George Romney, ‘Emma Hart come Circe’ (1782) – Joshua Reynolds, ‘Sir William Hamilton’ (1776-77) – Foto: Paola Germana Martusciello

Arte, storia, filosofia e un pizzico di magia nell’esposizione della collezione di Sir William e Lady Hamilton.

L’interessante mostra, attualmente in corso presso Gallerie d’Italia, sede Banca Intesa a Napoli, (visitabile fino a marzo 2025) dedica la sua attenzione alla rappresentazione del racconto che si sviluppa intorno alla sfaccettata personalità di Lord William Hamilton, inseguendone le tracce della sua vicenda umana ed intellettuale, riprendendo le ricerche dello studioso Carlo Knight e degli studi presentati nella mostra del British Museum nel 1996. L’esposizione si struttura come un vero e proprio percorso visivo di grande fascino culturale, ricco di seduzioni storico artistiche, le quali, senza alcun dubbio, scaturiscono da una scelta di manufatti che esprimono il così detto stile “lineare”, che divenne cifra stilistica degli artisti del Neoclassicismo. Infatti le opere esposte, come i due bellissimi crateri greco/romani, i dipinti, le porcellane, le stampe, sono state selezionate dai curatori, Fernando Mazzocco e Francesco Leone, in perfetta sintonia con le tematiche scelte, quindi databili in quel prezioso segmento temporale che coincide con le scoperte di Ercolano e Pompei, ambientato nella città di Napoli, in quel momento capitale europea e attraversata dal prorompente vento delle innovative idee dell’Illuminismo.

Thomas Jones, ‘ Terrazza a Napoli vicino Castel Nuovo’ (1782) – Foto: Paola Germana Martusciello

Il visitatore viene rapito non solo dalla storia particolare di Lord Hamilton, raffinato intellettuale e collezionista, amante del gusto estetico del mondo classico, ma anche dall’altro aspetto, che lo definisce studioso dei fenomeni naturali della terra per illustrarne e divulgarne i contenuti attraverso interessanti articoli di scienza. Il visitatore si sofferma, spesso, in lunghe soste, quando lo sguardo raggiunge la visione di quelle dirompenti suggestioni racchiuse nei numerosi dipinti delle vedute paesaggistiche di Napoli, con scorci rurali o marini ma, soprattutto, nei dipinti che rappresentano le eruzioni del Vesuvio o nei ritratti dei personaggi storici a lui contemporanei, tutti presenti alla corte di Ferdinando IV e Maria Carolina di Borbone, realizzati dai noti artisti dell’epoca come Reynolds, Tischbein, Romnney.

Johann Heinrich Wilhelm Tischbein, ‘Emma come Sibilla’ (1788 ca.) – Foto: Paola Germana Martusciello

D’altra parte, fanno da cornice all’arredo museografico anche le incantevoli porcellane prodotte dalla Reale Fabbrica di Capodimonte, realizzate da famosi artisti tra cui Filippo Tagliolini, sottolineando come il gusto “neoclassico” diviene l’elemento portante del concetto di bellezza ma, soprattutto, come sia il vero protagonista della temperie culturale della fine del ‘700. Lord William Hamilton, ambasciatore del governo inglese con la sua bellissima moglie Lady Emily Lyon, dalla personalità libera e spregiudicata, inviato speciale di re Giorgio III di Inghilterra, viene accolto dal ministro delle finanze Tanucci, la cui abile politica mirava a stabilire una sicura alleanza, soprattutto commerciale, con il governo inglese per far crescere l’economia della città partenopea.

Thomas Jones, ‘Napoli: Santa Maria a Cappella Nuova fuori della Porta di Chiaia’ (1782) – Foto: Paola Germana Martusciello

L’ambasciatore inglese approda nella città di Napoli nel 1764 e vi resta fino al 1800 svolgendo il lavoro di funzionario. Infatti, tra i vari impegni, aveva anche il compito di inviare un resoconto sulla situazione del Regno alla Segreteria di Stato inglese ogni dieci giorni e intensificare i rapporti commerciali fra i due Paesi, fornire supporti ed essere un punto di riferimento per tutti gli inglesi, che giungevano a Napoli con lo spirito di viaggiatori per visitare i siti archeologici descritti dal teorizzatore del Neoclassicismo, Johann Joachim Winckelmann. Sir Hamilton, nella sua abitazione in via Cappella Vecchia, palazzo del marchese Giuseppe Paternò di Sessa, ospitava i pittori vedutisti sulle terrazze per fare eseguire fedelmente le riproduzioni del paesaggio che la circondavano, pertanto in mostra vi sono dipinti che rappresentano vedute con punti di vista diversi, che hanno anche un pregio documentativo, oltre che il compito di conservare le memorie territoriali e paesaggistiche della città.

