Andy Warhol, ‘Triple Elvis’ – Foto: Matilde Di Muro

Le Gallerie d’Italia a Napoli, dopo i 22 anni di esposizioni presso il prestigioso palazzo Zevallos Stigliano, dal 2022 occupano il palazzo Piacentini, ex Banco di Napoli, dove proseguono e ampliano continuamente l’offerta culturale.

Qualche cenno sull’allestimento delle Gallerie

Questo luogo, cambiando la sua originaria funzione, è stato ripensato grazie ad un progetto curato da Michele De Lucchi che ha organizzato i suoi 10.000 metri quadri seguendo i più innovativi criteri museografici. Attualmente, mentre il monumentale salone al piano terra è dedicato alle mostre temporanee e ai grandi eventi, nei piani superiori offre in maniera permanente, grazie alle opere appartenenti al patrimonio storico-artistico di Intesa Sanpaolo, tre importanti itinerari espositivi: la storica Collezione Caputi di ceramiche attiche e magnogreche, curata da Fabrizio Paolucci e presentata, per la prima volta, al pubblico nella sua interezza; l’esposizione dedicata all’arte napoletana dal XVII secolo al XX secolo, tra cui spicca lo splendido capolavoro del Caravaggio, Il Martirio di sant’Orsola, e un’importante raccolta del Novecento denominata Vitalità del Tempo, che propone una selezione di 44 opere che, dal dopoguerra, giungono fino al contemporaneo.

Quest’ultimo itinerario, allestito a partire dal dicembre 2023 e curato da Luca Massimo Barbero, propone una ricca e molteplice collezione che si è formata, nel tempo, grazie al confluire delle opere appartenute alle numerose banche incorporate nel Gruppo Intesa Sanpaolo ma anche a seguito di acquisizioni sul mercato e di importanti donazioni. 

Si tratta, pertanto, di un’esposizione in continua evoluzione e destinata a variare nel tempo in modo da offrire al visitatore un percorso attraverso l’immaginazione e l’inventiva contemporanea, oltre a mostrare quella ‘vitalità del tempo’ che l’arte, con i suoi continui mutamenti, sa ben raccontare.

La mostra su Warhol con le opere della collezione Agrati

Questo interessante progetto si arricchisce, oggi, con una nuova presentazione dal titolo Andy Warhol. Triple Elvis: un nucleo di opere di Andy Warhol provenienti dalla Collezione Luigi e Peppino Agrati, enciclopedica raccolta d’arte contemporanea formata tra gli anni ’60 e ’80 del Novecento, e confluite, grazie al lascito del Cavalier Luigi Agrati, nel patrimonio storico-artistico tutelato e valorizzato da Intesa Sanpaolo.

Controverso ed enigmatico, Andy Warhol fu uno degli artisti più importanti e carismatici del XX secolo. Nessuno come lui seppe plasmare lo spirito della Pop art attraverso vere e proprie opere di denuncia in cui i soggetti protagonisti furono i “prodotti” della società dei consumi, vero bersaglio della sua critica.

Nel corso della sua carriera, Warhol seppe utilizzare diversi linguaggi, quali la fotografia, il video, la performance, l’happening e anche la musica benché a renderlo celebre furono le ‘serigrafie’ che, come egli stesso ebbe modo di dichiarare, gli permisero di trovare “un modo per simboleggiare il vuoto e l’essenza stessa del nulla”.

Nel percorso espositivo alle Gallerie d’Italia napoletane si assiste all’evoluzione dell’artista americano, tra gli anni Sessanta e i primissimi anni Settanta, attraverso tre importanti cicli grafici qui esposti insieme in maniera inedita.

Andy Warhol, ‘Serigrafia Electric Chairs’ – Foto: Matilde Di Muro

La mostra si apre con due celebri serigrafie di dieci opere ognuna: Electric Chairs e Mao Tse-Tung. Nella prima l’immagine di una sedia elettrica diventa icona politica ma anche una meditazione sull’umanità e sulla morte come gesto ‘seriale’. La seconda serie, in cui a ripetersi è il volto di Mao, venne eseguita da Warhol nel 1972, anno del celeberrimo viaggio di Nixon in Cina, nazione allora considerata antagonista della politica americana.

Andy Warhol, ‘Serigrafia Mao Tse Tung’ – Foto: Matilde Di Muro

Nella sala successiva, lateralmente, si ammira l’universalmente celebrata serie di dieci opere dedicate a Marilyn Monroe mentre, sulla parete frontale, campeggia l’opera che ha ispirato il titolo dell’intera esposizione: Triple Elvis.

