Green Sky – Foto: Menandros Manousakis
C’è sempre più consapevolezza sull’importanza della tutela dell’ambiente anche (e soprattutto) per le generazioni future.
Sul piano interno e internazionale sono stati fatti numerosi passi avanti nella tutela dell’ambiente: l’ultima riforma si proietta verso le generazioni future.
Senza troppo clamore mediatico, non molto tempo fa è passata la riforma (legge n. 1/2022) che inserisce nella Costituzione, tra i princìpi fondamentali, la tutela dell’ambiente per le future generazioni, accanto alla tutela del paesaggio (all’art. 9).
È stato inoltre previsto che l’iniziativa economica privata, garantita dall’articolo 41 della Costituzione, non possa svolgersi in contrasto con la salute pubblica e con l’ambiente e che possa essere indirizzata e coordinata anche “a fini ambientali”. Originariamente, nel novero dei princìpi generali del testo costituzionale, non c’era un riferimento esplicito all’ambiente; tuttavia la giurisprudenza, attraverso il richiamo al concetto di paesaggio e appellandosi al diritto alla salute contenuto nell’articolo 32 nell’accezione di comprendere nella norma anche l’ambiente salubre, nei fatti ricostruiva in via interpretativa un quadro normativo più ampio rispetto a quello che appariva sulla carta. L’innovazione apportata dalla riforma sta nello svincolare il concetto di ambiente da quello di paesaggio e bellezza paesaggistica, e di agganciarlo ad una nozione che ricomprende l’habitat naturale e l’ecosistema nel suo insieme. La conseguenza è che l’ambiente viene considerato un concetto autonomo e scollegato dalla mera fruizione umana delle sue risorse ed è, dunque, valutato come un centro di interessi di fondamentale importanza, la cui preservazione è strettamente collegata alla tutela delle generazioni future.
The Land and the Trees – Foto: Menandros Manousakis
La riforma, nata a seguito della crisi pandemica, trova le sue radici nella spinta europea del Next Generation EU. Dopo l’approvazione di questo piano di ripresa europeo, l’interesse ambientale è divenuto un criterio prevalente da bilanciare con tutti gli altri interessi in gioco. Ciò significa che, nel momento in cui in una situazione vengono alla luce interessi di matrice diversa e talvolta divergente, la tutela dell’ambiente deve essere considerata in via primaria.
Questo è dovuto all’esigenza, sia di stampo internazionale che comunitaria, di creare nel più breve tempo possibile un modello economico orientato alla sostenibilità. Anche sul piano internazionale negli ultimi decenni si è affermata la necessità di coordinare le esigenze connesse alla tutela dell’ambiente con l’operato delle imprese. La Comunità europea, con la previsione del Green Deal, ha creato il pilastro su cui si è sviluppato il centro normativo delle ESG e della CS3D.
Le ESG (Environmental Social Governance) sono dei criteri riferiti a fattori ambientali ai quali le aziende si devono attenere; in particolar modo nei settori degli investimenti e dell’industria, le ESG dettano una vera e propria linea di condotta affinché siano sostenibili.
A questo si affianca la due diligence, ovvero i doveri di correttezza e diligenza di coloro che operano nel settore delle industrie e degli investimenti, e la Corporate Sustenability Due Diligence Directive (CS3D), ovvero una normativa che prevede che determinate aziende, particolarmente rilevanti, attivino meccanismi di verifica e mitigazione finalizzati al rispetto dei diritti umani.
La due diligence, se pur non è un meccanismo perfetto, è estesa a cascata a tutta la filiera di produzione, per cui tutte le società collegate all’azienda madre devono assicurare il rispetto degli obblighi imposti dalla normativa.
…and Caution to the Fire – Foto: Menandros Manousakis
Anche le aziende che operano al di fuori della Comunità europea devono uniformarsi a questi standard in un periodo fissato tra il 2027 e il 2029; la legge, inoltre, prevede una sanzione economica che colpisce fino al 5% del fatturato generale dell’azienda in caso di inosservanza dei parametri imposti. Allo stato dei fatti, sia sul piano interno che su quello comunitario e internazionale, la tutela dell’ambiente nell’interesse delle future generazioni è diventato un parametro essenziale attraverso cui valutare sia gli interventi pubblici che privati. La riforma del testo costituzionale contribuisce, quindi, a creare una situazione giuridica rilevante che rappresenta a tutti gli effetti un nucleo centrale per tutelare i diritti di chi già c’è e di chi ci sarà.