Napoli, la ‘Fontana del gigante’ presente nella sigla di ‘Carosello’ – Foto (modificata): Lucia Montanaro

Ugo G. Caruso e Lucio Montera firmano la rassegna di un’antologia degli sketch di Carosello ‘made in Napoli’ più famosi.

a cura di Paola Germana Martusciello

A Napoli, all’Auditorium Marillac, in via Andrea D’Isernia, sabato 23 marzo, si è svolta una interessante rassegna che ha visto come protagonista una brillante e poliedrica antologia dei Caroselli napoletani, elaborata da Ugo G. Caruso e Lucio Montera. Le digressioni si incentrano su una sorta di linea che affonda le sue motivazioni proprio in quel movimento che si definisce “telesaudadista”, fondato dallo stesso Caruso, vale a dire quella sorta di sentimento nostalgico di un qualcosa che non c’è più o che non è presente; un racconto fatto con gli occhi lucidi su quegli anni in cui la vecchia TV, quella in bianco e nero, produceva programmi di altissimo livello. Il movimento, infatti, mantenendo il suo proposito di revival storico sulla qualità televisiva, ha visto, in una serata dedicata ai caroselli, l’incontro e la partecipazione di personaggi che hanno fatto la storia del programma televisivo, come Luciano Emmer, Mita Medici, Moraldo Rossi, Ugo Fangareggi, attraverso una serie di appuntamenti in cui venivano proiettati caroselli, serie TV su Renato Rascel, sceneggiati televisivi, serate, dunque, a spunto tematico. Il racconto di questa tanto amata pubblicità, sia dagli adulti che dai bambini, inizia e si conclude con due splendidi caroselli della Cirio realizzati da Pino Pascali e Sandro Lodolo dove si rivive, attraverso fotografie, la bellezza e la vitalità briosa di Napoli con il sottofondo musicale che diventa un mosaico, fatto con frammenti preziosi di celebri canzoni napoletane. Il nuovo filone della serata, perché già nel 2009 venne presentata al Grenoble di Napoli, si racchiude in un punto nodale che stigmatizza la realtà della produzione dei caroselli, in una cifra stilistica che vede protagonista la Napoli pubblicitaria degli anni ’60 e ’70. In questa seducente e nostalgica rassegna i due curatori cercano, così, attraverso gli sketch recuperati, di definire uno stile squisitamente napoletano. Infatti, viene restituito sulla scena tutto il teatro partenopeo con le sue icone più rappresentative, come Eduardo e Peppino De Filippo: Eduardo lo vediamo sponsorizzare la pomata antidolorifica Icarsan e Peppino il cachet Ut della Gazzoni; nelle vesti di “Peppino cuoco sopraffino” promuove l’acquisto dell’Olio Dante in uno sketch in cui appare anche il figlio Luigi. Altra coppia celebre che viene recuperata da questa simpatica indagine è rappresentata da Aldo e Carlo Giuffrè per la Molinari, la Candy e le cucine Ariston.

