Reggia di Caserta – Foto: Matilde Di Muro

Alla Reggia di Caserta sono esposte in mostra 60 opere del rinomato artista contemporaneo.

Dal 27 novembre 2024 al 30 giugno 2025, negli spazi della Gran Galleria della Reggia di Caserta, è visitabile un’esposizione di oltre 60 opere dell’artista Michelangelo Pistoletto, dalle quali emergono le riflessioni del maestro su arte e società attraverso un viaggio nei concetti di metamorfosi e interconnessione

Idee e valori cari al grande maestro

L’artista piemontese di fama internazionale, in settant’anni di produzione artistica, ha saputo trovare un suo personale linguaggio e produrre opere inconfondibili che raccontano di un mondo contemporaneo in continua evoluzione.

Superando la dimensione prettamente pittorica e utilizzando svariati materiali e tecniche, con superfici specchianti, immagini fotografiche e installazioni spaziali, Pistoletto realizza un’arte aperta al dialogo e allo scambio.

L’artista iniziò a esporre le sue opere nel 1955 e nel 1960 tenne la sua prima personale. Riflettendo sul tema della figura umana e sul senso di alienazione dell’uomo contemporaneo, cominciò a lavorare sulla sua immagine riflessa. Nacquero, così, i primi quadri specchianti, opere realizzate con l’uso di superfici d’acciaio lucidate sulle quali applicava veline ritagliate su contorni di fotografie a grandezza naturale. Questi lavori, di fronte ai quali lo spettatore fa esperienza diretta di ‘inclusione’, daranno a Pistoletto un rapido successo internazionale e saranno fondamento per la successiva produzione artistica ed il suo pensiero teorico.

Passando per i Plexiglass (1964) e gli Oggetti in meno (1965-66), oggetti e non sculture che, come li definisce l’artista, “non rappresentano ma sono”, nel 1967 Pistoletto aderisce al gruppo dell’Arte povera e introduce, nei suoi lavori, materiali nuovi, come stracci, lampade e fili elettrici. Alla fine degli anni Settanta alterna a nuove installazioni sul tema dello spazio il ritorno alla rappresentazione dell’immagine riflessa, e tra il 1975 e il 1976 presenta un ciclo di dodici mostre consecutive, Le stanze, alla Galleria Stein di Torino. Quest’ultima è la prima di una serie di installazioni complesse, della durata di un anno, chiamate Continenti del tempo. Nel 1978, in una mostra a Torino, Pistoletto definirà le due direzioni principali della sua nuova e ancora attuale produzione artistica: Divisione e moltiplicazione dello specchio e L’arte assume la religione.

Temi e soggetti della mostra alla Reggia Vanvitelliana

Molti importanti riconoscimenti hanno accompagnato le tappe principali della lunga carriera artistica di Michelangelo Pistoletto e tutto ciò rende particolarmente prestigiosa l’esposizione attualmente visitabile nelle sale della Gran Galleria della Reggia di Caserta.

L’iniziativa, prodotta dal Museo Reggia di Caserta e da Opera Laboratori, in collaborazione con la Fondazione Pistoletto Cittadellarte di Biella e Galleria Continua, prende il nome di Metawork dall’opera Metawork-United Portraits presentata, per la prima volta, proprio in occasione di questa esposizione. Si tratta dei ritratti fotografici di otto ‘cittadini’ di Cittadellarte che l’artista riesce a ricombinare, tramite un programma di intelligenza artificiale, consentendo quel passaggio, caratteristico del lavoro di Pistoletto già nei Quadri specchianti, dalla dimensione individuale a quella collettiva.

Metawork-United Portraits’ – Foto: Matilde Di Muro

Entrando nelle sale della Gran Galleria, attraverso lo scenografico vestibolo superiore della Reggia, si passa, tangenzialmente, attraverso la meravigliosa Cappella Palatina ed è qui che è posta, quasi per accoglierci, la prima opera dal titolo ConTatto. Di piccole dimensioni, custodita in una bacheca trasparente, essa è composta da due superfici riflettenti di acciaio inox lucidate a specchio e collegate tra loro in modo da formare un angolo acuto. Su una delle due lastre è disposta l’immagine di una mano che, con un indice teso, tocca il lato che è in comune con l’altro pannello e che, a sua volta, la riflette in modo uguale e contrario. L’effetto ottenuto è un chiaro riferimento al particolare dell’affresco cinquecentesco di Michelangelo Buonarroti posto sul soffitto della Cappella Sistina, il cui tema riguarda la creazione divina del genere umano. In questo caso la mano dell’uomo non sfiora quella di Dio ma quella di un suo simile o anche di se stesso, creando un ‘contatto’ grazie ad un principio generativo di divisione e di moltiplicazione. Con questo primo quadro specchiante l’artista, potremmo dire, ‘aggancia’ lo spettatore per poi invitarlo a visitare le stanze dei suoi pensieri.

ConTatto’ – Foto: Matilde Di Muro

Le tematiche affrontate nella mostra ruotano attorno ai concetti di ‘incontro’ e ‘dialogo partecipativo’ attraverso dieci sezioni che, come percorrendo un’unica strada, si snodano senza soluzione di continuità. Ne Il tempo del giudizio si parla del rapporto tra arte e spiritualità e si entra come in un grande tempio che riunisce le principali religioni monoteistiche – cristianesimo, islamismo, ebraismo – con il buddismo.

