Ricostruzione del Faro di Alessandria – Autore: SciVi 3D studio – Licenza: Wikimedia Commons

Il Faro di Alessandria d’Egitto, una delle cosiddette sette meraviglie del mondo antico, per la sua fama e le sue caratteristiche ha rappresentato per secoli un modello di riferimento per tante altre costruzioni di questo genere

Un mirabile esempio di architettura marittima

Il nome dato a questa struttura di tipo militare deriva da quello del luogo in cui fu posta, ovvero la piccola isola di Pharos, situata al largo delle acque del porto di Alessandria. Committente di tale opera fu il re Tolomeo Sotere, il quale, avendo accompagnato il celebre condottiero Alessandro Magno nelle sue campagne in Oriente, aveva acquisito molte nozioni in materia di poliorcetica, che è l’arte del fare la guerra. Purtroppo, a causa della morte il sovrano non riuscì a vedere il completamento dell’opera, che dunque avvenne sotto il governo di suo figlio Tolomeo II Filadelfo. I lavori di costruzione del Faro cominciarono agli inizi del III secolo a.C. Secondo quanto riportano Plinio il Vecchio e Strabone, l’architetto progettista fu un certo Sostrato di Cnido, il quale, vista l’epoca in cui visse, avrebbe dovuto conoscere senz’altro i teoremi del matematico Euclide. Dettagli di natura più tecnica, invece, sono ricavabili dai diari di un viaggiatore arabo del Medioevo di nome Abou-Haggag Al-Andaloussi.

Dati tecnici e funzionamento

L’altezza del Faro, il cui collegamento con la riva naturale del porto di Alessandria era garantito da una grande diga lunga 70 stadi, che proprio per questo si chiamava Heptastadion, doveva aggirarsi molto verosimilmente intorno ai 130 metri. Il suo fusto era formato da un primo blocco parallelepipedo nel quale erano allestiti alcuni ambienti di servizio utilizzati dai marinai della flotta egizia. Al di sopra, si sviluppavano altri due blocchi, rivestiti come il primo di un sottile strato marmoreo, di cui uno a pianta ottagonale e l’altro di forma cilindrica. Sulla sua sommità, invece, oltre ad una statua raffigurante Zeus o Poseidone, sostituita successivamente da un’altra del dio sole Helios, doveva essere posizionato un grosso specchio funzionale a far riflettere verso il mare la luce del sole.

In questo modo, dunque, le navi che si trovavano al largo potevano essere intercettate dai marinai posti all’interno di quella che si può considerare a tutti gli effetti una torre di guardia marittima. E’ inoltre ipotizzabile che il fascio luminoso in questione venisse rinforzato da ulteriori specchi parabolici, in virtù della teoria delle coniche e della catottrica.

L’illuminazione, nelle ore notturne, era invece garantita dal fuoco acceso che veniva prodotto mediante l’uso di combustibile custodito all’interno dello stesso Faro. Anche i naviganti potevano, al contempo, vedere da notevoli distanze il monumento, almeno 48 km secondo i dati forniti dallo scrittore ebreo Flavio Giuseppe.

Dalla distruzione ad una possibile ricostruzione…

Il Faro di Alessandria come funzionalità ebbe davvero una lunga vita, se si considera che soltanto nella prima metà del 1300 si può documentarne la distruzione in seguito a due violenti terremoti. Rimasto poi nello stato di rudere fino al secolo successivo, alcuni dei suoi blocchi furono riutilizzati nell’ambito della fortezza del sultano Qaytbay mentre un’altra parte sprofondò definitivamente negli abissi marini insieme a due statue colossali. Queste ultime furono rinvenute negli anni Novanta del secolo scorso dall’archeologo francese Jean-Yves Empereur, il quale ritenne di potervi identificare il re Tolomeo II e sua moglie Arsinoe II.

In considerazione della sua straordinaria fama il Supreme Council of Antiquities del governo egiziano ha dato parere favorevole nel 2015 all’esecuzione di un progetto di ricostruzione del Faro, che avverrebbe proprio a poca distanza dal suddetto fortilizio del sultano Qaytbay. Tuttavia, alla luce, forse, del gran dibattito creatosi anche su scala internazionale e ancora oggi irrisolto, non si hanno notizie circa una possibile data di inizio di questi lavori. 

Specifiche foto:
Titolo: 3D Rekonstruktion des Leuchtturms von Alexandria
Autore: SciVi 3D studio
Licenza: Wikimedia Commons
Link: File:Leuchtturm von Alexandria.png – Wikimedia Commons
Foto modificata

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