Presentato a Napoli il libro di Agostino Bossi e Paolo Cecere ‘L’intangibile nell’architettura – La vocazione oikologica e il carattere cosmotopico dell’interno architettonico’.

a cura di Paola Germana Martusciello

Nella splendida cornice della Fondazione Ezio De Felice, giovedì 7 marzo a Palazzo Donn’Anna, è stato presentato il libro L’intangibile nell’architettura – La vocazione oikologica e il carattere cosmotopico dell’interno architettonico, scritto da Agostino Bossi e Paolo Cecere, pubblicato da Clean edizioni. Nel volume scorrono, evidenti, gli intenti di decodificare l’essenza dell’architettura attraverso l’indagine dello spazio ‘artificiale’: una chiave di lettura raffinata e colta, che esplora nuovi legami e individua stretti rapporti con lo spazio naturale che circonda l’uomo. L’architettura viene investigata partendo dal suo concetto originario, il vero senso archetipico per proporre soluzioni fondate su tradizioni e consuetudini del costruire e del concepire spazi comuni. L’indagine si inoltra nella individuazione dell’artificio (casa), oikos, rappresentativa di forme architettoniche che determinino il senso di appartenenza e di identità in cui l’attenzione si incentra proprio sul rapporto che investe l’ecologia nelle relazioni tra spazio e società. Infatti, entrambi gli autori, consapevoli dello stretto nodo che lega architettura e filosofia, individuano un concetto che si racchiude in una parola chiave, ripreso dal campo lessicale filosofico: oikologico.

La locandina dell’evento – Foto: Paola Germana Martusciello

Una nuova visione progettuale viene a prendere forma, in cui l’architettura stessa si dispone come ‘dimora’ per l’uomo, dove si riscrive quel rapporto tra ‘artificio e natura’, quale fattore generativo della qualità abitativa dei luoghi edificati. D’altra parte tutto questo, inevitabilmente, conduce verso una nuova metodologia applicativa e di indagine, sia per quanto riguarda la progettazione del nuovo, sia per la ricerca della reinterpretazione dell’esistente: un orientamento che insegue obiettivi in cui la condizione spaziale risulta essere volta ad accogliere l’uomo conducendolo, tuttavia, a prendersi cura sia dell’ambiente naturale sia di quello umano. Il risultato si configura, così, determinandosi nella rappresentazione degli interni architettonici nella interpretazione dello spazio, i cui risvolti si enucleano in una realtà ben più ricca e variamente conclusiva di aspetti molteplici. “La dimora, architettonicamente concepita, si riconosce e si distingue nella sua qualità estetico-spaziale, perché realizza al suo interno le condizioni per l’interazione dell’uomo con sé stesso e con la realtà”, così afferma Agostino Bossi, orientando la sua dissertazione con il supporto della definizione di Paolo Cecere sul concetto della natura dello spazio, che egli definisce “oikologico”, o la sua qualità “oikogena”; aspetti, questi, che trasformano le erezioni degli edifici, in cui si raccoglieranno non solo le esigenze dell’umano quotidiano, ma anche e soprattutto quei nuovi e insoliti aspetti, che riguarderanno gli universi del pensiero, della meditazione, della ricerca del senso della bellezza. Una casa, quindi, che dissolve il suo vecchio concetto di ‘riparo’ dal mondo esterno, ribaltandone completamente il significato che, invece, ritrova il suo contenuto proprio nell’identificarsi come luogo di accoglienza; una dimora indagata per ospitare il suo esterno: la luce naturale, il cielo, i colori, il respiro vitale dell’aria, aprendo, finalmente, un dialogo con la memoria, con le forme organiche delle piante, con la storia e le stratificazioni dei luoghi in cui si riconosce il carattere, appunto, ‘cosmotopico’. Il nodo centrale della ricerca si consolida nel valore reinterpretativo dei modelli del passato, come la tradizione mediterranea e arabo-ispanica, o latino-americana, a cui gli autori si riferiscono quale continua fonte di ispirazione creativa. Tutto questo deve riportarci alle origini del significato dell’architettura che, come dissertano i due autori, ha sempre manifestato la vocazione alla comprensione del logos immanente nella natura.

