Salottino in porcellana (1759) – Real Bosco e Museo di Capodimonte, Napoli (sala 52) – Foto: Giorgio Manusakis

Capolavoro degli ultimi anni della manifattura carolina, fu realizzato per gli appartamenti privati di Maria Amalia di Sassonia nella Reggia di Portici, tra il 1757 e il 1759. Nel 1866, con il passaggio della Reggia di Portici al demanio, il rivestimento in porcellana venne smontato e collocato a Capodimonte in uno spazio riadattato. La stanza presenta un rivestimento in lastre di porcellana ancorate alle pareti su supporto ligneo. L’idea di sostituire le tradizionali boiseries con un rivestimento in porcellana rende l’ambiente unico nel genere, affine solo al Salottino di Aranjuez, realizzato dalle stesse maestranze trasferite nel 1759 dal Re in Spagna.

La decorazione, contenuta entro le specchiature e sulle cornici, è l’interpretazione del gusto esotico e di ispirazione ‘cinese’ dilagante nel Settecento in Europa e accolto dagli artigiani napoletani e dalla manifattura di porcellana. La trama decorativa è intervallata da composizioni con scene di vita quotidiana in Cina. Particolare interessante sono i ventitré cartigli, alcuni dei quali con scritte in lingua cinese, che recitano elogi a Carlo di Borbone e brevi poesie con la data del 1758. Il soffitto, ricongiunto alle pareti nel 1959, è una realizzazione in stucco, “ad uso di porcellana”, dipinto sulla doratura in oro zecchino. L’opera fu realizzata dal capomodellatore Giuseppe Gricci (attivo a Napoli dal 1743 al 1759), coadiuvato a Portici dall’ornamentista Mattia Gasparini, autore del soffitto in stucco. Il progetto decorativo di massima fu suggerito dal piacentino Giovan Battista Natali, pittore di architetture a Napoli dal 1749. Le decorazioni pittoriche furono eseguite dal capo-pittore sassone Sigmund Fischer con dieci collaboratori, tra i quali Luigi Restile, che lo sostituì nella direzione nel 1758.

Il Salottino in porcellana di Maria Amalia, eseguito nel 1759 per la Reggia di Portici, è l’ultimo tour de force della manifattura della Real Fabbrica di Porcellana di Capodimonte, realizzato subito prima della partenza di Carlo per la Spagna.

Questo “gabinetto cinese”, unico nel suo genere e assai diverso da quelli realizzati in altre corti europee, è stato concepito come una stanza intera in porcellana. Scene ‘cinesi’ e decorazioni con animali esotici, come scimmie e pappagalli, trofei musicali e iscrizioni di elogio a Carlo in lingua cinese sono tutti motivi ispirati all’Impero del Sol Levante e si sviluppavano in una boiserie tutta in porcellana. Nell’ambiente contiguo, in diretto dialogo con il Salottino, sono esposti tre monumentali orologi realizzati negli anni Novanta del Settecento, dalla bottega romana di Luigi Valadier e dalla Real Fabbrica della Porcellana di Napoli. Gli orologi, altissima espressione del gusto neoclassico di stampo romano, in origine dovevano decorare alcuni ambienti del Palazzo Reale di Napoli e delle Regge di Portici e Caserta, insieme ad altri tre esemplari documentati dalle fonti ed oggi dispersi. (fonte: didascalia museo)

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