Il tempo del giudizio – Religione buddista’ – Foto: Matilde Di Muro

Ciascuna confessione è rappresentata da un elemento simbolico ed identitario collocato di fronte a uno specchio: un inginocchiatoio, un tappeto da preghiera, una statua del Budda, tranne che per la religione ebraica, simboleggiata da due specchi che riproducono la forma delle Tavole della Legge consegnate da Dio a Mosè.

Il tempo del giudizio – Religione cristiana’ – Foto: Matilde Di Muro

Ne Il Labirinto, un’opera emblematica dell’Arte povera, si cammina tra rotoli di cartone corrugato posti in piedi, in parte srotolati e accostati quasi a formare sinuose ed aeree architetture. Dunque, questa installazione, che richiama un luogo abitato, secondo la mitologia antica, da creature mostruose, evoca la necessità di un incontro intimo e personale con la propria vera identità.

Il labirinto’ – Foto: Matilde Di Muro

Con Segno arte – Uomo vitruviano, Pistoletto parla di segno e simbolo e lo fa attraverso la figura umana e il ri-disegno del suo corpo che, nella sua massima estensione è sinteticamente rappresentato da due triangoli equilateri speculari e uniti al loro vertice. In questa pseudo-clessidra, braccia e gambe aperte sono contenute nelle parti larghe alle estremità della figura mentre il centro è sede dell’ombelico ovvero della vita. Dunque, l’uomo vitruviano, che con il Rinascimento e l’opera di Leonardo è posto al centro dell’universo, incontra con Pistoletto una nuova classicità espressa attraverso un linguaggio essenziale, moderno, semplice ed efficace.

Segno arte – Processo evolutivo’ – Foto: Matilde Di Muro

La frequente scelta dello specchio in qualità di medium espressivo

Legata ai temi del dialogo e dello scambio è la sezione Love Difference, in cui l’efficacissimo slogan diviene un vero e proprio annuncio programmatico riprodotto in diverse lingue attraverso tubi al neon di diverso colore.

Love Difference’ – Foto: Matilde Di Muro

In Divisione e moltiplicazione dello specchio, invece, il simbolo del ‘Terzo Paradiso’, attraverso cui Pistoletto dona una riconfigurazione del segno matematico dell’infinito inserendo al centro un terzo cerchio, simbolo del grembo generativo di una nuova umanità, viene riprodotto su otto grandi coppie di specchi. Queste ultime, aumentando progressivamente l’angolo che divide e, allo stesso tempo, unisce ciascuna coppia, ne moltiplicano l’immagine all’infinito. Dunque, il principio della suddivisione è indicato come fondamento generante universale e, dal punto di vista sociale, il concetto di condivisione si pone in netta contrapposizione alla logica dell’accumulo e dell’esclusione.

Divisione e moltiplicazione dello specchio’ – Foto: Matilde Di Muro

Tra le opere specchianti rientrano anche quelle raccolte nelle sezioni QR Code PossessionAutoritratto, Messa a nudo e Two Less One Colored. Nella prima, da uno specchio emerge un’immagine frontale del corpo dell’artista che mostra impressi, come tatuaggi, dodici QR code attraverso cui è possibile accedere a immagini e testi relativi a diversi momenti della sua ricerca artistica.

QR Code Possession’ – Foto: Matilde Di Muro

In Messa a nudo, un gruppo di opere realizzate poco prima della pandemia, persone diverse, per etnia, genere ed età, tutte completamente nude, grazie alle superfici specchianti in cui sono inserite, si mescolano alle riproduzioni dei visitatori. In merito a questa collezione l’artista si è così espresso: «L’idea di base è mostrare alla società il fatto che siamo persone diverse, ma uguali. Uomini e donne di diverse età che si abbracciano l’un l’altro. Stare assieme senza alcuna barriera. È l’’umanità messa a nudo che abbraccia sé stessa senza alcun condizionamento».

Messa a nudo’ – Foto: Matilde Di Muro

Infine, con Two Less One Colored, lo specchio si infrange per fare posto ad un colore che, come in una rivelazione, dà vita ad una sorta di opere astratte.

Two Less One Colored’ – Foto: Matilde Di Muro

Questo nostro racconto, che può apparire più o meno dettagliato, non è volutamente esaustivo di una mostra tanto ricca e coinvolgente che merita di essere visitata anche per la straordinaria location nella quale è inserita. Ricordiamo, inoltre, che una delle opere specchianti di Pistoletto è permanentemente esposta negli Appartamenti Reali della Reggia di Caserta perché facente parte della collezione Terrae Motus di Lucio Amelio qui custodita.

2 pensiero su “L’arte nella vita e la vita nell’arte: “Metawork” di Michelangelo Pistoletto”
  1. Con garbo sapiente Matilde ci conduce attraverso queste scintillanti costruzioni di Pistoletto, invitandoci a cogliere , ad esplorare nel tempo tutta la complessità del loro senso. Ci invita anche a non accontentarci di quanto leggiamo, a farne direttamente l’esperienza. Sempre una bella avventura leggere gli articoli di Matilde.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *