, l’amianto e il piombo. Nel 1960 ottiene la cattedra di Plastica al Liceo Artistico di Napoli e nel 1964 diviene docente dell’Accademia di Belle Arti di Napoli dove insegna fino al 2001. Alla metà del decennio riemerge l’elemento figurativo e dagli anni ’70 prende avvio la produzione di piccole sculture-gioiello. Espone in rassegne d’arte e mostre personali in musei nazionali ed internazionali con importanti riconoscimenti. Le tracce che segnano i momenti significativi dell’arte di Giuseppe Pirozzi, incentrate sullo svolgimento di intense fasi di produttività, si rivelano costellate da solide ricerche, accompagnate da studi che prediligono applicazioni sofisticate sulle tecniche della fusione a cera persa e sull’utilizzo di materiali anche plasmabili come creta e terrecotte.
Giuseppe Pirozzi, ‘Terrecotte’ – Foto: Paola Germana Martusciello
In questa interessante personale dell’artista, le opere si strutturano come pagine di letture silenziose, determinandosi attraverso intimistici approcci visivi racchiusi in memorie personali e collettive. Manufatti, dunque, le cui elaborazioni formali esprimono il loro “ductus”, che viene a condensarsi in quel segno distintivo riconoscibile per la qualità espressiva ricca di tensioni liriche; narrano di sperimentazioni, acquisizioni consapevoli di metodo e tecniche sviluppate con l’utilizzo di materiali diversi: bronzo, creta, argento, terracotta, piombo, ma anche gesso. Infatti, le sculture sembrano relazionare, come un diario di bordo, i cambiamenti di rotta che il maestro attraversa, per raggiungere nuovi linguaggi ma, soprattutto, esprimono le riflessioni estetiche di un uomo/artista volto a superare gli esiti di una scultura tradizionale. Tutto questo, ed ancora molto altro, è la mostra del maestro Giuseppe Pirozzi, accolta negli spazi del Cellaio, uno dei sette edifici storici situati nel Real Bosco di Capodimonte. Una vetrina di prestigio, luogo molto sofisticato e carico di memorie storiche, dalle strutture ad archi, le cui pareti un po’ grezze sono lì per ricordare la semplicità delle forme originarie, rivestite di un bianco nitido per ben accogliere e riflettere i bagliori che naturalmente si sprigionano dai materiali come il metallo.
Due opere donate da Giuseppe Pirozzi al Museo e Real Bosco di Capodimonte durante l’inaugurazione della mostra – Foto: Paola Germana Martusciello
Uno spazio che, indubbiamente, invita ad aperture indirizzate a stabilire un dialogo tra il pubblico e l’artista, un incontro a cui non sfugge l’aggancio tra ciò che può essere e ciò che è nella logica sottilissima di un possibile divenire, in cui la “forma” trova un suo preciso significato nella materia che, trasformata dal processo artistico, attraverso la téchne (τέχνη) diviene pura bellezza. Le opere del maestro, con le loro fisionomie diverse, occupano lo spazio circostante misurandone le distanze in una immaginaria traiettoria grazie all’utilizzo di profili segnici verticalizzanti che sprigionano moti ascensionali, elargendo una sorta di lirismo. Pirozzi, nelle sue straordinarie elaborazioni, utilizza spesso anche forme geometriche, quadrati o rettangoli in cui sono inseriti tasselli di un mosaico, schegge segniche, rappresentative di memorie personali, solitudini esistenziali, numeri kabalistici: una vera e propria ricerca tridimensionale, non solo di gusto estetico, ma anche intimistico, come lo stesso maestro afferma più volte nel corso delle innumerevoli domande poste dai giornalisti durante l’inaugurazione: “la scultura è ricerca.” Osservando con attenzione, il visitatore non può fare a meno di accorgersi, nell’esecuzione dei soggetti, che in alcuni casi l’artista scolpisce ispirandosi alla natura attraverso l’elaborazione di elementi vegetali, che spesso ricorrono, con il fine di vincere l’artificio contenuto nel loro stesso processo creativo. Nell’officina del maestro Pirozzi si affacciano una moltitudine di opere, circa 80, esse si muovono in un tempo in cui non è presente alcuna caratteristica di storicità, ma che è rappresentativo, invece, di intuizioni volte a restituire il senso dell’immobilità.
