Sarcofago delle Amazzoni – Da Tarquinia (provincia di Viterbo) – Alabastro calcareo – Metà del IV secolo a.C. – Museo Archeologico di Firenze – Foto: Angelo Zito
Rinvenuto il 21 settembre 1869 a Tarquinia (Viterbo), nella necropoli di Monterozzi (scavi di Giuseppe Bruschi), e destinato dal governo Sabaudo al Regio Museo Archeologico di Firenze, che lo acquisì il 5 dicembre 1872. Sarcofago architettonico, con coperchio a tetto idealmente sorretto dai quattro pilastri angolari solo dipinti, scolpito in alabastro calcareo (stessa pietra, ma due blocchi diversi) e decorato a tempera su un sottile strato di stucco (con incisioni preparatorie e linee grigie tracciate a pennello). Sui quattro lati, combattimento tra le Amazzoni (per lo più a cavallo o su quadrighe) e i Greci: venticinque combattenti le cui sorti rimangono ancora indecise (stesso numero di caduti in ciascuno schieramento). Sul coperchio, a rilievo, il mito di Atteone sbranato dai cani, tra acroteri a testa femminile. Probabilmente prodotto greco, arrivato in Etruria allo stadio semilavorato e completato, forse nella stessa Tarquinia, da uno scultore etrusco e da almeno due diversi pittori apuli, verosimilmente di ambito tarantino. Sul coperchio è accuratamente incisa, da destra a sinistra, l’epigrafe della defunta: Ramtha Huzcnai thui ati nacnva Larthial – Apaiatrus zileteraias.
Poiché la volta della tomba col tempo crollò e l’iscrizione sul coperchio non dovette essere più visibile perché rimasta nascosta sotto i blocchi di tufo, una persona diversa incise nuovamente l’epigrafe sulla cassa, con leggere varianti (perché probabilmente redatta a memoria), da destra a sinistra e al di sopra delle pitture: Ramtha Huzcnai thui cesu ati nacna Larthial Apiatrus zil eterais (Ramtha Huzcnai giace qui, nonna di Larth Apaiatru, magistrato della classe degli Etera)
Il Sarcofago delle Amazzoni è un rarissimo esempio di pittura a tempera su marmo, con colori di natura minerale e organica, risalente alla metà del IV sec. a.C. (fonte didascalia museo)