Kandinsky – primo acquerello astratto – Licenza Flickr
Esistono capolavori dell’arte che sono eternamente ‘luce’, sembrano essere stati creati apposta affinché l’uomo, in ogni tempo, possa leggere dentro e fuori di sé ed essere aiutato a comprendere e a riorientare il proprio cammino. Penso a tutte le forme d’arte in quanto ugualmente espressione dell’animo umano: musica, architettura, pittura, scultura, poesia e letteratura, danza, recitazione. Alcune creazioni sono vere e proprie ‘visioni’ e ‘profezie’; queste mie riflessioni muovono dalla personale rilettura di un testo che è letteratura ma che tratta di tutte le forme d’arte: Lo spirituale nell’arte di Vasilij Kandinskij.
Si tratta di un piccolo libricino scritto nel 1910 da colui che è da tutti considerato come il precursore e fondatore della pittura astratta, in cui si può comprendere lo stretto legame tra arte e spiritualità all’interno della grande esperienza umana.
Le teorie espresse vanno chiaramente inquadrate nell’epoca in cui l’artista è vissuto e ha operato: siamo agli albori del Novecento, alle porte della Grande Guerra e in un momento in cui l’arte aveva perso quelle caratteristiche di celebrazione storica e di elemento educativo che l’avevano distinta per millenni. Era anche il tempo in cui si avvertiva un bisogno imperante di riscatto dal materialismo per dirigersi verso quella svolta spirituale che Kandinskij auspica e che lo guiderà verso la rivoluzione astrattista.
Mi sembra anche importante porre l’accento sul fatto che l’artista inizia la sua attività culturale a Mosca, sua città natale, nel campo dell’economia e della giurisprudenza, prima di entrare in contatto con l’arte a Monaco, iniziare a dipingere, conoscere l’anti-accademismo delle Secessioni, i Fauves e tutti i più grandi artisti del momento. È come se Kandinskij, prima di approdare al rivoluzionario linguaggio astratto che sembra essere tanto fuori dalla realtà, abbia sperimentato lo smarrimento e una profonda ricerca di senso proprio in quella realtà in cui era immerso. Comunque sia, nel 1910 dalla mano di questo artista nascono contemporaneamente la prima opera pittorica astratta, Primo Acquerello astratto, e il breve testo Lo spirituale nell’arte: due forme di linguaggio, verbale e non, per una rivoluzione di pensiero.
Questo piccolo libro, dapprima rifiutato dagli editori e poi promosso da un successo dirompente, esordisce dicendo: “Ogni opera d’arte è figlia del suo tempo e spesso è madre dei nostri sentimenti”. È un’affermazione quantomeno illuminante perché sancisce un grande legame filiale tra arte e sentimenti. Secondo Kandinskij l’arte è una componente fondamentale di quella vita spirituale di cui tutta l’umanità è affamata e l’artista è un privilegiato in quanto capace di esprimere liberamente, in maniera totalmente incondizionata, la sintesi di tutte le esperienze interiori di ricerca dell’oltre.
Nello spiegare la vita spirituale Kandinskij si affida ad una particolare forma geometrica che è il triangolo acuto e, soprattutto, a una condizione che è il ‘movimento’. Infatti, la forma triangolare acuta è essa stessa generatrice di movimento poiché il nostro occhio è naturalmente portato a voler guardare al vertice. Allo stesso modo, l’umano viaggio interiore è una sorta di movimento istintivo che porta a staccarsi dalla base, che è la dimensione terrena, per tendere verso un vertice. Non a caso, in molte rappresentazioni pittoriche dell’arte sacra, soprattutto in epoca rinascimentale, la piramide è proprio simbolo dell’assoluto. Ed ecco che un elemento razionale e geometricamente formale diventa mediatore di una realtà puramente astratta e metafisica.
Kandinskij ritiene che siano gli artisti i principali generatori di ‘movimento’ perché, attraverso le loro opere, riescono a provocare emozioni e scatenare sensazioni: possono mettere in atto, attraverso letteratura, musica, pittura, quella ‘svolta decisiva’. Essi sono come veggenti che, pur camminando nel buio, riescono a rivolgere lo sguardo verso realtà più profonde e nascoste di quella comunemente percepita.
Privilegiata è la musica che è considerata da Kandinskij la più ‘immateriale’ delle arti e, pertanto, più facilmente raggiunge, con i propri mezzi, il mondo interiore.