Lucio Montera durante l’evento – Foto: Paola Germana Martusciello

Nulla viene dimenticato dai due abili Caruso e Montera, che non tralasciano attori del calibro di Totò, nei panni di un improbabile cassiere di banca per la Star; Franco Sportelli e Pietro De Vico (che i bambini dell’epoca identificavano come il personaggio di Nicolino di Giovanna la nonna del corsaro nero) per la Doria; Carlo Campanini e Gianni Caiafa per la Cynar; Carlo Croccolo per la Cirio e, non per ultimi, gli splendidi salumai Nino Taranto, Giacomo Furia, Dolores Palumbo per la Invernizzi. Rassegna poliedrica nella definizione di Caroselli napoletani, perché non dimentica l’aspetto canoro, recuperando i grandi della canzone quali Aurelio Fierro per l’Idrolitina; Renato Carosone per la Binaca; Gegè Di Giacomo per l’Olio Sasso; Fausto Cigliano insieme a Paolo Poli per la Nestlè; Massimo Ranieri per la Barilla; Peppino di Capri per la Polenghi Lombardo. Sono presenti in questo spaccato della canzone italiana anche altri grandi nomi, come il Quartetto Cetra che canta la canzone napoletana “Guaglione” e Lelio Luttazzi che promuove la napoletana Cirio, che viene anche sponsorizzata in un altro carosello dall’attore francese Philippe Leroy. Volendo continuare sul filone napoletano in questa breve, ma intensa, storia dei Caroselli partenopei si deve fare riferimento anche alla storia della sigla; racconta Lucio Montera: “erano veramente in pochi a sapere, anche a Napoli, che la sigla musicale fosse di origine napoletana dell’800; infatti, dopo una mirabile esecuzione di questo brano ad opera dei maestri Fausto Cigliano e Mario Gangi, nel corso di una loro esibizione nel varietà televisivo ‘Senza Rete’ presso l’Auditorium RAI di Napoli, Cigliano precisò che si trattava della rappresentazione di un’antica tarantella napoletana dell’800.” D’altra parte c’è ancora un altro punto che completa l’idea di un Carosello veramente napoletano, in cui sensibilmente la città partenopea viene rappresentata dall’immagine di uno dei siparietti, attraverso un mirabile e sintetico schizzo dove si racconta il lungomare partenopeo con la sua inconfondibile fontana fanzaghiana chiamata del “Gigante” o del Sebeto, cosi come descrivono le cronache napoletane.

La locandina dell’evento disegnata da Lucio Montera

Di admin

44 pensiero su “Quando la storia della televisione la fecero i ‘Caroselli napoletani’”
    1. Interessante e molto piacevole questa rassegna antologica. Paola Martusciello nel suo articolo mette in risalto il lavoro di chi ha curato la rassegna per evidenziare il contribuito che tanti artisti napoletani di alto livello hanno dato negli anni al mitico “Carosello” . Bei ricordi, “saudade” e la soddisfazione di un marchio ampiamente partenopeo

  1. Ringrazio Paola Germana Martusciello per il suo articolo sulla bella serata tenutasi all’Auditorium Marillac sabato scorso. Aggiungo che la proiezione dei caroselli è stata preceduta da una interessante e puntuale introduzione di Ugo G. Caruso sull’importanza di Carosello e seguita dal video di un’intervista fatta a Fausto Cigliano dallo stesso Caruso nel 2009 dove il compianto grande artista napoletano racconta la sua esperienza di testimonial dei caroselli girati per la Nestlè. La serata si è conclusa con la proiezione del video di una performance dell’ artista Pino Pascali, autore del primo e dell’ultimo carosello della rassegna, nelle vesti di Pulcinella, sonorizzata con un brano jazz del musicista Massimo Nunzi.

  2. Grazie alla dottoressa Paola Martusciello e alla vostra bellissima rivista per un altro interessante articolo che per me é stato anche un bellissimo tuffo nel passato!

    1. L’articolo è sicuramente interessante e piacevole. Personalmente ho fatto un tuffo nel passato in quello che era per la mia generazione forse il momento più atteso della programmazione della tivù della giornata. Tra l’altro l’articolo riporta molte informazioni interessanti che mi hanno permesso di vedere da una angolazione diversa quello che potremmo definire un fenomeno “mediatico” ante litteram.

      1. Piacevole la lettura di questo interessante articolo che oltre a suscitare una sottile nostalgia per quell’ appuntamento serale che entrava nelle case con storie e ritornelli oltre che la pubblicità, ha portato alla luce anche informazioni che probabilmente non erano nella conoscenza dei tanti telespettatori.

    1. Il Carosello era un appuntamento imperdibile per noi bambini di allora. Ogni episodio era una sorpresa per la presenza di famosi personaggi e belle canzoni, motivetti che poi imparavamo a cantare, motti e modi di dire che entravano a far parte del linguaggio comune. Complimenti agli organizzatori di questo evento.

  3. Leggere quest’articolo con il riferimento a tutti quei Caroselli, è stato per me che ho vissuto quel periodo immergermi in cari ricordi della mia infanzia.

  4. Era il mio appuntamento fisso di ogni sera alle ore 9. Adoravo carosello e gli sketch erano perfetti. Bellissimo articolo per ricordare i tempi passati!!

