Villa San Marco, il peristilio – Foto: Giorgio Manusakis

Dai primi mesi del 2023 sono riprese le indagini nel sito archeologico di Villa San Marco di Stabiae, a cura di un’equipe formata da docenti e studenti del Parco Archeologico di Pompei, dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, della Scuola Superiore Meridionale e della Scuola IMT Alti Studi di Lucca. Di seguito un resoconto dei risultati di queste nuove ricerche tuttora in corso

Una breve storia degli scavi nella villa

Villa San Marco, da un punto di vista topografico, si colloca nell’ambito dell’antico insediamento romano di Stabiae, al di sopra del quale sorge la moderna città di Castellammare di Stabia. La lussuosa residenza, nello specifico, fu impiantata sul ciglio della collina di Varano, zona in cui fu realizzata un’altra bellissima ed importante struttura privata rappresentata da Villa Arianna. Scoperta nel XVIII secolo sotto la dinastia dei Borbone ed esplorata mediante il sistema dello scavo a cielo aperto e dei cunicoli, Villa San Marco fu successivamente interrata per poi essere nuovamente riportata alla luce tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento dall’archeologo Libero D’Orsi, il quale provvide al contempo a ricostruire e reintegrare coperture e murature. Danneggiata parzialmente dal sisma dell’Irpinia del 1980, la residenza fu interessata da ulteriori scavi a partire dai primi anni Duemila sino alle indagini riprese ad inizio 2023 ed ancora in corso.

Villa San Marco, ricostruzione grafica – Foto: Giorgio Manusakis

Le ipotesi sulle vicende edilizie ed abitative

L’obiettivo dell’equipe di lavoro attualmente operante è di approfondire la conoscenza delle fasi edilizie e delle vicende abitative inerenti al sito. Secondo un quadro ipotetico generale, la villa sarebbe stata costruita in un momento ancora indefinito dell’età tardo-repubblicana. Già risistemata in età augustea e contraddistinta da due importanti settori (quello dell’atrio, con annesso impianto termale, e quello del portico inferiore con un giardino, una piscina e diversi ambienti da pranzo e residenziali), la struttura si sarebbe ulteriormente ampliata durante il governo dell’imperatore Claudio con la realizzazione della cosiddetta area del portico superiore. Proprio qui dal mese di marzo di quest’anno hanno avuto inizio nuove indagini che hanno sinora restituito dati molto interessanti sul piano sia vulcanologico che archeologico.

Villa San Marco, un affresco raffigurante Perseo con la testa di Medusa – Foto: Giorgio Manusakis

I lapilli del 79 d.C. e le testimonianze pittoriche di IV stile

In primo luogo, è stato possibile documentare la pioggia di lapilli, prima bianchi e poi grigi, che secondo il racconto di Plinio il Giovane ricadde su tutto il territorio vesuviano in occasione della drammatica eruzione del 79 d.C. Tali strati eruttivi sono apparsi rimescolati con materiale edilizio di crollo, come pezzi di intonaco dipinto, tegole, coppi, un capitello integro ed altri ridotti in condizioni frammentarie. Al contempo, però, gli archeologi hanno potuto riscontrare ampie porzioni di murature rimaste pressoché intatte, decorate con figure ed elementi tipici del repertorio del IV stile, il più recente dei quattro identificati a fine Ottocento da August Mau. In queste suggestive pitture, infatti, alle cornici ornate con fregi figurati e ricami si associano quinte architettoniche da cui emergono attori e statue, scene di battaglie navali, nature morte con frutta e selvaggina ed un pregevole quadretto con un Pan miniaturistico intento a suonare la syrinx vicino ad una capra.

In sostanza, i primi risultati di queste nuove ricerche presso Villa San Marco possono ritenersi molto soddisfacenti per due ragioni: da un lato, infatti, integrano i contenuti di precedenti pubblicazioni del secolo scorso a cura di Olga Elia (sulle pitture) e di Alix Barbet e Paola Miniero; dall’altro, rappresentano un preziosissimo ed aggiornato supporto per il proseguimento degli studi archeologici sulla residenza e sull’intero territorio stabiese.

Villa San Marco, l’impluvium – Foto: Giorgio Manusakis

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