Saverio Della Gatta, ‘Palazzo Donn’Anna’ (1780) – Foto: Paola Germana Martusciello

Le dimore estive, invece, verificate dai quadri di vedute, evidenziano diversi cambiamenti che realizzò in splendide ville ubicate nei pressi del Vesuvio, dove era solito recarsi, così come raccontano i quadri di Pietro Fabris e Philippe Hackert, per avvalersi della bellezza di quei luoghi suggestivi, rallegrarsi per la natura ricca di splendori arborei, per gli aspetti faunistici ma, soprattutto, per la possibilità di recarsi spesso presso gli scavi archeologici che in quel periodo erano in piena attività. Tutte le opere di questa esposizione introducono i visitatori in uno attento spaccato della Napoli di fine ‘700, in scenari coinvolgenti nei quali appare svelato quel concetto del “pittoresco”, teorizzato nell’arte, come categoria estetica kantiana. Senza alcun dubbio il “pittoresco” si presenta nelle testimonianze di vita rurale, agricola e pastorale, dove anche le figure umane prendono parte alla visione armonica della natura. La mostra assume, per certi versi, un tono didascalico che si invera nella storia personale di questo particolarissimo personaggio dell’700 napoletano.

Saverio Della Gatta, ‘Veduta di Napoli’ (1796) – Foto: Paola Germana Martusciello

Lord Hamilton non solo si dedicava allo studio dell’antico, vissuto come autentica passione, ma anche alla applicazione scientifica, arricchita dai relativi articoli divulgativi dei fenomeni naturali vulcanici che caratterizzavano il territorio campano da cui era praticamente affascinato, vivendoli con una sorta di senso magico. Emerge, così, un profilo forte, di rilievo inserito nella temperie culturale della seconda metà dell’XVIII secolo, ma anche un uomo raffinato nei gusti e dalle idee in linea con l’Illuminismo che, proprio in quegli anni, veniva affermandosi nei salotti degli intellettuali dove la borghesia ne discuteva i fermenti. Lo specchio di quegli anni viene raccontato attraverso le opere presenti nella esposizione, come dimostrano la coppia di splendidi crateri a figure nere, la collezione di libri sulle antichità, decorati finemente con citazioni classiche di colore azzurro su fondi rosso pompeiani, e i quadri delle tipiche vedute settecentesche che raccontano minuziosamente, come scatti fotografici, i luoghi di Napoli i cui riferimenti sono riscontrabili, precisi, nella mappa del Duca di Noja, o le bellissime eruzioni notturne del Vesuvio, con le strade di fuoco tracciate dal processo lavico, per stabilire, quasi volutamente, i confini tra le città di Ercolano, Pompei, Torre del Greco.

Vasi a figure chiare su fondo nero – Foto: Paola Germana Martusciello

Riconsiderando i due vasi in esposizione, bisogna aggiungere che Sir Hamilton trovò il tempo di organizzare una delle più preziose collezioni di vasi antichi del tempo; anni dopo, nel 1772, egli stesso la vendette al British Museum di Londra, incaricando Pierre-François Hugues d’Hancarville (1719-1805) di documentarla con riproduzioni a stampa e didascalie precise. La splendida collezione di arte antica era costituita da quattro volumi, Les antiquitès etrusques, grecques et romaines, d’Hancarville, con la funzione di volere divulgare in tutta Europa il linguaggio che era raccontato sui vasi antichi, incuneandosi, così, nel nuovo stile del Neoclassicismo per trasmettere quelle cifre stilistiche recuperate, con tanta passione, dalle scoperte degli scavi di Pompei ed Ercolano. Infatti, il corpus è composto da cinquecento tavole incise e decorate, colorate a mano con gli acquerelli in rosso e nero, con ritocchi in bianco e azzurro che riprendevano perfettamente quelle stesse pitture rappresentate sui vasi.