Un momento dell’evento – Foto: Paola Germana Martusciello

Attraverso uno sguardo al passato, con una piacevole digressione storica, i due autori ritornano ai primi filosofi che concepivano la archè come il principio originario della realtà, dotato di vita e di intrinseca forza generatrice, l’architettura vista come la tekne, capace di realizzare opere ispirate proprio dagli archai, cioè i principi originari della natura, senza separarsi dal logos e dall’ethos, che le sono immanenti, cercando di renderli consustanziali all’edificazione. Queste considerazioni sono i presupposti per rendere, finalmente, più libera e svincolata l’architettura contemporanea, quella del postmoderno, carica di tecnologie super invasive che non lasciano il dovuto spazio alla libertà estetica intesa come recupero della bellezza originaria. In questo scenario si colloca il profilo, individuato da Agostino Bossi, di un architetto ‘integrale’, che incentri il suo pensiero creativo nella sapienza progettuale, con i dovuti riferimenti culturali alla disciplina “dell’interno architettonico” secondo la linea sviluppata dalla tradizione di pensiero della Facoltà di Architettura partenopea, nella quale si consolida l’idea del progetto sincretico e integrato. Nel libro, inoltre, trova la sua collocazione una sezione specifica, con la riproduzione illustrata di splendidi e preziosi disegni, in cui si racconta quanto sia necessario intraprendere, da parte dell’architetto, percorsi disegnativi, perché in essi si ritrovano astrazioni fondamentali. Infatti, attraverso la matita e il foglio di carta si inizieranno ad instaurare rapporti con lo spazio edificato, per cui il disegno diventerà strumento di un atto conoscitivo, ma anche e soprattutto una modalità di studio che conduce alla interpretazione della realtà circostante.

Fondazione Ezio De Felice – Foto: Paola Germana Martusciello

Sono intervenuti nel dibattito: Michelangelo Russo, direttore del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Imma Forino, prof. di ‘Architettura degli Interni e Allestimento’, Politecnico di Milano; Ludovico Fusco, prof. di ‘Composizione Architettonica’, Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II; Pierluigi Salvadeo, prof. di ‘Architettura degli Interni e Allestimento’, Politecnico di Milano; Leonardo Di Mauro, già prof. di ‘Storia dell’Architettura’ dell’Università degli Studi di Napoli, Federico II.

Di admin

45 pensiero su “L’indispensabile fusione tra natura e spazio nell’architettura moderna”
  1. Ottimo articolo sull’evento, ma anche spunto di riflessione sul possibile rapporto interattivo tra Natura e Architettura.

      1. Complimenti per l’articolo esaustivo e arricchente,com’è sempre nello stile della dottoressa Paola Martuscello

  2. Articolo molto interessante. L’approccio che ho trovato veramente “contemporaneo” è il recuperare il senso archetipo dell’ architettura dell’ Oikos nel senso più lato di casa,collettività in senso dinamico e “logos” che con un termine filosofico potremmo tradurre in senso più lato con la “ragionevolezza discorsiva” con un termine di sintesi “oikologico” che in estrema sintesi porta ad una interpretazione della “casa” o degli edifici come non solo rifugio ma qualcosa di dinamico vivo con una relazione con l’ambiente e con una interazioni di nuovo con la collettività in senso lato nel riproporre l’architettura nella sua primigenica “visione”.

    1. Articolo molto interessante che fa riflettere sul rapporto tra architettura e filosofia e sul concetto di casa non “come riparo dal mondo esterno”, ma come “luogo di accoglienza” Brava Paola!

  3. Ancora un eccellente articolo di Paola Germana Martusciello che riesce a far rivivere l’evento con la sua capacità di commentare i fatti e di coglierne i significati essenziali. L’abitazione, oggi, come giustamente è precisato nell’articolo, non è solo il posto ove “ripararsi” ma è soprattutto il luogo dell’accoglienza. A questo proposito vorrei sottolineare l’importanza dell’arte. Un quadro alla parete è come un libro aperto che si può leggere e interpretare e che diventa nell'”accogliere” un elemento di cultura indispensabile nel dialogo tra le persone.