  5. Un tuffo nel passato, nella mia infanzia. Come dimeticare la frase di moda all’epoca: “…e dopo Carosello tutti a nanna”? Da appassionato alla musica ed alla storia sapevo della tarantella e della nostra fontana, utilizzate per la sigla. Non ricordavo, però, quanti napoletani avessero partecipato alle brevi pubblicità. Un grazie, quindi, alla Dr.ssa Martusciello per avermi riportato alla mente la mia infanzia. Fulvio de Innocentiis

  6. Articolo molto interessante che ricorda la nostra giovinezza. Complimenti e un grande augurio che, questo impegno giornalistico, possa continuare ad essere, per noi, gioia di leggere.

  7. Un bell’articolo di Paola Martusciello che è un tuffo nel passato dove i ricordi si fondono con la nostalgia. Ci si domanda cosa sarebbe l’Italia senza Napoli.

  8. Articolo interessante. Mi ha fatto molto piacere questo excursus nella televisione della mia infanzia con informazioni che non ricordavo o nuove per me.

  9. Grazie per il lavoro che fai, finalmente degli articoli super interessanti arte, cultura, musica e la nostra Napoli. Buon lavoro !!!

  10. Appartengo alla generazione che andava a letto dopo il Carosello!!! Grande Paola Martusciello per averci riportato a quegli anni felici.

  11. La prosa della Martusciello è come sempre puntuale e contemporaneamente scorrevole; è stato bello ricordare i nostri beniamini del “prima di andare a nanna”. L’articolo mi ha fatto pensar “sospirando: io non c’era” (come disse il Poeta), deprecando il fatto che non avevo partecipato all’evento descritto.

  12. Articolo molto interessante .. mi ha fatto venire in mente la mia infanzia … “a letto dopo carosello !! “ .. lo aspettavo così tanto ..grazie per questo bellissimo articolo .. complimenti !

  13. Ora che ho dismesso sia la TV, inteso come elettrodomestico, che il canone RAI, perchè inguardabile, non posso che apprezzare la menzione di quella che fu la vera fonte di sublimazione dei nostri sogni, delle nostre aspirazioni, che negli anni 60/70 divenivano accessibili e alla portata di tutti.
    Carosello, oltre che una proposta per acquisti, era un appuntamento quotidiano, un immaginifico scenico portatore di allegria e di sano passatempo.
    Inoltre mostrava, come la bravissima Paola Germana ci ricorda, che, fin dalla sigla, proponeva a tutti gli Italiani una Napoli pregnante, come immagine e come musica, rappresentativa della stessa cultura nazionale.

  14. Complimenti alla dottoressa Paola Martusciello che in questo escursus sugli sketch di carosello, mi ha fatto ritornare alla mia infanzia
    e soprattutto con la sua ricchezza di informazioni, veramente interessante, ci conferma il ruolo sempre fondamentale della cultura napoletana nell’ arte, nel costume e nell’inventiva in generale. Grazie!

  15. Che emozione questa raffica di nomi di attori e cantanti napoletani che si impressero nella mente di un bambino come me in maniera indelebile! Per chi non andava ancora a teatro, per ragioni di età, Carosello è stata l’occasione di conoscere una serie di personaggi di cui poi avrebbe potuto apprezzare il valore. E parliamo non solo di napoletani, ma c’erano i vari Calindri, Volpi, Polacco, De Ceresa (che avrebbe lavorato con Eduardo, guarda caso) che davano vita a brevi sketch, che oggi sembrerebbero lunghissimi, di puro e nobile teatro.

  16. Bellissimo articolo mi ha fatto ricordare la mia infanzia, leggo i nomi di tutti questi grandi artisti napoletani che hanno contribuito al Carosello, che meraviglia!

  17. Bell’articolo di Paola Martusciello sul ricordo del programma televisivo Carosello che spesso con raffinata eleganza proponeva scenette comiche, musicali, cartoni seguiti da messaggi pubblicitari. Anche per Carosello, come ricordato, Napoli spesso era fortemente presente a partire dal siparietto della sigla ispirata alla Fontana del Fanzago fino alla partecipazione di artisti, tra gli altri, come Eduardo, Peppino De Filippo, e Totò insieme a tutti volti noti, napoletani e non, dell’epoca.

