Il nuovo film di Nolan che racconta la corsa contro il tempo degli Stati Uniti per battere i nazisti nella realizzazione della bomba atomica

Con quasi un mese di ritardo rispetto al resto del mondo è arrivato nelle sale italiane l’attesissimo dodicesimo lungometraggio del regista inglese Christopher Nolan. Il successo internazionale è inequivocabile: il film ha incassato 789 milioni di dollari, a fronte dei 100 milioni di dollari spesi per realizzarlo. Successo, del resto, prevedibile fin dal primo momento in cui è stato annunciato il cast. Nel ruolo di protagonista, dopo aver già collaborato con Nolan in ruoli secondari in Inception, Dunkirk e la trilogia di Batman, troviamo un brillante Cillian Murphy nei panni del dottor Julius Robert Oppenheimer. A lui si affiancano Emily Blunt, Matt Damon, Florence Pugh, Robert Downey Jr. ed altri nomi celebri. Il film, della durata di tre ore, è il più lungo tra tutti i film di Nolan, superando il record di 2 ore e 49 minuti detenuto fino ad oggi da Interstellar. Oppenheimer è stato girato utilizzando 2 tipi di pellicole IMAX da 65 mm e 70 mm e includendo, per la prima volta, intervalli di fotografia in bianco e nero in IMAX. Ciò, combinato al minimo utilizzo di CGI (computer-generated imagery, o in altre parole gli effetti speciali aggiunti a computer), consente allo spettatore di trovarsi letteralmente inglobato nel film ed avere una vera e propria esperienza di full immersion o, per dirla alla maniera pirandelliana, un’esperienza di teatro nel teatro. Insomma, la ricetta per il successo è stata realizzata fin dal primo momento anche attraverso una brillante campagna di marketing.

Il film, basato sull’omonimo libro di cui Garzanti per l’occasione ha proposto una nuova edizione, racconta la storia dello scienziato americano considerato padre della bomba atomica. La storia, in perfetto stile di Nolan, è raccontata attraverso sequenze spezzate ambientate in vari momenti della vita di Oppenheimer che poi vanno a ricomporsi come un puzzle per ricreare un filone narrativo continuo nel tempo. Vediamo infatti i primi momenti dell’attività di ricerca dello scienziato in cui è ancora uno studente, fino al momento che lo consacrerà per sempre nella storia: la direzione del cosiddetto “Progetto Manhattan” in cui è stata poi sviluppata la bomba atomica. Successivamente lo scienziato verrà processato con l’accusa di essere una spia sovietica e qui Nolan non manca di mettere in risalto l’uso strumentale che si è fatto della scienza e di coloro che hanno partecipato al progetto, in particolar modo del suo direttore. Dopo le due tristi date del 6 e del 9 agosto, passate alla storia per il bombardamento atomico sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, a tutto il mondo, ed allo stesso Oppenheimer, fu chiaro ciò che era stato creato. Una delle scene forse più potenti di tutto il film è quella del colloquio tra il presidente Truman e il fisico. Oppenheimer, dopo aver assistito alla devastazione causata dalla sua creazione, confida al presidente degli Stati Uniti di sentire di avere le mani sporche di sangue. Truman, ascoltandolo, gli passa simbolicamente un fazzoletto bianco asserendo che la bomba, sebbene creata dallo scienziato, fosse stata sganciata da lui, liberandolo così (almeno in apparenza) dalle responsabilità morali derivate dalla creazione dell’atomica. Da qui ha inizio un enorme dibattito che ha caratterizzato il dopoguerra ed è tuttora aperto: è giusto che il progresso scientifico sia a disposizione della politica anche quando questa commette scelte scellerate? Fino a che punto è possibile giustificare l’aver infierito su un paese nemico a scapito della popolazione civile per il raggiungimento di un obiettivo? Sono domande che si pone lo spettatore e che si pone Oppenheimer, a cui dare una risposta univoca non è assolutamente facile.

Il film si basa su una serie di crescendo, rumori forti alternati a momenti di stasi a cui poi seguono metaforiche e letterali esplosioni. La sensazione ingenerata nello spettatore è sicuramente quella dell’angoscia che lo accompagna per tutta la durata del film e lo porta a scoprire la psiche e le sensazioni dei personaggi che hanno fatto la storia.

Il lungometraggio di Nolan racconta un momento storico che è sicuramente uno spartiacque, che genera momenti di riflessione nello spettatore e lascia indubbiamente sensazioni contrastanti alla fine. C’è già nell’aria una possibile candidatura all’Oscar per Cillian Murphy che trova finalmente il suo spazio in un lungometraggio del regista.

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