La locandina dell’evento – Foto: Giulietta Vizzotto
Presso la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e contemporanea di Torino – è in corso fino al 9 marzo la mostra Berthe Morisot Pittrice impressionista.
a cura di Giulietta Vizzotto
Berthe Marie Pauline Morisot nasce a Bourges il 14 gennaio del 1841. La sua famiglia appartiene all’alta borghesia francese. Il padre, Triburce Morisot, è un benestante funzionario locale e con la moglie Cornélie Fournier asseconda da subito il suo talento innato per l’arte, che è inevitabilmente presente nei suoi geni, in quanto la ragazza discende da un famoso pittore rococò: Jean-Honore’ Fragonard (1732-1806).

Adèle d’Affry, ‘Ritratto di Berthe Morisot’ (1875) – Olio su tela – Foto: Giulietta Vizzotto
Un talento precoce, sviluppatosi tra difficoltà e pregiudizi
Il suo interesse per questa forma espressiva, nato nell’adolescenza, viene ulteriormente coltivato a Parigi, dove la famiglia si trasferisce nel 1855. Qui inizia a studiare e copiare i capolavori esposti al Louvre, incontrando e conoscendo molti altri artisti che stanno compiendo gli stessi studi. Nel 1860 inizia a seguire lezioni con Jean Baptiste-Camille Corot e sin da subito il suo percorso professionale risulta difficile a causa dei pregiudizi nei confronti delle donne artiste di quel periodo. Avrebbe infatti dovuto proseguire gli studi frequentando l’Ecole des Beaux-Arts a Parigi, ma le donne non vi erano ammesse.
Nonostante le difficoltà Berthe ha sempre il pieno sostegno della sua famiglia, che asseconda anche l’inclinazione artistica della sorella maggiore Edma, diventata a sua volta pittrice.
Un altro artista che le farà da tutore è Joseph Guichard (1806-1880). Nel 1864 espone la sua prima opera al Salon di Parigi, vetrina ideale per farsi un nome e ottenere fama e clienti. Morisot vi parteciperà anche negli anni a seguire, ma riceverà sempre molte critiche dalla società francese dell’epoca, che considerava disdicevole il fatto che una donna intraprendesse la carriera di pittrice.
La storia artistica della Morisot si intreccia a quella dei fratelli Manet: è infatti lei il soggetto ritratto in ben undici opere di Edouard (1832-1883), che incontra per la prima volta al Louvre nel 1868. Berthe impara da Manet e, forse, anche Manet da lei, ma la pittrice non accetterà mai un ruolo secondario nel loro rapporto professionale.

Berthe Morisot, ‘Eugène Manet e sua figlia nel giardino di Bougival’ (1881) – Olio su tela – Foto: Giulietta Vizzotto
Non è chiara la reale natura della loro relazione, potrebbero essere stati anche più di amici, ma sicuramente le cose cambiano quando il 22 dicembre 1874 Berthe sposa Eugene (1833-1892), fratello di Manet e anche lui pittore. Da quest’unione nasce nel 1878 Julie, che verrà ritratta molte volte dalla madre.

Berthe Morisot, ‘Autoritratto con la figlia davanti a una finestra’ (1887) – Olio su tela – Foto: Giulietta Vizzotto
Alla morte del marito Eugène Manet nel 1892, la sua salute peggiora progressivamente; va a vivere con la figlia e continua a dipingere quando le è possibile. Muore improvvisamente di polmonite a Parigi il 2 marzo 1895 e, a riprova di tutti i pregiudizi con cui dovette combattere in tutta la sua carriera, sul certificato di morte, sotto la voce “professione”, fu scritto “nessuna”. Alla sua morte gli amici Renoir, Degas e Monet organizzarono una mostra con tutte le opere della pittrice che considerarono sempre pari a loro nella battaglia per cambiare il mondo dell’arte per sempre.

Berthe Morisot, ‘Eugène Manet all’isola di Wight’ (1875) – Olio su tela – Foto: Giulietta Vizzotto
La grande fama post mortem
La Morisot è stata una delle poche pittrici di successo e questo ha aperto la strada ad altre artiste che hanno così potuto trovare meno ostacoli nel loro percorso di formazione: infatti dal 1897 l’Ecole des Beaux-Arts di Parigi inizierà ad accettare anche le donne. La sua fama, svanita nel corso del mezzo secolo successivo, è tornata alla ribalta solo grazie a storiche dell’arte femministe, che l’hanno giustamente ricollocata nel pantheon dei grandi pittori impressionisti. Il carattere distintivo delle opere della Morisot è rappresentato da pennellate rapide e fluide che catturano l’effetto fugace della luce naturale e dell’ambiente circostante prediligendo tonalità delicate e luminose. La pittrice, inoltre, si rivela molto abile a rendere la morbidezza e la trasparenza dei tessuti.

Berthe Morisot, ‘Paesaggio’ (1882) – Olio su tela – Foto: Giulietta Vizzotto
I suoi ritratti di persone, spesso della sua stessa famiglia e dei suoi amici, trasmettono una sensazione di intimità e di vita quotidiana che è tipica dell’impressionismo. Innovativo il suo modo di rappresentare la femminilità e la vita domestica, offrendo uno sguardo riflessivo sulla condizione delle donne e sulla loro esperienza interiore. Il suo stile, caratterizzato da una tecnica virtuosa e innovativa, mostra anche una profonda sensibilità umana e una capacità di esplorare le sfumature psicologiche dei suoi soggetti, rendendo le sue opere non solo belle ma anche ricche di significato.
L’esposizione presso la GAM inizia con un display realizzato da Stefano Arienti, artista italiano tra i più riconosciuti, che si inserisce all’interno di un progetto concepito da Chiara Bertola, direttrice della GAM, intitolato l’Intruso.

Stefano Arienti, ‘Berthe Morisot su un sofà, da Eduard Manet’ (2024) – Cera pongo su poster montato su pannello – Foto: Giulietta Vizzotto
L’Intruso, in questa mostra, è proprio Stefano Arienti che interviene lungo tutto il percorso espositivo per evocare l’atmosfera domestica dei soggetti proposti dagli impressionisti, rivestendo le pareti di carta da parati e di nastri di organza a righe o fiori. Inoltre, sono collocati nelle sale espositive dettagli d’arredo tipici dell’epoca, come un pianoforte, un attaccapanni e una bacheca con la frutta di Francesco Garnier Valletti, proveniente dal Museo della frutta di Torino. All’ingresso della mostra trovano posto alcune sue opere, I quadri di pongo, realizzati su immagini di opere di celebri impressionisti. La mostra è organizzata e promossa da Fondazione Torino Musei, GAM Torino e 24ORE Cultura-Gruppo 24ORE, curata da Maria Teresa Benedetti e Giulia Perin con il sostegno del Musée Marmottan Monet di Parigi, che ospita la più grande raccolta di opere di Berthe Morisot, e dello sponsor BPER Banca.
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