Andy Warhol, ‘Serigrafia Marilyn’ – Foto: Matilde Di Muro

In un’unica opera la figura di Elvis Presley, tratta da un’immagine pubblicitaria del film Flaming Star del 1960, emerge per ben tre volte da uno sfondo di un argento metallico e privo di ogni riferimento naturale. Essa, ripetendosi come in una sequenza cinematografica, sembra essere in movimento, emerge e si dissolve perdendo consistenza come in una sorta di visione onirica.

La peculiarità e l’originalità di quest’opera sta nel fatto che l’artista sperimentò così il fondo argento per le sue opere e che, per la prima volta, lavorò sulla ripetizione di uno stesso protagonista sulla stessa tela. 

Inoltre, essa ha una storia significativa e importante: ha fatto parte della grande mostra Andy Warhol: Elvis Paintings tenutasi nel 1963 alla Ferus Gallery di Los Angeles e, dopo aver fatto parte, quasi immediatamente, della Collezione di Leo Castelli, grande gallerista promotore dell’arte americana del Secondo Dopoguerra, nel 1971 fu acquistata da Peppino Agrati. È stata, poi, esposta alla Tate Gallery di Londra nel 1971 e al Whitney Museum di New York nel 1984 mentre, negli ultimi vent’anni, è stato possibile vederla brevemente solo in due occasioni. Pertanto questa, per le Gallerie d’Italia, rappresenta un’eccezionale opportunità offerta al pubblico di godere di tale opera insieme ad altre, provenienti dalla stessa collezione Agrati, qui riunite per la prima volta.

La sezione sul Vesuvio e su Napoli

L’antologia si conclude con due dei lavori dedicati da Warhol al Vesuvio e facenti parte dei 18 dipinti della collezione ‘Vesuvius’ realizzata nel 1985: Vesuvius (nero) e Vesuvius (rosso).

Andy Warhol, ‘Vesuvius’ (rosso) – Foto: Matilde Di Muro

Questi dipinti, facenti parte della collezione Intesa Sanpaolo, testimoniano l’importante legame che l’artista ebbe non solo con l’Italia ma soprattutto con Napoli grazie anche a personalità di spicco come quella di Lucio Amelio, che seppe coinvolgerlo in una serie di esposizioni fondamentali per la storia artistica napoletana.

Andy Warhol rimase molto affascinato da questa città così piena di vita e resa ancora più speciale dalla presenza del Vesuvio, una minaccia costante che incombe sulla città ma che, allo stesso tempo, è vera ‘icona’ partenopea.

L’artista, che aveva abbandonato, ormai da vent’anni, la tecnica della pittura a mano, la riutilizza in questa serigrafia per conferire un aspetto più personale e spontaneo all’immagine e, usando tonalità differenti, sembra raffigurare il vulcano nelle diverse fasi dell’evento catastrofico, oltre a dare una personalissima interpretazione, in chiave pop, del Vedutismo napoletano.

Andy Warhol, ‘Vesuvius’ (nero) – Foto: Matilde Di Muro

In mostra, nella prima sala, anche un ritratto di Warhol: una piccola e delicata opera fotografica di Duane Michals, fotografo americano, in cui l’artista appare e scompare.

‘Andy Warhol’, trilogia di Duane Michals – Foto: Matilde Di Muro

Oggi che, forse più che negli anni Sessanta e Settanta, il flusso di informazioni e di immagini è alla base della nostra cultura, la filosofia e l’estetica trasferite dalle opere di Andy Warhol sembrano essere profondamente radicate nella società contemporanea.

L’attrazione che provo nel lasciare che le immagini si ripetano all’infinito manifesta la mia convinzione: sprechiamo la maggior parte delle nostre vite a guardare invece che ad osservare”: questa affermazione dell’artista sembra essere un accorato invito ad abbandonare quel fare tante volte ‘meccanico’, frettoloso e superficiale dell’uomo contemporaneo a favore di un andamento più ‘umano’ in cui lo spazio dell’osservazione e la riflessione non siano più aspetti marginali ma fondanti e questa mostra, aperta il 25 settembre 2024 e visitabile fino al 16 febbraio 2025, ce ne dà occasione. Non resta che concludere riconoscendo che le Gallerie d’Italia a Napoli sono, per questa città, un vero e proprio fiore all’occhiello grazie al continuo impegno nel creare ponti tra passato e presente, tra antico e contemporaneo. Un grande e prestigioso spazio espositivo, affacciato sulla vivace e centrale via Toledo, ci invita ad immergerci nella bellezza e a lasciarci sorprendere da itinerari espositivi inediti – accanto alle tante opere da sempre amate – dai nuovi spazi per l’incontro e le numerose iniziative.

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