‘Las Meninas’ in esposizione nella Sala della Meridiana – Foto: Mattia Mistretta

Mercoledì 27 settembre il Salone della Meridiana del MANN ha ospitato l’inaugurazione della mostra dell’artista spagnolo Manolo Valdés, la cui opera è esclusivamente rappresentata e curata in Italia dalla Galleria Contini di Venezia.

L’artista valenciano, autore di una originale commistione di Pop Art ed elementi stilistici tipici della Nueva Figuration degli anni ‘60, è stato co-fondatore del collettivo Estampa Popular prima e del gruppo Equipo Cronica poi, insieme a Jean A. Toledo e Rafael Solbes. Proprio durante quest’ultima esperienza inizia a orientarsi criticamente nei confronti della politica spagnola nonché verso la storia dell’arte intesa conservativamente come “patrimonium sacrum”, a sperimentare matericamente mediante diversi supporti e strumenti e a caratterizzare la sua produzione degli elementi che tutt’ora la distinguono. Dopo il successo internazionale della sua opera scultorea e pittorica, suggellato da prestigiose esposizioni tra cui spiccano quelle presso i Guggenheim di Venezia e di Bilbao, il Centro Reina Sofia e il Museo di Palazzo Cipolla di Roma, Valdes si è stabilito a New York dove tutt’ora vive e lavora.

La mostra, che occuperà la prestigiosa sala del Museo Archeologico Nazionale fino al 6 Gennaio 2024, vede avvicendarsi per l’estensione del Gran Salone (dominato dal solo e imponente Atlante Farnese) una moltitudine di sculture del soggetto-feticcio di Valdes, mutuato dall’omonima, celeberrima opera di Diego Velasquez: Las Meninas; pur trattandosi di versioni che differiscono per materiale e tecnica realizzativa ma che ripropongono essenzialmente la medesima forma, l’unicità delle singole opere emerge abilmente e nella loro disposizione paiono più una folla ordinata che la riproduzione speculare l’una delle altre.

L’Atlante Farnese circondato da ‘Las Meninas’– Foto: Mattia Mistretta

L’evento inaugurale è stato introdotto dal direttore del MANN Paolo Giulierini, le cui parole hanno avuto per oggetto una riflessione sull’affinità culturale progressiva che lega la città partenopea alla Spagna sin dall’inizio della dominazione, nel secolo XVI, e che sul piano artistico-museale contemporaneo si riflette in un sodalizio affermato di artisti e gallerie e nel cospicuo, reciproco interesse suscitato dalle rispettive produzioni culturali. Un esempio recentissimo è il successo della mostra “Picasso e l’Antico”, che indaga la relazione tra l’opera del (forse) più influente artista contemporaneo e il patrimonio artistico-archeologico locato nel museo napoletano (in particolare quello greco-ellenistico), aperta fino al prossimo 2 ottobre. Ai ringraziamenti rivolti all’istituto Cervantes di Napoli e alla galleria Contini, in collaborazione con la quale la mostra ha preso forma, ha fatto seguito un intervento dell’ambasciatore spagnolo in Italia, centrato sul ruolo di protagonismo culturale che le istituzioni diplomatiche possono felicemente assumere in luogo di sodalizi come quello spagnolo-partenopeo.

L’intervento del direttore del MANN Paolo Giulierini – Foto: Mattia Mistretta

Dopo il ricordo di Botero, celebre pittore colombiano recentemente scomparso e di cui Stefano Contini è stato il gallerista italiano, sullo schermo sul quale sfilava finora uno slideshow della disposizione delle ‘Damigelle’, compare Valdes: l’artista parla della sua formazione e del senso di lusinghiero straniamento che prova al pensiero d’esser esposto in un museo archeologico, edificio custode – spiega – “delle prime forme d’arte”; parla di Velasquez, della felice scelta di aver ceduto alla tentazione di “guardare dietro” – e molte, molte volte – alla bidimensionale, austera e materna figura della Reina Mariana di Velasquez anziché forzare artificiosamente l’atto creativo all’invenzione di un soggetto ex novo; parla di Picasso, la cui lezione preminentemente metodologica ha guidato tutta la sua produzione. E, infine, ‘minaccia’ ironicamente di seguitare a usare quelle ripetibili curve, volte ed ellissi nella creazione di altre irripetibili opere, “fintanto – conclude – che avrò un’idea.”

L’intervento sullo schermo dell’artista Manolo Valdés – Foto: Mattia Mistretta

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