I volti di Osiride nel sonno/sogno… l’acqua elemento dell’incontro con la psyche – Foto: Paola Germana Martusciello

Un’esposizione museale all’aperto che attraversa il mito e la storia per arrivare alle anime inquiete del mondo moderno.

La Sicilia questa volta, dopo Pompei, racconta i giganti del genio artistico dello scultore Igor Mitoraj (Oederon 1944 – Parigi 2014). L’artista nasce in Germania, ma vive a Cracovia, compie gli studi artistici dedicandosi alla pittura, allestendo la prima grande personale nella galleria Krzysztofory (1967); l’anno dopo si trasferisce a Parigi, dove frequenta l’Ecole Nationale des Beaux-arts per terminare gli apprendimenti accademici, qui matura la sua passione per la scultura. Successivamente, vive in Messico, dove subisce l’influenza dell’arte meso-americana. Lavora a NewYork e in Grecia, nel 1983 si stabilisce a Pietrasanta, in Toscana, nei pressi delle cave di marmo, il materiale che successivamente sceglierà per la realizzazione delle sculture. Trenta opere di aspetto maestoso, veri splendori, scolpiti per raccogliere l’identità della storia e del mito.

Daedalus (Δαίδαλος) – Foto: Paola Germana Martusciello

Le sculture si presentano come manufatti carichi di vita propria, narranti le umane vicende attraverso le vittorie, le perdite, le loro plurime frammentazioni, ricercando i simboli che vivono nel mito. Realizzate nei materiali come ghisa, bronzo, travertino e resine, esibiti in una delle più grandi mostre che siano state realizzate in spazi museali all’aperto. Capolavori che definiscono la loro essenza attraverso un itinerario costruito per inseguire le tracce di memorie lontane, nei percorsi naturalistici e nel paesaggio che diventa, esso stesso, complice della storia di civiltà perdute, in un viaggio espositivo inedito, che si organizza in tre spazi: il Parco Archeologico di Neapolis a Siracusa, Ortigia e l’Etna. Infatti, questi luoghi sono avvolti da una atmosfera capace di delimitare, con grande eleganza, i labili limiti che intercorrono tra il tempo/spazio per intercettare quel sottile ponte che unisce la realtà contemporanea. D’altra parte, attraverso le meraviglie naturali di un paesaggio che risplende delle citazioni della storia antica, si configurano opere che diventano schegge di memoria e affiorano a livelli di coscienza e di subcoscienza, rievocative degli aspetti più sacri della Grecia classica, quelli più intimi e nascosti. Il racconto della sua Odissea si definisce perfettamente nel Teseo screpolato, collocato in uno scenario lavico di grandi effetti scenici.

Teseo screpolato – Foto: Paola Germana Martusciello

Le sculture di Mitoraj si aprono, dunque, silenziose, ma numinose, al paesaggio circostante, accogliendone profondamente l’essenza, incorporandola nella materia di cui sono fatte, in una magica atmosfera che fa da scenario immaginario. Dunque, titani sfidanti il tempo e la storia stessa diventano, così, com/presenze, perché scelgono di aprire dialoghi tra loro stessi e i luoghi della tradizione greca per restituire, ai visitatori, quelle sensazioni appassionanti che soltanto la rievocazione della bellezza classica e del mito riesce a suggerire nello sguardo di chi osserva. Ikaria, la scultura alata, invece, è stata collocata ad Ortigia, isola siracusana che si affaccia verso il mare Ionio, accanto al castello di Maniace. Sulle pendici dell’Etna, tra le lave nere di vecchie eruzioni, si erge, imponente, con tutto il suo fascino dato dalla forza delle screpolature del tempo, Icaro.

Icaro e Teseo – Foto: Paola Germana Martusciello

In quest’opera si svela il pensiero dell’arte di Mitoraj, infatti viene a determinarsi quel conflitto tra la vocazione alla naturalità ed il fascino della artificialità. L’opera dimostra come sia in grado di accogliere sempre nel proprio corpo un dualismo con cui dialettizza nel suo “farsi” e, quindi, nel suo divenire. D’altra parte, nello scavo di una memoria dilatata, ampliata nelle sue significazioni, va forse ricondotto questo conflitto: dove interrogare le tracce e i frammenti, diventa un tentato discorrere, un mettere assieme le tentazioni dell’oblio e le trasgressioni progettuali. Senza dubbi, il punto alto di questo procedere è da intercettare nella nozione stessa del mito, inteso come concetto che assume su di sé il valore di parametro e come incubo, volto alla fabulazione o ricondotto a pretesto metafisico.