Per quanto riguarda le arti figurative l’autore ritiene che coloro che maggiormente preparano la strada alla svolta spirituale siano Cezanne, Matisse e Picasso: Cezanne riesce, nelle sue opere, attraverso l’uso del colore e le forme armonicamente astratte, a rendere visibile la vita interiore di oggetti senza vita al pari degli esseri viventi; Matisse trasferisce alle sue immagini grande vitalità interiore grazie all’utilizzo di colori puri; Picasso annulla la materia senza dissolverla ma spezzandola e ricomponendola sulla tela. La forma è il suo punto di forza mentre del colore è disposto anche a fare a meno.
Tuttavia ogni arte ha i suoi limiti e la sua unicità e tutte concorrono, attraverso la propria interiorità, alla costruzione della piramide spirituale, ed è solo unendo le forze delle varie arti che si arriva alla vera arte monumentale.
Per Kandinskij tra musica e pittura vi sono grandi affinità, al punto da considerare un dipinto come una ‘composizione pittorica’ in cui forma e colore sono, inevitabilmente, in relazione tra loro. In particolare i colori hanno una propria personalità: hanno tonalità e ritmo interiore, proprio come in una partitura musicale e, pertanto, sono in grado di provocare in noi reazioni e sensazioni. Come accade per le note musicali quando ascoltiamo una melodia, i colori entrano in contatto con la nostra anima se sono in armonia tra loro.
La forma, invece, può essere oggettuale o astratta ma vi è anche un’infinità di forme che sono sia oggettuale che astratte e che saranno utilizzate maggiormente dagli artisti che, in quanto umani, idealizzano i soggetti caricandoli di elementi espressivi. L’artista non sceglie forme e colori in maniera del tutto casuale e arbitraria. Certo la libertà dell’artista è importante, ma Kandinskij individua una legge fondamentale che chiama principio della necessità interiore. Esso consta di tre esigenze, due di natura soggettiva, quali la personalità dell’artista e l’epoca in cui opera, e una terza di natura oggettiva che è l’artisticità di un’opera grazie a cui essa resterà eterna e viva.
Attraverso la serie di opere dal titolo Composizione, Kandinskij desidera ricreare in pittura le stesse caratteristiche della musica. Il suo compositore preferito è Arnold Schoenberg, il pioniere della musica atonale. Kandinskij ammira il suo approccio e non si fa nessun problema nel combinare anche su tela passaggi che potrebbero essere considerati dissonanti, anzi, li chiama proprio “collisioni tonanti”. Un vero e proprio scontro fra macchie di tono di colore.
Ovviamente queste opere non ottennero immediatamente grandi consensi: gli spettatori rimanevano completamente sconcertati di fronte a dipinti dall’aspetto caotico, senza soggetto, struttura o forme riconoscibili. Kandinskij non se ne preoccupa e, anzi, comprende perfettamente il loro stato d’animo, pertanto scrive: “Ogni opera d’arte nasce come nasce il cosmo, attraverso catastrofi che, dal fragore caotico degli strumenti, formano una sinfonia […] La creazione di un’opera d’arte è la creazione di un mondo.”
Wassily kandinsky, frammento I per composizione VII (centro), 1913 – Licenza Wikimedia Commons
Kandinskij ci offre un vero e proprio vocabolario dello sguardo e, volendo usare il linguaggio musicale, ci fornisce una sorta di pentagramma artistico. Il colore e le forme assumono precisi suoni interiori, valenze espressive, assonanze e dissonanze a seconda delle infinite possibilità di combinazione.
Le teorie di Kandinskij sul colore hanno allo stesso tempo carattere inedito e riassuntivo, in quanto fanno chiaramente riferimento alle teorie di Goethe applicate da Turner e a quelle di Chevreul e Itten applicate da Seurat e Signac col puntinismo e tanto altro. Tuttavia il tono della narrazione e l’accento emotivo con cui espone le sue teorie rendono questi scritti unici e collocano l’artista in netto movimento verso il vertice di quel triangolo spirituale da lui stesso teorizzato.
Tutto ciò è raccontato in questo piccolo-grande trattato in cui ben si comprende come la svolta verso l’Astrattismo è stata, per Kandinskij, non un desiderio di innovazione e di evoluzione di linguaggio ma, piuttosto, una conquista fatta di piccoli passi e mossa da una chiara esigenza di crescita spirituale.
