Peter Cornelius, ‘Ulisse scopre Achille nascosto tra le figlie di Licomede’ (1824) – Carboncino su carta – Berlino, Alte Nationalgalerie – Foto: Giorgio Manusakis

Le astuzie di Odisseo prima della guerra di Troia

Finora abbiamo visto quanto l’eroe di Itaca fosse bravo a raggirare gli altri. Ma Ulisse era tanto bravo a ‘costruire’ gli inganni quanto a scoprirli. Quando la ninfa Teti, che conosceva il destino di morte a cui sarebbe andato incontro il figlio Achille se fosse partito per Troia, lo nascose a Sciro tra le figlie del re Licomede vestendolo da donna, fu proprio l’eroe itacese a scoprire il travestimento, con un’astuzia simile a quella che Palamede usò per scoprire la sua finta pazzia a Itaca. Avendo ricevuto insieme ad altri eroi (Fenice Nestore secondo alcuni, Nestore e Palamede o Diomede secondo altri) l’incarico di trovare Achille e portarlo a Troia, Ulisse donò alle fanciulle vesti e ornamenti tra cui nascose degli armamenti, quindi ordinò di far squillare le trombe di guerra per far sentire il suono delle armi. Achille non seppe resistere a quel richiamo, si denudò il petto, afferrò le armi poste tra i doni e si preparò alla battaglia, quindi promise di partire per Troia con i suoi temutissimi Mirmidoni.

Un altro dei suoi inganni Ulisse lo mise a segno durante la seconda riunione in Aulide che precedette la partenza della spedizione greca. Secondo una profezia i Greci non sarebbero potuti partire per Troia se Agamennone non avesse sacrificato ad Artemide la più bella delle sue figlie, Ifigenia. Agamennone era comprensibilmente restio a offrire il sacrificio alla dea e, come giustificazione, addusse la certa contrarietà della moglie Clitennestra. Ma i re Greci, con Palamede in testa, minacciarono di abbandonarlo e tornarsene a casa, e quando Ulisse fece finta di arrabbiarsi moltissimo e di salpare per Itaca, intervenne Menelao. Questi propose di ingannare Clitennestra inviando Ulisse e Taltibio a prelevare Ifigenia, dicendo alla madre che dovevano condurla in Aulide per darla in sposa nientemeno che ad Achille. Ovviamente, la scelta di Ulisse come messaggero non fu casuale; chi avrebbe saputo mentire meglio di lui alla madre di Ifigenia? Agamennone finse di accettare e inviò un messaggero ad avvisare la moglie di non credere alle parole di Ulisse e, quindi, di non lasciar partire Ifigenia, ma Menelao intuì lo stratagemma del fratello e fece uccidere il messaggero prima che giungesse a Micene. Clitennestra, ignara di tutto, consegnò la figlia all’astuto messaggero.

Il sacrificio di Ifigenia, affresco di epoca imperiale ritrovato a Pompei, Casa del poeta tragico – Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) – Foto: Giorgio Manusakis

Achille si indignò molto nel sapere che il suo nome era stato usato, per di più a sua insaputa, per un inganno così meschino che avrebbe significato la morte di una dolce fanciulla e si offrì di battersi contro tutti per evitare il sacrificio umano, ma la bella Ifigenia scelse di sacrificarsi per il bene comune dei Greci. Il mito narra che la figlia di Agamennone si salvò, ma per sapere come e conoscere tutte le peripezie collegate a questo mito vi rimandiamo alle tragedie di Euripide Ifigenia in Aulide e “Ifigenia in Tauride.

Nella prossima puntata vi racconteremo le astuzie che Ulisse mise in atto durante la guerra di Troia.

Ifigenia, Oreste e Pilade, affresco rinvenuto a Pompei, Casa di Lucio Cecilio Giocondo – Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) – Foto Giorgio Manusakis

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