Osiride – Foto: Paola Germana Martusciello

Igor Mitoraj ci accompagna, con il suo progetto, nelle terre dell’oblio come Hypnos (Υπνος) che è il suo abitatore, dove la “sensuosità” della vita è già ricordo ed ancora desiderio. Hypnos, lo scultore sa bene che è un pretesto per fare prede tra i dubbi baluginanti della ragione, è un modo laterale di narrare le immensità impronunciabili, è il cartesiano guerriero che non mercanteggia più con la kalós (καλός). Ed è proprio qui il nodo dell’arte di Mitoraj: cercare di rappresentare una bellezza libera dai canoni dell’estetica classica, seguendo la concezione del post/moderno, perché corrotta, ma soprattutto resa impura, dalle miserie e dalle fragilità del nostro mondo contemporaneo.

Una delle opere in esposizione – Foto: Paola Germana Martusciello

Quindi l’artista trova la strada da percorrere, la individua e la ghermisce attraverso la sua dialettica, raggiungendo il concetto di una estetica del sublime: Hypnos. Infatti, l’artista rappresenta i suoi Titani, Tindaro e Icaro, che imprigionati cercano di rigenerare lo spirito per tornare a vedere la luce; mentre Osiride chiude gli occhi, coperti dalle pesanti palpebre, in una sorta di abbandono molto sensuale, in un sonno/sogno la cui forza è rigenerativa dell’immaginazione, dell’arte, della bellezza, princìpi, questi, che sono in grado di liberare l’uomo dalle prigionie ma anche, e soprattutto, dai labirinti della condizione umana.

Busto di gigante – Foto: Paola Germana Martusciello

Nella sua speculazione estetica, Mitoraj aggiunge un tassello fondamentale ed una elegante connotazione alla definizione dell’incombenza del mito, che assume il valore di un’unicità, con la storicità del sé; in questo concetto, infatti, si enucleano i simboli progettati sia per un mondo percepito che immaginato. D’altra parte, le “presenze” che costellano l’immaginario artistico dello scultore, delineano la figura mitologica in modo tale che diventi citazione di ciò che era stato perseguito, ma non posseduto, dalla tensione occidentale della conoscenza. L’effimero, il transitorio diventano, così, dei veri parametri estetici, i personaggi del mito, avvolti in nubi di stanche malinconie; non sono più eroi, ma essenze, archetipi, tracce silenti di memorie che affiorano nel nostro inconscio, sia individuale che collettivo, inverate nelle mutazioni violente della storia. Il frammento, il relitto, in una visione onirica, curativa, costruisce, secondo l’artista, una strada: quella che riconduce agli dei attraverso il significato della scoperta, passaggio fondamentale per incedere alla bellezza che scaturisce dal mito stesso per riproporsi come oggetto inconsapevole nello spazio e nel tempo nella visione ormai consolidata perché purificata del fare artistico contemporaneo.

Daedalus (Δαίδαλος) – Foto: Paola Germana Martusciello

Questa bellissima mostra, visitabile fino al 31 ottobre 2025, realizzata da Jean Paul Sabatiè, presidente di Atelier Mitoraj, e condivisa con l’Assessorato ai Beni Culturali e dell’Identità Siciliana della Regione, ha inteso celebrare l’artista polacco a ottanta anni dalla nascita e dieci dalla scomparsa. Un genio della scultura artistica contemporanea, che ha raccontato, con eleganza e stile personalissimo, la sua individuale visione della condizione umana, attraverso una interessante reinterpretazione dell’estetica classica, per sollecitare anche un’amara riflessione sulla drammaticità delle insicurezze dell’uomo contemporaneo, una fragilità smarrita, ma anche visionaria, dolorosa, ma anche, per certi aspetti, coraggiosa. Mitoraj, nelle sue opere, lancia una sfida: affrontare la banalità del male, i pregiudizi, le solitudini, la cecità del cuore, cercando di acquisire quella capacità di guardare oltre, che resta l’unico aggancio per superare quei limiti che sono imposti alla esistenza. Ecco perché Mitoraj scolpisce volti senza occhi, li benda con lunghi nastri, o li rende completamente privi della vista, come lo era Omero, ma che, come lui, sono capaci di spalancarli su uno sguardo metafisico, che diventa chiave di accesso per il recupero della Kalós (καλός) che si sta piano piano sgretolando, attraverso una grande possibilità: quella del viaggio interiore nella coscienza, per poter riconnettersi alle memorie della storia, delle vicende umane, ma anche a quelle dei luoghi geografici, per poter approdare verso le nostre identità perdute.

Paola Germana Martusciello

Di admin

35 pensiero su “Lo sguardo di Mitoraj nella storia e nel mito”
  1. Un bellissimo articolo accurato e coinvolgente sulla nostra dedicata all’arte di Mitoraj. Grazie ancora alla preziosa Paola Martusciello e alla rivista Naos!

    1. Articolo, come sempre, articolato, interessante,curato e dettagliato!
      Foto bellissime!
      Grazie Dottoressa Martusciello!

