Maria Pia Daidone, ‘Sintesi materica nr.5’ – Franca Lanni, ‘The Room’ – Foto: Matilde Di Muro
Inaugurata il 5 ottobre presso la galleria d’arte aversana la doppia personale di Maria Pia Daidone e Franca Lanni.
Dallo scorso 5 ottobre e per tutto il mese corrente, presso la galleria d’arte Spazio Vitale Arte Contemporanea di Aversa, è possibile visitare Sintesi materiche e Viaggi nell’inconscio, tra realtà e immaginario: una doppia personale tutta al femminile in cui due artiste, Maria Pia Daidone e Franca Lanni, si svelano attraverso opere d’arte esclusive per contenuti, sensibilità e tecniche espressive.
L’esposizione, curata dal sociologo e critico d’arte Maurizio Vitiello, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Sociologi – Dipartimento Campania, induce lo spettatore ad immergersi in due mondi intimi e personali che manifestano due distinti approcci al mondo reale; due percorsi artistici differenti eppure sensibilmente connessi da un forte dimensione esperienziale.
Maria Pia Daidone e le sue Sintesi Materiche
L’artista napoletana Maria Pia Daidone, di formazione accademica e attualmente attiva tra Londra, Napoli e Cantalupo nel Sannio (IS), ha operato un lungo percorso artistico caratterizzato da un interesse particolare per la materia da cui estrarre forme e vitalità sempre nuove. Pur essendosi sempre interessata di pittura, ha attraversato varie fasi in cui ha realizzato composizioni plastiche, sezioni minime di architettura e scenografie presepiali. Una continua ricerca l’ha condotta a utilizzare, nelle diverse fasi e con estrema libertà, svariati materiali – dalle classiche tele a carte e cartoni, metalli, legni e plexiglas – e, sperimentando diverse tecniche, ad interpretare sia il mondo umano che quello animale e vegetale.

Maria Pia Daidone, ‘Sintesi materica nr.10’ – Foto: Matilde Di Muro
In più di 30 anni di attività artistica, Maria Pia Daidone ha preso parte a svariate rassegne, oltre a vantare una lunga serie di esposizioni personali e in collettiva che hanno destato la giusta attenzione nel panorama artistico contemporaneo e tra la critica d’arte militante. Giunge, oggi, ad una particolare fase di sintesi che svela un’intima necessità espressiva volta alla essenza delle cose e che si esprime con particolare e ricercata raffinatezza.

Maria Pia Daidone, ‘Sintesi materica con simbolo’ – Foto: Matilde Di Muro
In Sintesi materiche ammiriamo opere, dal punto di vista espressivo, essenziali perché caratterizzate dall’assenza di tessiture decorative e dalla presenza di campiture di colore che appaiono apparentemente piatte e decise ma che poi, sotto un’attenta osservazione, rivelano lievi solchi come leggeri graffiti, venature e increspature che esaltano la vitalità della materia trattata e allo stesso tempo esaltata. Sono opere realizzate con tecnica mista stendendo, per sovrapposizioni e velature, pittura acrilica, anilina, smalti e colla su supporti semplici e poveri, come cartapesta e cartone. Talvolta, tra le venature e in alcuni inserti, appare dell’oro, quasi a voler squarciare di luce quelli che potrebbero apparire impenetrabili paramenti di pietra vissuti da un ‘tempo senza tempo’ e sottolineati, ma anche delimitati e contenuti, da supporti in ferro grezzo che non vanno intesi come semplici contenitori e, men che meno, come cornici bensì, piuttosto, come parti integranti delle opere stesse.

