La barca Italia ormeggiata al Molosiglio presso la Lega Navale Italiana di Napoli

In novembre, presso la Lega Navale di Napoli al Molosiglio, la redazione di Naòs ha incontrato Antonio Sisimbro, armatore della barca Italia, e suo nipote Carlo Franzoni che lo aiuta nella manutenzione di questa imbarcazione riconosciuta come ‘bene storico dell’Italia’ e sottoposta alla tutela del Ministero dei Beni Culturali. A tal proposito ci sembra giusto evidenziare che Antonio, per la manutenzione di questa imbarcazione, non beneficia di alcun aiuto né pratico tantomeno economico da parte delle istituzioni, e anche chi non appartiene al mondo del mare può facilmente comprendere quali siano i costi per la conservazione di una barca a vela secolare di 8 metri. A breve, infatti, la barca Italia sarà rimessata presso un cantiere specializzato in questo tipo di manutenzione, in quanto bisognosa di interventi in più parti dello scafo e non solo, e i costi saranno tutti a carico di Antonio e della sua famiglia. Naòs seguirà le varie fasi di questo ‘restauro’, da quando uscirà dal mare fino a quando le sue vele si spiegheranno di nuovo al vento, rendendo, così, partecipi tutti i nostri lettori del rimessaggio di una barca a vela storica.

Durante l’incontro con Antonio, che potete vedere nella video-intervista sul nostro canale YouTube, l’armatore, con l’ausilio del nipote Carlo, ha rievocato i fasti della prima imbarcazione italiana a vincere le Olimpiadi. Si tratta di una vicenda sconosciuta ai più e sulla quale incombe l’ombra di quella che, con ogni probabilità, è la più oscura pagina della storia contemporanea: siamo nel 1936, a Berlino. La designazione della capitale tedesca come ospitante delle Olimpiadi risaliva alla Repubblica di Weimar e nonostante i molteplici tentativi di dirottare l’evento ad opera di numerose federazioni nazionali partecipanti, si risolse (non senza ulteriori boicottaggi che contemplarono persino delle anti-Olimpiadi quali, ad esempio, quelle tenutesi in Spagna nello stesso anno) per affidare l’organizzazione del prestigioso evento sportivo al Terzo Reich. L’ Olimpiade del 1936 – tristemente passata alla storia con l’epiteto di “Olimpiade Nazista” – fu un’occasione eccellente per il ministero della cultura hitleriano di forgiare agli occhi del mondo il profilo di una Germania nuova, tecnologicamente avanzata e in tutto corrispondente alla ideologia superomistica che dominava il regime. Tornando alla barca Italia, questa è stata progettata appositamente da Attilio Costaguta per la partecipazione della nazionale italiana alla competizione di vela; il progettista realizzò una barca media, straordinaria camminatrice in venti medio-leggeri, che doveva apparire, nei suoi 8 metri, una sorta di prodigio tecnico. A guidare l’equipaggio durante le prove olimpiche nelle acque di Kiel, fu Leone Giovanni Reggio, timoniere genovese. Di tutte le imbarcazioni partecipanti Italia fu l’unica a giungere al traguardo con lo spinnaker su, ma la sua non fu una vittoria dall’esito immediato: è stato un reclamo, e la conseguente revisione delle prove fotografiche (disposte dalla celebre regista Leni Riefenstahl) a determinare il primo posto dell’imbarcazione. Italia, oggi bene storico, dopo la vittoria ha solcato mari e ormeggiato per lungo tempo e in molte acque prima di giungere a Napoli, al porticciolo del Molosiglio, dove oggi riposa: è il tempo in cui Antonio, canoista negli anni ‘60, si invaghì della barca e per quasi un ventennio ne ha desiderato il possesso, fino al 1980, anno in cui la famiglia Di Leva, proprietaria della barca allora ormeggiata a Sorrento, cedette a una delle numerose proposte d’acquisto di Antonio. Di lì a poco, il terremoto che terrorizzò il mezzogiorno mise a grande rischio la barca appena acquistata dal signor Sisimbro: è il nipote Carlo a raccontarci, nella video-intervista, come, per uno stranissimo caso del destino, Italia non fu distrutta come tutte le altre barche ormeggiate presso lo stesso molo, e di come, in un’altra occasione, fu salvata da una terribile mareggiata che colpì Napoli, grazie ad un’impresa che si può definire ‘folle’. Clicca su questo link per vedere la video-intervista.

La barca Italia ormeggiata al Molosiglio presso la Lega Navale Italiana di Napoli

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