Le pitture della Tomba del Cerbero – Foto da comunicato stampa Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli

Ad inizio ottobre la città di Giugliano in Campania è salita agli onori della cronaca per una grande scoperta archeologica, rappresentata da un’antica tomba a camera rimasta non solo del tutto integra a livello strutturale ma anche ben conservata nel suo programma decorativo. In virtù del suo principale motivo figurato la struttura funeraria è stata denominata Tomba del Cerbero  

Alcuni dati di contesto

Il sensazionale rinvenimento è avvenuto all’interno di un fondo agricolo in cui sono previsti importanti lavori relativi al completamento ed all’adeguamento del sistema di alimentazione idrica dell’area Flegreo-Domitiana. In via preliminare un gruppo di archeologi, coordinato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli, aveva effettuato nella zona alcune ricognizioni di superficie, i cui esiti, costituiti da materiali archeologici relativi ad antiche frequentazioni umane, avevano fatto intuire l’idea che vi potessero essere sepolte importanti testimonianze monumentali. Pertanto, come passaggio successivo, l’equipe di tecnici ed archeologi ha proceduto alla realizzazione di un saggio di scavo. I risultati di tale esplorazione hanno confermato le suddette aspettative. Le indagini hanno riportato alla luce, infatti, una necropoli romana formata da tombe ad incinerazione e ad inumazione, databili in un arco cronologico che va dall’età tardo-repubblicana all’età imperiale.

Volta della camera ipogea vista dall’alto Foto da comunicato stampa Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli

La Tomba del Cerbero e le sue caratteristiche

In corrispondenza di uno dei lati perimetrali di tale area sepolcrale è emersa, nel corso degli scavi, una cresta di un muro in opus incertum, che, con il completamento delle operazioni di disseppellimento, si è rivelata appartenere alla facciata d’ingresso di una tomba a camera. La porta di accesso alla struttura è risultata composta da una lastra di tufo e, in corrispondenza della sua sommità, da una serie di tegole. Tale espediente, secondo gli esperti, sarebbe stato predisposto volutamente affinché la tomba potesse essere riaperta successivamente per consentire la deposizione di ulteriori corpi. Una volta rimossa tale porta, gli archeologi, insieme al soprintendente Mariano Nuzzo, hanno potuto accedere alla camera funeraria all’interno della quale sono emerse 3 klinai, con ancora i resti degli individui qui sepolti e dei rispettivi corredi, ed un piccolo altare con quanto restava delle ultime libagioni. L’elemento, tuttavia, che maggiormente ha attirato l’attenzione degli scopritori è stato il ciclo figurativo affrescato sotto al soffitto e lungo le pareti dell’ambiente sepolcrale. Tra i principali temi effigiati, come festoni, ghirlande ed Ittiocentauri intenti a reggere un clipeo (un tipico scudo romano) è stato possibile riconoscere l’immagine di un cane con tre teste, che è stato facilmente identificato come rappresentazione di Cerbero. La collocazione in questo specifico contesto di tale animale mitologico, figlio di Echidna e Tifone, citato anche da Dante nella Divina Commedia, non deve sorprenderci più di tanto. Egli, infatti, era il custode degli inferi, che impediva il passaggio dei vivi nell’Oltretomba e dei defunti nel mondo terreno, e solo tre eroi, ossia Eracle, Orfeo ed Enea, sarebbero riusciti a sconfiggerlo e superarlo.  

Secondo una prima ipotesi, da confermare con il completamento delle indagini in corso, la Tomba del Cerbero e la necropoli in cui essa ricade dovrebbero afferire al territorio dell’antica colonia latina di Liternum, fondata agli inizi del II secolo a.C. nell’attuale frazione di Lago Patria del Comune di Giugliano ed abitata da alcuni veterani della seconda guerra punica, tra cui il famoso Scipione l’Africano che qui morì nel 183 a.C.  L’area sepolcrale, inoltre, sembra inquadrata entro i limiti di una locale centuriazione, ossia la tipica suddivisione del territorio delle città romane destinato perlopiù ad attività agricole.  

L’ingresso della camera sepolcraleFoto da comunicato stampa Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli

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