Gruppo scultoreo detto ‘I tirannicidi’ – Foto: Giorgio Manusakis

Armodio e Aristogitone: i simboli della democrazia e dell’ideale di libertà

Negli articoli precedenti abbiamo visto quanta bellezza ci sia nei capolavori che vi abbiamo descritto, ma in questo caso le sculture di cui vi parliamo non sono ‘solo’ un capolavoro dell’arte, ma anche un importante simbolo di libertà. Sarebbe pertanto impossibile esimerci dal proporvi questo bellissimo gruppo scultoreo che rappresenta Armodio e Aristogitone i quali, nel 514 a.C., uccisero Ipparco, a quel tempo tiranno di Atene unitamente al fratello maggiore Ippia. Le sculture originali in bronzo, opera di Antenore e considerate il punto di partenza del cosiddetto stile severo, furono trafugate dai Persiani durante il sacco di Atene del 480 a.C. e successivamente riportate ad Atene e ricollocate nell’Agorà da Alessandro Magno, a dire dello storico Arriano o, come sostiene lo scrittore romano Valerio Massimo, da Seleuco I Nicatore. Fu la prima volta, per i greci, che statue di persone comuni furono poste in un luogo pubblico; ciò fa comprendere meglio come Armodio e Aristogitone furono eroicizzati divenendo simboli della neonata democrazia.

Tra le numerose copie di età romana, quelle esposte al MANN sono databili tra il 117 e il 138 d.C.; si ipotizza siano provenienti dalla villa dell’Imperatore Adriano a Tivoli, furono ritrovate insieme e rappresentano l’unica replica completa del gruppo. Entrambi sono rappresentati nell’atto di scagliarsi contro il tiranno, Armodio giovanissimo e con un braccio alzato che impugna una spada, Aristogitone con la barba. La statua di Aristogitone fu ritrovata mancante della testa, che fu sostituita da una testa di Meleagro in un restauro del ‘500; successivamente la testa di Aristogitone fu ritrovata nei Musei Vaticani e un suo calco in gesso ha sostituito la testa di Meleagro, anch’essa esposta oggi al MANN.

Gruppo scultoreo detto ‘I tirannicidi’, particolare di Aristogitone – Foto: Giorgio Manusakis

I motivi del tirannicidio in realtà non erano legati a ideali di libertà, ma erano strettamente personali. Ipparco, tiranno di Atene succeduto, insieme al fratello Ippia, al padre Pisistrato, si era invaghito del giovane Armodio il quale, però, lo rifiutò in quanto era legato ad Aristogitone da una relazione non definibile omosessuale nel senso odierno, ma tra un adolescente e un anziano (fatto tipico dell’epoca e facente parte del percorso educativo dei giovani). Ipparco si vendicò escludendo la sorella di Armodio dalle feste Panatenee, un gesto molto offensivo per tutta la famiglia del giovane, il quale pensò di vendicarsi con l’aiuto di Aristogitone. La cospirazione fu organizzata con la collaborazione di altre persone, tuttavia al momento di agire i due, temendo di essere stati traditi, si mossero da soli in anticipo e riuscirono ad uccidere il solo Ipparco. Il loro gesto non portò ad alcuna rivolta, ma l’uccisione di Ipparco fece in modo che il fratello Ippia instaurasse una dittatura ancora più dura e crudele, e quindi molto impopolare, che fu rovesciata. In seguito a ciò, con le riforme di Clistene, si arrivò alla nascita della democrazia. Probabilmente anche per questo motivo la tradizione dipinse i due personaggi come liberatori, creando intorno a loro un’aurea romantica e mitologica narrata da diverse storie: secondo una di queste, Aristogitone fu torturato da Ippia per rivelare il nome degli altri cospiratori e fu ucciso dal tiranno quando lo criticò per aver stretto la mano di chi gli aveva ucciso il fratello. Un’altra storia narra che Aristogitone fosse innamorato di una certa Leaena (ovvero ‘leonessa’), torturata e uccisa da Ippia che voleva sapere da lei i nomi dei cospiratori, e fu in suo onore che ad Atene le statue di Afrodite furono accompagnate da leonesse. Secondo altri scrittori, i due tirannicidi ebbero dei privilegi ereditari quali il diritto a mangiare nel palazzo del governo, l’esenzione da alcuni doveri religiosi e il diritto ad assistere in prima fila agli spettacoli in teatro.

Nel prossimo articolo vi parleremo di una statua realizzata con i materiali più costosi dell’epoca: l’Apollo Liricine seduto.

Per chi volesse approfondire il tema e vedere molte altre foto e riprese dei dettagli di questo gruppo scultoreo e di tanti altri capolavori esposti al MANN, i link di riferimento sono i seguenti:

www.miti3000.it

https://www.facebook.com/MUSEOMANN/

Gruppo scultoreo detto ‘I tirannicidi’, particolare di Armodio – Foto: Giorgio Manusakis

2 pensiero su “MANN – Le opere più belle in esposizione – I Tirannicidi”

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