    2. Un percorso complesso e dettagliatissimo di questa arte che racconta il mito. Grazie alla dottoressa Nartusciello.

  2. Paola Martusciello ci sorprende sempre con nuovi reportage ed approfondimenti su temi particolari del panorama artistico. Da non trascurare affatto le foto ad ottimo corredo del testo, anzi come vero valore aggiunto

    1. L’articolo, come sempre, è ben scritto con una articolazione didascalica che lo rende fruibile anche ai non addetti ai lavori.
      Mi fa piacere sottolineare che le foto, parte integrata dello scritto, sono molto belle e curate anche sotto l’aspetto tecnico e aggiungono un forte valore all’articolo. Bravissima la prof.ssa Paola Martusciello.

  3. Un articolo splendido .. nei dettagli nelle descrizioni .. nulla lasciato al caso … veramente un ottimo articolo !

    1. Articolo dettagliato che mostra il legame tra mito e realtà contemporanea, ne evidenzia le insicurezze e le fragilità. Complimenti Paola!

  4. Ancora una volta un articolo chiaro ed esaustivo, sotto tutti gli aspetti. La scrittura forbita, ma allo stesso tempo di semplice e naturale lettura per ogni fruitore, magnetizza il lettore catturando la sua attenzione e la sua curiosità fino alla fine.
    La professoressa Paola Germana Martusciello, padrona di un sapere eclettico e di un lessico raffinato, ha descritto in modo assolutamente naturale e ben intelligibile, non solo le opere, di questa articolata ed interessante mostra, ma anche la quintessenza del suo autore, tale da farcelo credere ancora vivo ed all’opera nella scelta e collocazione, dei suoi magici e magnetici lavori, in questi luoghi di straordinaria bellezza e di un antico e suggestivo fascino tale da rasentare il misticismo.
    In definitiva, l’autrice, con la sua sottile ed intelligente bravura, pur avendo esaustivamente disquisito sulla persona, sulla sua arte, sui luoghi e sulle ragioni, ci trasmette e ci lascia un forte desiderio di conoscenza e di rivisitazione personale delle opere, di questo affascinante artista, così ben inserite in luoghi magici e straordinari!
    Complimenti!

  5. Al mio commento precedente va aggiunto, e sottolineato, che le ottime fotografie, della stessa autrice, impreziosiscono, e non poco, tutto il suo magistrale lavoro.

  6. Interessante articolo, scritto con stile ricercato e coinvolgente, che ci proietta nel mondo mito alla ricerca dei suoi messaggi simbolici. Meravigliose le foto…. scatti sublimi di sculture di un artista tutto da scoprire. Complimenti all’autrice Paola Martusciello e alla rivista.

  7. Ottime fotografie , descrizione ottima presentazione notevole. Lavoro ottimo complimenti 👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏

  8. Attraverso una raffinata capacità di analisi, la prof.ssa Paola Germana Martusciello ci guida nella ricerca di senso e significato delle sculture di Igor Mitoraj. Un’interpretazione molto interessante che suggerisce un modo per riflettere sulla realtà contemporanea, sugli scambi esistenti tra l’estetica classica e la concezione post- moderna.

  9. Come sempre, Paola scrive come se avesse vissuto in prima persona i pensieri e le emozioni dell’autore. Scava dentro la sensibilità dell’artista, ne mostra il volto dell’anima e ne storicizza tutto l’operazione. Alla stessa maniera come Igor Mitoraj, maestro che scavalca il presente, approda al futuro ma sembra venire dal passato, Martusciello blocca il tempo della descrizione in un solo racconto che è passato e futuro al tempo stesso. È Arte: Storia dell’Arte. È la passione, la sensibilità che solo la cultura può donare agli esseri viventi.

  10. Un meraviglioso reportage, quello della professoressa Paola Germana Martusciello, che riporta alla mente quell’altra splendida mostra organizzata nel 2016 a Pompei, a dimostrazione del perfetto inserimento delle opere di Mitoraj nei territori dell’archeologia greco-romana. E questo è ulteriormente testimoniato dall’opera dell’artista tedesco “adagiata” davanti al Tempio della Concordia nella Valle dei Templi ad Agrigento.

  11. Come sempre l’articolo di Paola Martusciello cattura l’attenzione del lettore dall’inizio alla fine portandolo questa volta in un mondo di mito di storia alla scoperta delle opere di scultura di Igor Mitoraj scavando a fondo nell’anima e nell’arte dell’autore e portando il lettore ad immedesimarsi in questo mondo. Le fotografie sono bellissime e completano come sempre degnamente la già completa descrizione delle opere.