E giungiamo quindi alla realizzazione dell’opera pittorica che ha dato l’avvio ad una nuova forma di linguaggio: Primo Acquerello astratto. Kandinskij, a proposito della genesi creativa di quest’opera, ci lascia un breve racconto che ritengo davvero illuminante:
“Il Sole tramontava; tornavo dopo avere disegnato ed ero ancora tutto immerso nel mio lavoro, quando, aprendo la porta del mio studio, vidi davanti a me un quadro indescrivibilmente bello.
All’inizio rimasi sbalordito, ma poi mi avvicinai a quel quadro enigmatico, assolutamente incomprensibile nel suo contenuto, e fatto esclusivamente di macchie di colore.
Finalmente capii: era un quadro che avevo dipinto io e che era stato appoggiato al cavalletto capovolto. Il giorno dopo tentai, alla luce del sole, di risuscitare la stessa impressione, ma non riuscì. Benché il quadro fosse ugualmente capovolto, distinguevo gli oggetti, e mancava quella luce sottile del tramonto.
Quel giorno, però, mi fu perfettamente chiaro che l’oggetto non aveva posto, anzi era dannoso ai miei quadri.”
L’episodio raccontato dall’artista ben descrive la scoperta avvenuta attraverso quel processo che prende il nome di serendipità: si cerca qualcosa per trovarne un’altra.
Probabilmente sarà capitato anche ad altri artisti di vedere una propria opera capovolta ma senza provocare grandi rivoluzioni. È evidente che Kandinskij era pronto alla grande rivoluzione astrattista, così come ben descrive ne Lo spirituale nell’arte concluso nel 1910. Infatti l’opera Primo Acquerello astratto fu, con ogni probabilità, realizzata nel 1913 ma poi retrodatata dall’artista stesso al 1910 in modo da farla coincidere con la stesura delle sue teorie. Essa fu realizzata con la tecnica dell’acquerello mista a inchiostro su carta (49,6 x 61,8 cm.) ed è oggi conservata a Parigi, presso il Centro Pompidou.
Si tratta di uno studio sugli stati d’animo realizzato senza intenzionalità formale e attraverso colori, linee, punti e macchie, organizzati in modo armonico e secondo un principio musicale.
Volontariamente è stato eliminato qualsiasi riferimento al mondo fisico per lasciare spazio al mondo interiore. Insomma rispetta perfettamente quel principio della necessità interiore: vi riconosciamo la personalità dell’artista, rispecchia l’epoca in cui l’opera è realizzata ma, soprattutto, è dotata di quell’artisticità capace di renderla un’opera eterna e viva.
Wassily Kandinsky , ‘Lo spirituale nell’arte’ – Foto: Matilde Di Muro
Tutta l’attività artistica di Kandinskij ha il forte carattere profetico di chi ha l’orecchio attento all’ascolto delle tensioni che lo circondano, ma anche lo sguardo profondo di chi guarda ad un futuro di evoluzione spirituale per tutta l’umanità e che raggiunge anche noi oggi.
I temi sviluppati ne Lo spirituale nell’arte sono fondanti della civiltà industriale e, allo stesso tempo, incredibilmente affini all’era della globalizzazione in cui oggi ci troviamo immersi. “L’epoca della grande spiritualità di cui parlava Kandinskij non è mai iniziata, […]La teoria di Kandinskij ha avuto troppi epigoni, troppo pochi eredi. L’arte cerca altre strade” così si esprime Elena Pontiggia nella postfazione al testo di Kandinskij e ci lascia una domanda:
“Qual è la strada che oggi l’arte ha intrapreso e, soprattutto, ci sarà spazio per la ricerca di una nuova svolta spirituale?”
Come detto all’inizio, la lettura di questo capolavoro dell’arte è davvero stimolante perché, come diceva Kandinskij stesso: “L’arte oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla, e indica il contenuto del futuro.”
Specifiche foto:
titolo: primo acquerello astratto
autore: Breve Storia del Cinema
licenza: Flickr – di dominio pubblico
link: Primo acquerello astratto | Wassily Kandinskij – Primo Acque… | Flickr
foto modificata
titolo: Wassily kandinsky, frammento I per composizione VII (centro), 1913
autore: Sailko
licenza: Wikimedia Commons
link: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/28/Wassily_kandinsky%2C_frammento_I_per_composizione_VII_%28centro%29%2C_1913.jpg
foto modificata