Saverio Della Gatta, ‘Veduta di Napoli da Palazzo Sessa, residenza di Sir William Hamilton sulla collina di Pizzofalcone’ (tempera su quattro fogli di carta riportati su carboncino – ultimi anni del XVIII secolo) – Foto: Paola Germana Martusciello

Per comprendere a fondo l’essenza di questa mostra, anche se brevemente, bisogna dare qualche cenno alla situazione storica di questi anni di fine ‘700, le opere, infatti, in maniera speculare, riflettono quello che accadeva in Italia, in particolare a Napoli, attraversata dallo spirito inquieto dei viaggiatori che, da un’Europa molto lontana, entravano in quel clima di scoperte “dell’antico” in cui molte città come Roma e Firenze ne erano testimoni. Altro topos (τόπος) dei viaggiatori era proprio la città di Napoli, luogo considerato, per molti, apocalittico, costellato da disastri, terremoti, eruzioni, fenomeni del bradisismo. Il Vesuvio divenne un protagonista esclusivo nelle opere d’arte, perché sbalordiva, accendeva l’animo di inquietudini attraverso quelle visioni terribili che esprimevano, vigorosamente, la forza di una natura anche devastante: lingue di fuoco, come bava rossa di sangue, scivolavano silenziose lungo i pendii della montagna, creando un effetto “a fontana” con performance mai viste, seguite da fuochi pirotecnici che espellevano pietre infuocate e cenere, come quella famosissima celebrata dai vedutisti dell’8 agosto del 1779.

Jakob Philipp Hackert, ‘Veduta del giardino inglese di Caserta’ (1793) – Foto: Paola Germana Martusciello

Questa realtà naturale era come una fascinazione ipnotizzante per i viaggiatori, i quali descrivevano, attraverso schizzi, il paesaggio, sentito attraverso le due categorie estetiche del “Bello Sublime” e del “Bello Pittoresco”, focalizzate dal pensiero di Immanuel Kant. Questa centralità di Napoli è avvertita, tantissimo, dall’immaginazione dei Paesi nordici e non dalla nostra cultura; infatti quella degli artisti locali, come pure le vedute di Napoli realizzate dagli artisti stranieri, dimostra quanto la cultura figurativa locale non abbia raccolto, invece, le sollecitazioni visive dell’irrazionale e del sublime provenienti proprio dagli spettacolari effetti che il Vesuvio poteva offrire e diffondere sul territorio partenopeo.

Paola Germana Martusciello

Di admin

30 pensiero su “Il collezionismo illuminato di Sir Hamilton in mostra alle Gallerie d’Italia”
  1. Approfondito escursus sul neoclassicismo di fine ‘700, in una mostra napoletana di gran prestigio, che la prof Paola Germana Martusciello ha descritto con la solita cura e sapienza professionale. Ottime anche le foto a corredo.

    1. Grazie prof.
      Un invito accattivante a cogliere attraverso le opere di lord Hamilton la temperie culturale di quegli anni e di quella corte, dai suoi limiti alla eccezionalità.

  2. Lo spaccato di un’epoca descritto in maniera esaustiva e corredato da significative immagini dalla Dott.ssa Martusciello. Un full immersion piacevole ma culturalmente di spessore.

    1. Una nuova descrizione accurata e coinvolgente da parte della dottoressa Martusciello di opere fantastiche di artisti dalla sensibilità sublime in una mostra degna di essere visitata.
      Grazie!

      1. Una carrellata di immagini suggestive dal gusto estetico raffinato, scelte cromatiche calde delicate e lo sfondo di una natura rassicurante e benevola nonostante gli spettacolari effetti offerti da un incombente Vesuvio. Grazie per la affascinante raccolta illustrata con dovizia di particolari e straordinaria competenza.

    2. Articolo interessante esplicativo della storia dell 700 a Napoli,dove i vedutisti sulle terrazze di casa Hamilton riproducevano,come scatti fotografici le realtà del territorio tufaceo,ameno ,e marino della Napoli dominata dal bellissimo Vesuvio che con i suoi spettacoli di fuoco incendiava il cielo di Napoli. Complimenti alla storica dell’arte Paola Germana Martusciello

    3. Coinvolgente articolo in cui la professoressa Martusciello riesce a far convergere molteplici aspetti della Napoli di fine 700, contestualizzando personaggi, luoghi ,miti ,storia e cultura.
      È una narrazione che dà calore e guida il visitatore ,attraverso la mostra “Collezionismo illuminato” , con uno spirito unificatore e a tratti presentificando aleggiante lo stesso Sir Hamilton
      Belle le foto
      Complimenti

  3. Bello questo articolo che descrive la mostra dedicata ad un protagonista della cultura napoletana della seconda metà del Settecento.