    1. Davvero il respiro del mito detta le parole di questo bel lavoro di Paola Martusciello che forse per questo, oltre la precisione e la competenza delle annotazioni e della bella documentazione fotografica, risulta così efficace nel trasmettere il piacere e il desiderio di contattare direttamente le opere descritte nello spazio così particolare dell esposizione. Lo stile essenziale , diretto, coinvolge e vincola nell esperienza di conoscenza e appartenenza alla corale natura misteriosa delle origini .Grazie!

  12. Bellissimo e interessante articolo di Paola Martusciello sulla scultura di Igor Mitoraj che attraverso le sue magnifiche opere, di sapore classico, si inserisce, senza disturbare l’occhio, in perfetta armonia negli spazi, archeologici e non, in cui vengono installate le sue opere durante le mostre personali.

  13. Un bellissimo spaccato che racconta attraverso accurati scatti fotografici il mondo dello scultore Igor Mitoraj.
    L’ articolo molto dettagliato accompagna il lettore per mano nel racconto artistico con una spiegazione chiara, precisa e davvero esaustiva.
    Grazie per questo bellissimo articolo, il mondo è pieno le meraviglie che meritano di essere scoperte e raccontate.

  14. Un bellissimo articolo coinvolgente e scritto con eleganza, evidenzia una conoscenza precisa della filosofia e una ricerca del Bello nelle opere d arte

  15. Scorrevole e intenso nelle sue argomentazioni della ricerca di un riscatto esistenziale attraverso la memoria del mito

  16. Come sempre Germana Martusciello ci guida dentro i misteri dell’arte moderna e dei suoi significati, con semplicità, ma altrettanto rigore analitico.Di Mitoraj ci svela tutto il personale percorso tra storia e mito e i legami con il contesto contemporaneo.Ancora brava, carissima prof.

  17. Il contesto ambientale siciliano mette in risalto queste belle opere di Mitoraj sapientemente descritte e fotografate da Paola Martusciello.

  18. Le opere di Mitoraj per me una piacevolissima scoperta resa più suggestiva grazie all’allestimento nel paesaggio siciliano.
    Un’ccasione per ritornarci
    Un grazie alla prof. Germana Martusciello che con le sue preziose foto ci ha permesso di avvicinarci all’artista.

  19. Ringrazio Paola Martusciello per questo suo articolo veramente interessante ed anche per le bellissime foto che mi hanno riportato nel mondo classico.Questo artista ha interpretato il presente ma nelle sue opere riecheggia la straordinaria bellezza del passato. Grazie sempre a Paola.

  20. Articolo molto interessante sulla mostra di Mitoraj, artista che ha trattato della condizione umana attraverso una personale ed originale reinterpretazione dell’estetica classica. Le parole della professoressa Martusciello ci accompagnano, anche grazie a bellissime foto, in un viaggio senza tempo nel mito e nella storia.

  21. Molto interessante questo articolo sullo scultore Mitoraj di cui la professoressa Paola Germano ha colto e riportato,
    anche attraverso accurati scatti fotografici ,
    molteplici sfaccettature .
    Quasi a entrare nelle fratture delle sue figure/sculture che provengono dalla tradizione classica.
    Nell’itinerario percorso con la lettura dell’articolo le sculture sembrano sempre aver trovato la giusta collocazione ,
    e con la affascinante narrazione fatta dei luoghi e delle opere , non incontriamo solo sculture, ma si è accompagnati da uno ” sguardo” intrigante tra il mito ,il sogno e la ricerca della bellezza da ritrovare.
    E questo è un ulteriore incitamento a visitare la mostra.

  22. Paola Germana Martusciello ci fa di nuovo emozionare! Racconta e fotografa l’omaggio doveroso è splendido da parte della regione Sicilia all’artista polacco Igor Mitoraj.
    Un meraviglioso incontro tra arte storia e natura. Una mostra scultorea a cielo aperto in cui giganti di sapore neoclassico padroneggiano una scena naturale come quella del parco archeologico di Siracusa, dell’isola di Ortigia, delle falde dell’Etna. Lo sguardo di Teseo che da 1700 metri di altezza è rivolto verso l’Ortigia, per giungere fino a Siracusa. Sguardi senza occhi, senza espressività, senza tempo. Sguardi immersi nella natura sì proprio la natura di uno sfondo vulcanico o di uno sfondo roccioso a cielo aperto o di boschi di betulle, che emoziona e rende unica questa mostra. Sguardi di giganti che affondano le radici nel mondo greco e Romano. Senza tempo è la fragilità dell’uomo, rappresentata dal colosso alato caduto a terra, dalle teste cadute che si riflettono nell’acqua, dai volti imprigionati nelle bende, dalla statua di Icaro proteso verso il mare ma… trattenuto da una mano.
    Ancora una volta ringraziamo La nostra professoressa Paola per questa nuova emozione!!!!

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