    1. Interessante ed esaustivo articolo che fa riflettere sulla funzione dell’architettura nella reinterpretazione della casa nella visione del mondo di oggi non più solo come rifugio ma in stretta relazione con la natura e con gli altri.

  4. Ottimo articolo con spunti di riflessioni sul concetto di architettura e di come vada recuperata la sua missione/visione originaria con la “casa” non più solo riparo ma inserita in modo dinamico nell’ambiente e nelle relazioni collettive e sociali.

  5. Un articolo interessante su un argomento “difficile” in questo nostro periodo di sempre maggior isolamento psicologico e fisico: L’accoglienza.
    Accogliere ciò che sta fuori e portarlo dentro la nostra casa… La luce, le persone, l’aria, il cielo…
    A questo dovrebbe corrispondere un nuovo tipo di esistenza dove l’uomo apre se stesso e il proprio cuore all’accoglienza, liberandosi dalla meschinità dell’individualismo e dell’autosufficienza. Gesù spesso per entrare nell’intimità con le persone andava nelle loro case a pranzare o a cenare… Al giorno d’oggi invece spesso ci si rinchiude in casa separati dagli altri con l’illusione di una connessione virtuale che però diventa solo alienazione. In questo articolo si evidenzia la nuova esigenza di apertura e accoglienza che comincia a riflettersi anche nell’arte .
    Grazie per gli spunti interessanti di riflessione del vostro giornale e un grazie speciale alla dottoressa Paola Martusciello.

  6. La “casa” non più vista come riparo dall'”esterno ma come luogo di accoglienza di elementi naturali esterni . Mi ha attratto questo tema d’indagine per il futuro dell’architettura . Brava come in tutti i suoi articoli Paola Martusciello, abile ad illustrarci il “nuovo” in modo conciso e semplice

    1. Complimenti vivissimi alla professoressa Paola Martusciello per l’ interessante e visionario progetto.

  7. Interessante articolo della Professoressa Paola Martusciello sull’Architettura che sottolinea l’ importanza del recupero di fusione tra progetto e natura emerso, durante la presentazione del volume di Bossi e Cecere, nel dibattito alla Fondazione De Felice.

  8. Complimenti all’autrice per un testo che finalmente non si ferma alla superficie dell’argomento.

  9. È un piacere ritrovate la prof. Martusciello in un articolo che, anche per chi come me si occupa di altro, risulta stimolante ed induce ad approfondire l’argomento. Grazie, e spero di continuare a leggere ancora tanti preziosi contributi

  10. Molto interessante, anche per merito della prof.essa Matusciello, la cui prosa rende a tutti accessibili concetti e idee che solitamente sono patrimonio di una cerchia ristretta.

  11. Molto interessante, anche per merito della prosa della prof.essa Martusciello, che rende accessibili a tutti temi che di solito sono “appannaggio” di circoli piuttosto ristretti.

  12. Come sempre un articolo di Paola Martusciello molto interessante. Belle foto ed un’ottima esposizione del libro scritto da Agostino Bossi e Paolo Cecere.

  13. Molto interessante questo argomento che con tanta chiarezza e competenza viene affrontato da Paola Martusciello nella recensione del libro e dell’ evento. I temi dello spazio, della natura, dell’aperto, del chiuso, e dell’abitazione concepita trascorrendo da una concezione del riparo a quella dell’accoglienza rendono molto attuale il dibattito sui punti propri e fondativi del discorso sull’architettura, proponendone una dimensione esistenziale e cosmica.

  14. Grazie alla prof.essa Paola Martusciello per questo articolo intellettualmente innovativo e ricco di spunti. Altri tanti articoli così, vivissimi complimenti !

  15. Visione interessante di una abitabilità che muta e torna all’essere più “naturale”. L’ idea di casa non come giaciglio, ma come spazio dell’interiorità in cui è intrinseca l’osmosi tra esterno ed interno, è un ritorno all’essenziale. Via gli orpelli per ritornare a spazi da meditare.
    Complimenti per l’articolo che mi ha fatto vivere la presentazione come fossi presente

  16. Complimenti all autrice per la chiarezza dell esposizione .. articolo molto bello e interessante

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