Napoli – Villa Ebe – Foto: Giorgio Manusakis

La bellezza di Napoli si rivela e si cela in un gioco di desiderio e sottrazione come l’Angelica inseguita da Orlando. Si manifesta nel suo massimo splendore nei luoghi turistici per eccellenza, ma non si sottrae negli anfratti meno battuti dagli itinerari delle guide, soprattutto resiste all’oltraggio del tempo e dell’oblio.

Uno di questi luoghi per decenni dimenticato è Villa Ebe, nota anche come il Castello di Pizzofalcone.

Quel che resta dell’originaria costruzione, dopo i danni dei bombardamenti e di un incendio, è una splendida torre in pietra vesuviana. La Villa, costruita sul costone di tufo del monte Echia, è l’ultima meraviglia che si offre allo sguardo di chi si avventuri per le rampe di Pizzofalcone. La storia di questo castello, che originariamente era composto da due scomparti distinti, inizia nel 1922, quando l’architetto inglese Lamont Young edifica la sua dimora, e quella successivamente andata distrutta degli Astarita, in uno degli angoli più panoramici della città. La Villa prende il nome dalla giovane moglie dell’architetto che vi risiederà fino agli anni ’70, nonostante il suicidio di suo marito nel 1929.

Lo stile neogotico della costruzione le conferisce un aspetto esotico, ma la biografia del suo costruttore getta su di essa un’aurea di commistione tra amore e morte, ricorrente nel tessuto antropologico cittadino. Forse per questo Villa Ebe, nonostante l’origine forestiera, è intrisa della bellezza di questa città. Del resto, la pietra vesuviana delle sue facciate e il tufo giallo del monte Echia su cui è arroccata, come acqua battesimale, eliminano il peccato originale della ideazione straniera.

Napoli – Villa Ebe – Foto: Giorgio Manusakis

Acquistata negli anni ’70 dal Comune di Napoli, ha vissuto molteplici lustri di colpevole abbandono. Da diversi anni, l’Associazione Vulcano Metropolitano sta lavorando per recuperare il sito attraverso raccolte di fondi legate a iniziative promozionali. Il giardino è già stato restituito alla città e la Villa dovrebbe diventare un museo interattivo.

Il progetto di raccolta fondi, portato avanti da Pasquale della Monaco, si chiama ‘Innamorarsi di Napoli’, perché di Napoli ci si innamora e a Napoli ci si innamora. Il recupero della Villa farà in qualche modo rinascere l’antico amore tra Ebe e Lamont, tragico come lo sono gli amori più belli, incancellabile come la bellezza di questo luogo.

Napoli – Panorama con Villa Ebe – Foto: Giorgio Manusakis

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