Trama

Iris De Santis, 79 anni, decide di speculare sulla sua data di morte: vende la nuda proprietà del suo appartamento acquistato, molti anni prima, in viale Parioli, a Roma, grazie ai proventi ricavati dalla vendita del suo primo e ultimo libro.

Da giovane, Iris ha messo al mondo una figlia, Alice, pur non volendola. L’ha lasciata assieme a suo marito, Antonio, un impiegato con buone speranze di carriera e un impegno nel partito comunista, per un altro uomo, Michele, un commerciante di pietre preziose, che non l’ha mai amata, tanto da scegliere poi di sposare un’altra. Pochi anni prima della fine del suo matrimonio, si è ritirata su un’isola che per pochi soldi le avrebbe offerto silenzio, profumi e nessuna riunione di partito o tensione. Qui ha aperto una libreria, che sarà la sua fonte di reddito assieme ai proventi del suo unico libro. La darà in eredità ad Alice quando questa sarà ormai adulta e, a sua volta, ragazza-madre di una bambina, Melina, che è la sua unica nipote.

Oramai varcata la soglia della terza età, Iris riconosce alcuni dei suoi errori scrivendo un diario dietro consiglio di uno psicoterapeuta, Carlo, che è di tre anni più giovane ed è sposato con una donna che confessa di non amare, Annalisa, sua ex studentessa alla facoltà di Medicina. Scrivendo il diario e confrontandosi con Carlo, che ha uno studio nel palazzo in cui lei abita, Iris capisce che per anni ha superato l’abbandono, che da giovane ha subìto da parte dell’amato Michele e ha inflitto alla figlia e al marito, vivendo con malinconica leggerezza, cioè muovendo il tempo per guadagnarsi da vivere. In questo modo ha superato anche la tentazione di compiere un gesto estremo, già tentato una volta e sventato da uno sconosciuto.

Quando Carlo, malato da sei anni di tumore a un polmone, in uno dei loro incontri le rivela che gli rimane poco da vivere e che deve lasciare lo studio di psicoterapia che ha in affitto nel suo stesso palazzo, Iris lo ospita. In quel viaggio terreno che è la vita, inizia così il loro cammino a due nel tratto finale che è ancora tutto da vivere.   

Perché leggerlo

La vita nasce sempre da una scelta d’amore. E non ha limiti, neppure quelli di natura temporale. D’altronde, amore deriverebbe dal latino “a-mors”, senza morte. Questo romanzo del 2013 ce lo insegna.

In modo sorprendentemente autoironico e quindi leggero ma mai banale, la storia di Iris e Carlo ci narra di una forza vitale che si irradia in chi ne fa esperienza. E’ una storia moderna in cui si intrecciano le vicende di tre generazioni di donne: la Ravera con Iris ci conduce nella mente della donna attenta al cervello, con Alice ci avvicina alla psiche della donna attenta all’anima, con Melina ci presenta le esigenze della donna attenta al corpo. La prima delle tre a scoprire cos’è l’amore pieno è Iris, che lo riconoscerà in età avanzata e dopo storie di insuccesso in campo sentimentale e lavorativo. Grazie al diario riesce a fare luce su ciò che le permette di sentirsi viva e, così facendo, di abbandonare lo stato di “malinconica leggerezza” in cui si era relegata per sopravvivere alla mancanza di momenti degni di nota. Anche Carlo imparerà a conoscere meglio se stesso, dopo una vita trascorsa ad ascoltare i desideri e le paure altrui.

È un libro bello quanto inusuale. Lo si legge col sorriso sulle labbra e con la leggerezza di un cuore che è capace di augurarsi che, a qualunque età o condizione fisica, ci sia un futuro per chi si apre all’amore e alla vita.

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