Fausto Melotti, ‘Le torri della città invisibile’ – Foto: Giulia Salaccione
In occasione del centenario dalla nascita di Italo Calvino (Santiago de las Vegas, 1923 – Siena, 1985) è stata allestita la mostra Favoloso Calvino alle Scuderie del Quirinale a Roma. Favoloso Calvino – nome che nasce dal titolo dell’articolo di Gore Vidal pubblicato nel 1974 sulla New York Review of Books in merito a Città invisibili – è un percorso che ha la funzione di risaltare il Calvino scrittore, ecologista, militante, traduttore, interprete, appassionato di cinema e d’arte, proprio attraverso la divisione per temi. Il progetto è stato curato dal professor Mario Barenghi (che per la prima volta è stato curatore di una mostra), che ha deciso di raccontare ai visitatori l’immaginario calviniano proprio attraverso il rapporto che l’autore aveva con le arti visive.
La mostra segue lo sviluppo cronologico della vita di Calvino, eppure non è solo una mostra biografica: divisa per temi – tra cui la natura, le fiabe, i fumetti e l’arte – ci consente di divenire spettatori del suo ragionare per immagini, attraverso didascalie, citazioni, quadri, libri, disegni, foto e aneddoti.
Alcuni acquerelli in esposizione – Foto: Giulia Salaccione
Infatti le coordinate biografiche e geografiche vengono fornite solo per inquadrare bene quella complessità che tanto caratterizza Italo Calvino e che emerge attraverso gli oltre 400 prestiti con cui è stata allestita la mostra.
L’esposizione segue sempre il criterio di oscillazione dell’autore tra il mondo reale e le fiabe. Lui stesso scrive nell’introduzione a Fiabe italiane (1956):
“Le fiabe sono vere. Sono, prese tutte insieme, nella loro sempre ripetuta e sempre varia casistica di vicende umane, una spiegazione generale della vita, nata in tempi remoti e serbata nel lento ruminio delle coscienze contadine fino a noi; sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna, soprattutto per la parte di vita che appunto è il farsi d’un destino.”
E ciò emerge perfettamente attraverso la scelta di opere che hanno ispirato e che sono ispirate a loro volta da opere calviniane: sono presenti, per esempio, l’illustrazione per il Barone Rampante di Domenico Gnoli e Le torri della città invisibile di Fausto Melotti (che appare anche nella copertina di una vecchia edizione de Le città invisibili di Calvino).
La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10:00 alle 19:00, orario dell’ultimo ingresso, fino al 04 febbraio 2024. È una tappa che consiglio assolutamente di visitare non solo a chi ama Calvino, ma anche a chi volesse conoscere maggiormente questo personaggio. Sarà impossibile non subirne il fascino.
Un manoscritto di Calvino in esposizione – Foto: Giulia Salaccione