Maria Pia Daidone, ‘Sintesi materica nr.8’ – Foto: Matilde Di Muro
Le creazioni sono di varie dimensioni e tra loro spiccano due composizioni di opere di piccole dimensioni che, come minuscole finestre, svelano eteree figure, fiori dal gambo sottile e con petali filiformi o corolle leggermente dischiuse, goffe forme di animali, esili scale. Quest’ultime sono elementi ricorrenti nelle ultime creazioni della Daidone e svelano un desiderio, un invito rivolto e allo stesso tempo una necessità di “ascesa” di intenti e umani sentimenti. A riguardo l’artista stessa dichiara di considerare la scala come uno strumento funzionale al superamento di ogni sfida personale ma anche un simbolo adatto ad esprimere il desiderio di una pace urgente per la risoluzione dei tanti conflitti che affliggono questo nostro mondo.

Maria Pia Daidone, particolare di ‘Sintesi materica nr.10’ – Foto: Matilde Di Muro
Sono percezioni intime che trovano raffinata e lirica espressione nella materia e nel tratto leggero e, allo stesso tempo, libero e deciso, tra realismo e astrazione vagamente geometrica.
I viaggi di Franca Lanni
Franca Lanni, nata a Città della Pieve (PG), insegnante di Teoria della percezione e Psicologia della forma presso l’Accademia di Belle Arti di Nola, abile artista multimediale e performer, dal 1974 partecipa a numerose mostre personali e collettive, nazionali e internazionali.
Molto attenta e sensibile a tematiche di carattere sociale, si è sempre interessata al travaglio dell’animo umano e al mondo del disagio mentale fino a fare, negli anni ’70, esperienza diretta di osservazione comportamentale all’interno della realtà del Manicomio di Aversa e a sperimentare con i pazienti stessi attività artistico-terapeutiche. Successivamente, Franca Lanni si accosta al mezzo elettronico per l’elaborazione di un nuovo tipo di immagine, creata sempre dalla mano umana ma ottenuta guidando abilmente il pennello elettronico della scansione digitale per ottenerne immagini dai reflessi molteplici e variegati.

Franca Lanni, ‘Dismorfofobia 2’ – Foto: Matilde Di Muro
Tra reale e virtuale, in questa sua esposizione dal titolo Viaggi nell’inconscio, tra realtà e immaginario, l’artista dedica i suoi lavori al tema delle dipendenze e delle fobie. I suoi lavori alternano astrazione e figurazione per raccontare di esperienze vissute ed esplorare universi intimi e tormentati troppe volte negati, ignorati o sottovalutati dal complesso mondo moderno.

Franca Lanni, ‘Dipendenze affettive 2’ – Foto: Matilde Di Muro
Il computer è, per Franca Lanni, come un compagno di viaggio verso un nuovo tipo di action painting che la porta ad una sorta di smaterializzazione del soggetto che poi si ripresenta nella sua verità più intima e fragile. Sono spesso donne le protagoniste delle sue opere che raccontano di violenze e disparità di genere.

Franca Lanni, ‘Mai più violenza sulle donne’ – Foto: Matilde Di Muro
In un’epoca di continue evoluzioni, tra intelligenza artificiale, realtà virtuale e realtà aumentata, dove vi è uno sconvolgimento anche nelle modalità di fare, vivere e condividere l’arte, Franca Lanni sembra saper attraversare i tempi e restituire, attraverso le sue opere, un’analisi attenta, sensibile e profonda della realtà.

Franca Lanni, ‘Dipendenze affettive 3’ – Foto: Matilde Di Muro
In un’intervista ha così dichiarato: “Il mio lavoro è un viaggio visionario nell’inconscio in un territorio dove realtà e virtualità si abbracciano e si confondono; attraverso la contaminazione digitale il mio lavoro vive l’immateriale per, poi, divenire corpo reale, espressione concreta di un universo dove realtà e virtualità hanno vissuto straordinarie articolazioni dialettiche, dando vita ad un’opera completamente trasformata nelle sue accezioni sia percettive che concettuali.” Dunque, due visioni contemporanee dialogano con il pubblico attraverso un’esposizione che vi consigliamo, davvero, di non perdere e che resterà visitabile fino al prossimo 31 ottobre.