Giuseppe Pirozzi, ‘Tre tempi’ (1979/2018) – Foto: Paola Germana Martusciello
Infatti, le opere dello scultore risultano essere evocative di apparati di pensiero ispirati ai temi dell’eterno, alla incorruttibilità della materia stessa, ormai resa pura dal processo creativo. D’altra parte è proprio nel bronzo, negli spazi più reconditi, in quelle curve che nascondono anfratti misteriosi, dove Pirozzi sosta con le sue esplorazioni per riformulare gli interrogativi esistenziali. In questo senso, d’altra parte, si viene a determinare il processo alchemico, un’apertura che racchiude lo svelamento dei segreti della materia, in cui è presente un respiro vitale, la cui forza è segretamente contenuta nella indiscutibile dialettica tra le polarità esistenziali della legge degli opposti: luce ed ombra ma, soprattutto, la vita e la morte.
Paola Germana Martusciello.
Bel reportage di Paola Martusciello. Soprattutto per me che non ho avuto ancora occasione di visitare la mostra. Ci arriverò… preparatissimo!
Sempre molto interessanti gli interventi della prof Martusciello: un’ immersione nelle opere dello scultore Pirozzi da visitare assolutamente nel Cellaio del sito di Capodimonte per comprenderne appieno la forza espressiva.
Come sempre articolo interessante, per me che non ho visto la mostra una rappresentazione dettagliata molto fruibile. Un grazie alla professoressa Martusciello.
Grazie per i continui aggiornamenti sulle mostre di rilevanti artisti nel contesto ambientale in cui viviamo!
Articolo molto interessante e dettagliato lascia spazio all immaginazione e incuriosisce tanto da andarla a visitare .. molto brava l autrice .. complimenti
Ottimo ed esauriente articolo.
Questi articoli sono davvero preziosi!
Moto interessante!
Articolo interessante e belle foto.
Un articolo veramente esaustivo, grazie Paola Martusciello!!
Articolo come sempre molto interessante ed esaustivo! Foto a corredo semplicemente stupende !
Grande mostra molto ben rendicontata nei suoi risvolti artistici e culturali dalla Storica dell’Arte Paola Germana Martusciello.
Ottime anche le foto.
“spazio carico di energie vitali e di gesti creativi” […] “ma anche officina segreta”. Che dire Paola, ottimo articolo, bella e coerente esposizione.
Una grande opportunità per conoscere la storia del artista e la sua arte. Grazie per l’articolo prof. Paola Martusciello per condividere con chi non potrà essere presente informazioni preziose di questa bellissima mostra.
Anche se nn mi è stato possibile andare di persona attraverso la dettagliata spiegazione della dottoressa Martusciello ne ho colto tutta la bellezza artistica di Pirozzi del suo mutamento negli anni nel suo sperimentare nuove materie possibilità datomi anche attraverso le foto eloquenti della dottoressa Martusciello
Navigazione perfetta nella lettura delle opere del maestro Pirozzi.
La Martusciello decodifica in maniera raffinata il fare scultura.
La prof.ssa Paola Germana Martusciello, sempre attiva nel dibattito artistico, ci accompagna verso l’orizzonte del maestro G. Pirozzi attraverso la mostra accolta negli spazi del Cellaio ( Real Bosco di Capodimonte). Protagonista e’ la materia che accompagna il linguaggio espressivo. Con le sue foto, Paola ci induce a cogliere il significato trascendentale del vissuto umano presenti nelle sculture del maestro Pirozzi.
Non conoscevo ne’ Pirozzi, né la sua mostra, ma l’articolo di Paola Martusciello mi ha fatto venir voglia di andare a vedere le sue opere.
La mostra dello scultore Giuseppe Pirozzi si inserisce nella splendida cornice del Real Bosco di Capodimonte. Una nuova grande emozione per l’opera altamente meritoria di questo grande Maestro. Per noi napoletani è un onore grandissimo ed una occasione importante per condividere la professionalità, lo spessore del lavoro artistico, la profondità dei sentimenti dell’autore. Opere scultore realizzate con materiali diversi da cui traspare biografia, religione, memoria, alchimia, dolcezza. Non solo bronzi, ma anche creta, terracotta, argento: come non emozionarsi? Grazie Maestro e grazie alla nostra professoressa Paola Germana Martusciello
Un apprezzamento all’articolo in cui la professoressa Paola Martusciello ha saputo rappresentare al meglio l’arte di Giuseppe Pirozzi
attraverso un tracciato antologico che evidenzia l’evoluzione delle forme delle tecniche e dei linguaggi utilizzati dall’autore.
articolo brillantemente scritto con un suo stile inconfondibile complimenti
Come sempre Paola Martusciello ci regala un reportage completo e perfetto che invita tutti a visitare la mostra dell’artista. Grazie.