  18. Quanti ricordi e quanta ” buona” nostalgia! Quegli spot erano dei veri capolavori di sintesi ed umorismo, un momento piacevole a fine giornata, non solo per i bambini che “dopo” sarebbero andati a letto, ma anche per gli adulti, era una cesura con la giornata di lavoro e introduceva al momento dello svago. Grazie per l’articolo stimolante e documentato

  19. Interessante e puntuale l’articolo della professoressa Martusciello.
    Ci riporta alla memoria quei bellissimi siparietti tanto cari a noi di una certa età, ma soprattutto ci fa conoscere quanta e quale parte giocò la napoletanità in quello che è stato uno dei pilastri della televisione italiana.

  20. Carosello… Quanti ricordi! Tutto esposto con semplicità e maestria dalla prof. Martusciello.

  21. Piacevole la lettura di questo interessante articolo che oltre a suscitare una sottile nostalgia per quell’ appuntamento serale che entrava nelle case con storie e ritornelli oltre che la pubblicità, ha portato alla luce anche informazioni che probabilmente non erano nella conoscenza dei tanti telespettatori.

  22. Mi complimento con l’autrice, la Prof. Paola Martusciello, per aver redatto un articolo molto preciso e circostanziatoa riguardo un programma televisivo che ha condizionato la vita degli Italiani degli anni ’60 e ’70 del secolo scorso. L’autrice e’ riuscita a farci rivivere le emozioni di un tempo lontano, che ancora oggi sentiamo vicino.

  23. Bellissimo articolo, di Paola G. Martusciello, sui “Caroselli napoletani”, ricco di interessanti e puntuali excursus che, come ogni scritto di Paola, contribuiscono a trasformare, quasi impercettibilmente, l’articolo in un piccolo prezioso saggio.
    Anche questo articolo/cronaca, di una interessante serata incentrata sulla rappresentazione di un ritorno ad un passato, che suscita e risveglia nostalgici e bei ricordi a chi l’ha vissuto ed interesse e curiosità a chi, per età, non l’ha vissuto ma comunque bramoso di conoscenza, è scritto con la solita maestria e chiarezza che contraddistinguono i “racconti”, sempre stimolanti ed esaustivi, di Paola Germana Martusciello.
    In particolare questo articolo ha suscitato in me due sensazioni, opposte e complementari, una il rammarico di non aver partecipato in presenza a questa interessantissima presentazione e l’altra, scorrendolo, è come se mi facesse rivivere un momento realmente avvenuto in presenza!
    Quindi un plauso ed ancora complimenti a Paola ed auguri a questa pregevole e piacevole rivista.

  24. Articolo minuzioso e dettagliato che conferma quanto la cultura napoletana rappresenti buona parte delle radici di quella italiana. Questa testata getta luce sulla bellezza ed è fonte di ispirazione. Rischiara cieli di bruttezza di cui la cultura e l’arte odierna è fatta: vapore senza sostanza.

  25. Ringrazio l’autrice Paola Germana per questo articolo che mi ha risvegliato la nostalgia di un passato non solo giovanile ma simpatico e genuino di una pubblicità pulita, genuina, attraente.

  26. Era l’epoca che considerava la pubblicità, quella americana per capirci, una istigazione sfrontata al consumismo. Un’interferenza che mirava solo al “compralo, usalo, mettilo…” tipico degli slogan anglosassoni. E allora, qui da noi, inventarono modi gentili e adatti al pubblico di quegli anni, che aveva come base la cultura contadina e la parsimonia; non si dimentichi che gli italiani erano usciti da una guerra disastrosa e quel periodo, il secondo dopoguerra, era uno sforzo collettivo di ricostruzione morale e civile del Paese. I carosello, sprazzi di teatro, avevano una regia attenta e attori noti che recitavano con simpatia e sagacia, con espedienti intelligenti invitavano a conoscere i prodotti. Erano amici, e siamo portati ad ascoltare e dare fiducia a chi consideriamo amico. E poi Napoli era Napoli. Era protagonista indiscussa della musica, del teatro, del cinema.
    Un giorno (fine anni 70) una persona che aveva vissuto in giro per il mondo, conosciuta a casa di amici, mi disse: l’Italia all’estero è Napoli e basta… certo, anche un po’ Roma e Venezia, ma contorno al piatto principale.

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