    1. Ancora una volta lo scritto della prof.ssa Paola Germana Martusciello restituisce in modo chiaro senza accademismi di sorta uno spaccato di un tempo e di un luogo contrassegnato da opere -forse un po’ di maniera- ma comunque di alto contenuto artistico
      Rosario Buccione

  4. Grazie dell’approfondimento! Ho visitato la mostra in fretta e questo articolo mi ha chiarito diversi aspetti!

  5. Articolo molto preciso e molto dettagliato di questa mostra interessantissima, che purtroppo non ancora ho avuto modo di vederla. Grazie per tutte le preziose informazioni

  6. Illuminante questa analisi della mostra fatta dalla professoressa Martusciello, illuminante anche perché piena di riferimenti storici e filosofici. Le Gallerie d’Italia si confermano una realtà imprescindibile nell’offerta culturale a Napoli.

  7. Interessante articolo della professoressa Martusciello sulla mostra dedicata a Sir Hamilton, presso Galleria Italia di Napoli, che ci fa ripercorrere il mondo neoclassico vissuto durante il suo soggiorno napoletano come ambasciatore britannico attraverso l’ esposizione di bellissime opere d’arte del settecento che riflettono i suoi poliedrici interessi artistici e scientifici.

  8. La dottoressa Martusciello, nota per le sue competenze storico artistiche, approfondisce percorsi culturali e storici estremamente importanti, come anche i riferimenti colti alla estetica teorizzata da Kant rispetto alla arte delle vedute

  9. Articolo molto interessante perche descrive con cura le opere esposte inquadrandole nel contesto storico della Napoli dell Illuminismo… complimenti alla dottoressa Martusciello

  10. Molto affascinante lo sviluppo della descrizione di questa mostra corredata da bellissime foto descrittive del Settecento napoletano. L’articolo coinvolge totalmente il lettore sia dal punto di vista artistico che storico e culturale invogliandolo a visitare senz’altro la mistra.La figura di lord Hamilton prende in pieno lo spettatore e lo guida in tutto questo excursus. Grazie alla dottoressa Martusciello per questo esaustivo articolo e per le sue belle foto

    1. Visitare questa mostra dedicata a Lord Hamilton non può che inorgoglire noi campani . L’interesse che questo studioso ,collezionista e vulcanologo ha dedicato alla nostra terra bella,magica e misteriosa ha dato estremo risalto al nostro patrimonio naturale e culturale. Bravissima come sempre Paola Martusciello in questo suo articolo .

  11. Prima di leggere l’articolo avevo già visto la mostra, ma dopo la lettura sia l’aspetto artistico che storico si sono arricchiti di approfondimenti significativi. Ringrazio Paola per il suo perfetto articolo.

  12. Bellissimo articolo pieno di Storia e descrizione artistica. Complimenti alla prof.ssa Paola Germana Martusciello per la sua capacità di porre alla nostra attenzione queste ricchezze di un patrimonio dell’arte così importante

  13. Quest’articolo descrive talmente bene la mostra che vien voglia di visitarla
    Ci andrò quanto prima possibile

  14. Amo partire dagli scatti che trovo perfettamente tagliati ed esposti , come sempre del resto ; passando al racconto, e dico racconto con intenzione perché assume un passo armonioso e “rotondo” come deve essere la narrazione di un racconto, mi ha trasportato in una storia (leggasi realtà) che non conoscevo e che mi ha coinvolto sino alla fine. Grazie ancora una volta

  15. La professoressa Paola Germana Martusciello ci consente di conoscere la personalità di Lord William Hamilton e di esplorare i dipinti delle vedute paesaggistiche di Napoli. Le sue parole rappresentano il sostrato fertile che ci guida verso il connubio tra la riflessione filosofica e quella artistica

  16. Saggio ben documentato e di gradevole acquisizione. Solo che scatta in me una insopprimibile reazione allergica solo a sentire il nome degli Hamlton. Soprattutto quelli di Orace Nelson e della sua amante Emma Lyon, tra i maggiori responsabili del bagno di sangue che nel 1799 pose fine all’esperienza Repubblica Napoletana. Vissi, vissi d’amore?

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