Gran bell’articolo di Paola Germana Martusciello, come sempre, su questo grande maestro e le sue opere. Ho avuto la fortuna di conoscere Giuseppe Pirozzi quando frequentavo, diciamo qualche anno fa, l’Accademia di Belle Arti, e poi di esserne diventato amico. Già allora, giovane professore, trasmetteva un carisma espressivo, nell’arte, che travalicava la mera missione di docente, galvanizzando non poco i suoi studenti, e non solo, insieme ad una umanissima disponibilità.
Paola Martusciello, in questo articolo, dimostra di averne colto appieno lo spirito e l’essenza creativa che per me, va oltre il segno visibile e tangibile, celando futuribili spunti esoterici nel dare forma alla materia.
Il luogo scelto, per questa importante ed imperdibile mostra, credo che sia stata la più coerente, e grande iniziativa, per dare la giusta ed adeguata cornice ad opere così significative e capolavori dell’arte del grande Pirozzi.
Per un contrattempo, e con rammarico, non sono riuscito a presenziare all’inaugurazione, ma la descrizione, precisa e puntualmente ricca, della Martusciello, corredata come sempre dal bel report fotografico, ha compensato questa mia assenza, ma solo in parte perché non aver incontrato Giuseppe non è compensabile e, per questo, cercherò di visitare la mostra in concomitanza di una sua presenza per il piacere di rivederlo.
Dunque, un plauso alla Professoressa Paola Martusciello ed alla Rivista Naos per la sua pregiata opera divulgativa dell’arte e del bello.
Interessante articolo di Paola Martusciello sull’artista napoletano Giuseppe Pirozzi in esposizione antologica presso il Museo e Real Bosco di Capodimonte. Allo scultore, tra i protagonisti della seconda metà del novecento, è dedicato la mostra di ottanta opere che percorrono il suo itinerario artistico di cui l’articolo ne evidenzia, in modo esaustivo, la sua ricerca plastica con i vari materiali utilizzati da Pirozzi.
Grazie a Paola Germana Martusciello per questo interessante e sensibile contributo critico sulla mia scultura, ora in mostra al Museo e Real Bosco di Capodimonte
Grazie Paola, per aver saputo cogliere l’essenza dell’opera nella sua storica evoluzione
Ottimo excursus sulle opere dello scultore che spazia con la stessa competenza e arte tra vari materiali. Le belle foto completano l’articolo spingendo il lettore ad ampliare la conoscenza sul Maestro Pirozzi. Un grazie a Paola Martusciello che ci propone con perizia gli avvenimenti artistici della nostra città e non solo.
Sempre puntuale, precisa e profonda nei suoi articoli la prof. Paola Martusciello.E’ proprio un viaggio meraviglioso, interessante e istruttivo, sia artistico che storico, la navigazione nell’arte del Maestro Giuseppe Pirozzi.
Lo stile di scrittura della dott Paola martusciello , agile , sintetico ma molto evocativo degli stati interiori, ci porta nella dimensione estetica dell’arte .
Interessante scoprire nuovi artisti,spero di poter vedere le opere da vicino perché il reportage mi ha incuriosito.
Brava Paola Germana Martusciello, Pirozzi è veramente come da da titolazione “artista napoletano vistabile”. Assegno a vista, senza scadenza. A Presto.
Grazie alla professoressa Martusciello per questo prezioso reportage, che fa “sentire” il rapporto di Pirozzi con la materia delle sue sculture. Ricordo diversi anni fa la mostra tenutasi a Castel Sant’Elmo, con l’esposizione delle sue terrecotte abbinate al metallo, molto impressionanti. Andremo a Capodimonte al più presto: fra l’altro il Cellaio è uno spazio ideale per una mostra di sculture (vedi Emblema o le ceramiche di Calatrava).
Complimenti per la scrittura armonica, chiara e precisa. Articolo interessante, come sempre, della Prof. Paola Germana Martusciello.
Bellissimo questo articolo scritto con grande cura ma anche e soprattutto con grande professionalità…. complimenti alla dottoressa Paola Martusciello
Meraviglioso articolo! Un’immersione nella meravigliosa poetica e nella storia del grande maestro Pirozzi!
Articolo esaustivo sotto ogni profilo. Viene voglia di visitare la mostra! Complimenti Dott.ssa Paola Martusciello