Ercole Farnese, particolare della parte alta della statua – Foto: Giorgio Manusakis

Storia e mitologia dell’Ercole Farnese, il simbolo del MANN

Nei precedenti articoli vi abbiamo narrato la storia del MANN (link) e ve ne abbiamo descritto i livelli (link) soffermandoci sulla Collezione Farnese (link). Con questo articolo iniziamo a presentarvi alcuni dei più famosi capolavori esposti nel museo napoletano, raccontandone storia e mitologia.

Partiamo dall’Ercole Farnese, probabilmente l’opera più famosa dell’intero museo, tanto da diventarne il simbolo. La statua di Ercole in riposo, meglio nota come Ercole Farnese, è una copia in marmo di epoca romana (fine II o inizi III sec.d.C.) del copista ateniese Glykon, di cui troviamo inciso il nome sul basamento roccioso, da un originale greco della seconda metà del IV sec.a.C. che era in bronzo e si ritiene opera del celebre scultore Lisippo. La statua, alta oltre tre metri, è stata rinvenuta presso le Terme di Caracalla nel 1546 ed insieme ad essa fu rinvenuta un’altra statua dell’eroe, l’Ercole Latino, che oggi è alla Reggia di Caserta e con cui era affiancata sotto il portico del cortile di Palazzo Farnese a Roma. L’Ercole Farnese è stato da sempre una meta per i viaggiatori e gli artisti non solo italiani, al punto che quando nel 1787 Ferdinando IV di Borbone decise di trasferire la Collezione Farnese a Napoli, vi furono molte polemiche; inoltre, durante il trasporto l’opera subì vari danneggiamenti nelle parti già restaurate e, poiché i restauratori napoletani erano restii a operare su una statua così celebre, essa restò chiusa in un cassone fino ad inizio ‘800, quando finalmente fu esposta. Inizialmente la statua, essendo stata rinvenuta priva dei polpacci, fu restaurata da Guglielmo Della Porta, allievo di Michelangelo, che scolpì e aggiunse le parti mancanti; successivamente le parti originali furono rinvenute e rimesse al loro posto, mentre gli arti opera di Della Porta sono attualmente esposti nella sala XI, alle spalle della statua originale. L’opera d’arte fu oggetto del desiderio, tra gli altri, di Napoleone, il quale per ben due volte tentò di portarla a Parigi ritenendo il Louvre l’unico luogo degno di esporre un tale capolavoro. Il primo tentativo di ‘trasloco’ fu durante la breve Repubblica Napoletana, che appoggiò i francesi nell’asportare diverse opere d’arte da Napoli per portarle a Parigi; in quel caso l’Ercole Farnese fu addirittura imballato ed era pronto per il trasporto, ma, fortunatamente, la Repubblica Napoletana non durò abbastanza per portare a termine l’asportazione e l’opera restò a Napoli. Nel secondo caso, invece, la statua fu salvata dai dissidi tra Gioacchino Murat, al tempo governatore di Napoli, e il suo imperatore, a cui non diede mai il piacere di vedere realizzato il suo progetto.

Ercole Farnese, statua intera – Foto: Giorgio Manusakis

La rappresentazione dell’eroe greco da parte di Lisippo evidenzia alcune caratteristiche umane di Eracle, che era figlio dell’ennesimo tradimento di Zeus. L’eroe era destinato all’immortalità e al regno di Micene per volere del padre, ma la gelosa moglie di Zeus, Era, si vendicò del tradimento facendo in modo che l’eroe non regnasse su Micene e che subisse anche l’onta di servire Euristeo, cui fu dato il regno destinato a Eracle e che gli impose le famose dodici fatiche (in origine dieci) che lo avrebbero portato all’immortalità. La statua raffigura l’eroe mentre riposa, il suo volto e il suo corpo sono stanchi, egli finalmente può rilassarsi avendo ultimato il suo faticoso compito e si appoggia alla clava, uno dei suoi simboli insieme alla pelle del Leone di Nemea che pende dalla clava, mentre nella mano destra tiene i pomi d’oro rubati alle Esperidi. La novità che introdusse Lisippo (famoso anche per aver ritratto Alessandro Magno) con questa statua fu quella di evidenziare il lato umano di Eracle, da sempre personificazione della forza e del coraggio umano e pertanto rappresentato, fino a quel momento, sempre nell’azione di una delle sue tante avventure.

Nel prossimo articolo vi racconteremo la storia e la mitologia di un altro dei capolavori esposti al MANN: il gruppo scultoreo del Toro Farnese. Segnaliamo anche che sulla pagina Facebook miti3000.it – Progetto MANN e alla pagina Progetto MANN della sezione musei del sito web www.miti300.it, trovate migliaia di foto e video dei capolavori esposti al MANN tra cui, ovviamente, l’Ercole Farnese, con approfondimenti su storia e mitologia delle opere.

Ercole Farnese – Foto: Giorgio Manusakis

Un pensiero su “MANN – Le opere più belle in esposizione – L’Ercole Farnese”

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