Ad un mese dall’uscita di C’è ancora domani con un incasso di circa 14 milioni di euro al botteghino, possiamo affermare che l’esordio alla regia dell’attrice Paola Cortellesi è un successo da tutti i punti di vista.

Capita ormai poche volte, quando si va al cinema, che dopo la proiezione di un film il pubblico in sala si alzi in piedi per applaudire. C’è ancora domani, il nuovo film di Paola Cortellesi che la vede per la prima volta regista, interprete e cosceneggiatrice, ha suscitato nel pubblico proprio questa reazione.

Il film è ambientato a Roma nell’immediato dopoguerra, in un periodo cruciale per la storia del nostro Paese: dopo vent’anni di dittatura fascista il popolo italiano, devastato dai lasciti della guerra, venne chiamato alle urne per decidere il destino dell’Italia e scegliere tra monarchia e repubblica. In questo scenario storico, nei sobborghi di Roma, vive Delia (Paola Cortellesi) con suo marito Ivano (Valerio Mastandrea), un uomo violento, figlio della cultura di quell’epoca, che esercita il suo potere sulla moglie e i tre figli, in particolare su Marcella (Romana Maggiora Vergano). La tematica centrale del film è la condizione della donna, schiacciata sia dalla società che dalla famiglia, relegata al ruolo di madre e serva della casa e senza alcuna possibilità di autodeterminarsi. Essa è raccontata in maniera impeccabile: è, sì, messa in luce la drammaticità della condizione in cui la protagonista si trova, ma allo stesso tempo la vicenda viene raccontata con un velo di ironia, senza però mai sfociare nell’assurdo o, ancora peggio, nel ridicolo.

Il film, girato in bianco e nero, presenta numerosi ed evidenti richiami al cinema neorealista, raccontando la stessa Roma di film celebri come Ladri di biciclette. Questa sapiente scelta consente allo spettatore di immedesimarsi nella storia, esposta in maniera molto fluida e dinamica.

Oltre all’idea, che possiamo definire vincente, di narrare un determinato momento storico in maniera innovativa, il film ha un ulteriore grande pregio: la recitazione. Tutto è basato sul rapporto di coppia, prima tra moglie e marito, poi tra madre e figlia e infine tra due amiche. Ogni coppia che appare sullo schermo interagisce in modo diverso e ci restituisce uno spaccato realistico sulla società dell’epoca: il rapporto tra Delia e Ivano, caratterizzato dalla violenza e dalla sopraffazione; quello tra Marcella e Delia, in cui sono presentate due figure femminili in apparente contrapposizione, ma che in realtà hanno molti punti di contatto. Marcella, a cui è stato impedito di continuare a studiare, si scontra ripetutamente con la madre accusandola di subire passivamente i comportamenti violenti del padre, salvo poi ricadere lei stessa nelle medesime dinamiche con il suo fidanzato. Merita un cenno il duo Cortellesi-Fanelli (che nel film interpreta Marisa, un’amica di Delia), che ci regala momenti di ilarità e sul grande schermo funziona benissimo.

Il film si conclude in maniera del tutto inaspettata, con un finale pregno di significato che conferisce ulteriore carattere al lungometraggio.

L’esordio alla regia di Paola Cortellesi, attrice da anni impegnata in battaglie sociali, ha superato ogni aspettativa. C’è ancora domani è un film attuale, urgente e sfrontato a cui lo spettatore facilmente può affezionarsi.

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