Giza, Piramide di Cheope – Foto: Francesco Gasparetti – Licenza: Wikimedia Commons
Non è un caso che quella di Cheope, a differenza delle altre presenti in Egitto, sia chiamata anche con l’appellativo di Grande Piramide. Inserita tra le sette meraviglie del mondo antico, l’opera architettonica continua tuttora a svelarsi nella sua magnificenza grazie alle recenti indagini ancora in corso
Storia e caratteristiche del monumento
Gli aspetti che a prima vista conferiscono monumentalità alla piramide di Cheope sono senz’altro due. Il primo è la posizione. Collocata su un altopiano roccioso e, secondo il geografo Strabone, ad una distanza di circa 40 stadi, ossia circa 6 Km, dalla città di Memphis, la struttura sembra dominare l’intera valle del Nilo. Il secondo è l’altezza considerevole, di circa 150 metri, che le permette di superare, come mole, le altre due piramidi limitrofe di Micerino e Chefren. Committente di tale mirabile opera, progettata presumibilmente dall’architetto Hemiunu, fu il faraone Cheope, il quale, appartenendo alla IV dinastia, avrebbe vissuto e governato l’Egitto intorno alla metà del III millennio a.C.
A fornire un racconto sulle vicende costruttive della Grande Piramide, seppur oscillante per certi versi tra storia e leggenda, è lo scrittore greco Erodoto: “Narravano che Cheope giunse a tal punto di malvagità che, avendo bisogno di denari, mandata la figlia in un postribolo, le ordinò di esigere una certa somma di denaro (quanto esattamente non lo dicevano). Ed essa compì gli ordini del padre, e inoltre pensò di lasciare anche lei personalmente un monumento, e a ognuno che veniva presso di lei chiedeva di donarle una pietra; con queste pietre narravano fu costruita la piramide che sorge in mezzo alle tre, dinanzi alla grande piramide, e i cui lati misurano un pletro e mezzo.».
Non solo nell’altezza ma anche in altri dettagli tecnici meno appariscenti si può cogliere l’imponenza di questo monumento dell’antico Egitto. Ad esempio, le singole pietre calcaree che costituiscono i suoi circa 200 corsi hanno un peso che varia mediamente dagli 800 kg alle 4 tonnellate. Inoltre, l’impressione di potenza è ulteriormente esaltata dalle dimensioni della sua base, pari a circa 5 ettari. La leggera concavità laterale, invece, secondo gli esperti sarebbe un artificio pensato dal progettista per dare maggiore staticità all’insieme architettonico.
Le camere e i corridoi
Per quanto riguarda l’articolazione interna della piramide, si possono distinguere varie camere. In quella Inferiore si ritenne inizialmente che fosse stato deposto il corpo del defunto Cheope, per poi essere spostato più in alto in quella che fu ribattezzata Camera del Re per la scoperta di un sarcofago in granito di Assuan. Intorno a quest’ultimo ambiente sono emerse dalle indagini dei decenni scorsi ben 5 camere, dette ‘di scarico’, per la loro funzione di tipo statico, e la cosiddetta Camera Intermedia in cui forse trovò posto il corpo della moglie del faraone.
Molto interessante è l’intrico dei corridoi che si sviluppa all’interno della piramide. Quello d’ingresso frequentato oggi dai turisti è di epoca molto più tarda rispetto all’età di costruzione della struttura, in quanto fu realizzato nel IX secolo dal califfo al-Ma mun per scoprire tesori e ricchezze. Un altro, di taglio quadrangolare e che si diparte dalla Camera Intermedia, fu scoperto nel 1872 da un’equipe di archeologi inglesi i quali ritrovarono all’interno un’asta di cedro e un sigillo in diorite. Riguardo alla cosiddetta Grande Galleria resta invece aperto il dibattito sulla sua reale funzione, che potrebbe essere tanto cerimoniale quanto di mera utilità per le maestranze ai fini dei lavori di cantiere.
La recentissima scoperta grazie allo ScanPyramids Project
Un ulteriore corridoio, infine, sarebbe stato identificato nella parte nord della piramide alla luce delle ultime indagini rientranti in un progetto di ricerca internazionale iniziato già nel 2015, coordinato dall’Università del Cairo e denominato ScanPyramids Project. Gli studiosi coinvolti hanno utilizzato una tecnologia non invasiva, la cosiddetta radiografia muonica, la quale riesce a rilevare la presenza di spazi vuoti all’interno dei solidi misurando la quantità di muoni, ovvero particelle cariche negativamente che scaturiscono dall’interazione tra gli atomi dell’atmosfera ed i raggi luminosi. La bassa densità dei muoni, riscontrata nel settore di piramide esplorato dall’equipe di ricerca, rappresenterebbe dunque un validissimo indizio per identificare un tunnel lungo circa 9 metri, largo e alto poco più di 2 metri e munito di una copertura a spioventi. Secondo il noto egittologo Zahi Hawass ed i suoi più stretti collaboratori, tale camminamento potrebbe condurre al luogo in cui si trova la tomba del faraone. Tuttavia, diversi egittologi, evitando di cadere nel sensazionalismo, al momento si sono limitati a parlare di una funzione statica, concepita per alleggerire il notevole carico gravante sulla zona inferiore della piramide.
Specifiche foto:
Titolo: Flickr – Gaspa – Giza, piramide di Cheope (4)
Autore: Francesco Gasparetti
Licenza: Wikimedia Commons
Link: File:Flickr – Gaspa – Giza, piramide di Cheope (4).jpg – Wikimedia Commons
Foto modificata