Uno scorcio del Ricetto di Candelo – Foto: Giulietta Vizzotto

a cura di Giulietta Vizzotto

La definizione di Ricetto, che deriva dal latino “receptum”, cioè ricovero o rifugio, identifica una struttura fortificata in uso in epoca medievale. Tipica del Piemonte, ma presente anche in altre regioni italiane e all’estero, è costituita da un insieme di cellule (piccole casette) circondate da mura e torri che dovevano costituire, in caso di pericolo, un riparo per la comunità contadina.
Tra quelli presenti in Piemonte, il meglio conservato e più rappresentativo della struttura medievale originaria è sicuramento il Ricetto di Candelo in provincia di Biella.
La struttura fortificata fu realizzata per volontà e iniziativa della popolazione locale con lo scopo di conservare e difendere i beni più preziosi della comunità; gli edifici non furono mai abitati in pianta stabile ma usati come deposito per i prodotti agricoli in tempo di pace o come rifugio temporaneo per gli abitanti in tempo di guerra o in circostanze di pericolo.
Il nome di Candelo si trova scritto in un documento ufficiale del 988 nel quale Ottone III lo conferma come possesso feudale di Manfredo, figlio di Aimone.
Il ricetto fu costruito dagli abitanti di Candelo tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo su un terreno di proprietà dei signori locali, i nobili Vialardi di Villanova, ai quali all’inizio pagarono un censo annuale che in seguito riscattarono.

Uno scorcio del Ricetto di Candelo – Foto: Giulietta Vizzotto

Nel 1360 il borgo contava 157 cellule, attualmente sono circa 200. Dal 1374 al 1517 il paese passò sotto il controllo di diverse famiglie tra cui i Savoia, i Fontana e infine i Ferrero-Fieschi, all’epoca conti di Masserano. Ma tra il 1554 e il 1632 il paese di Candelo fu colpito da varie traversie: prima le lotte tra francesi e spagnoli, che causarono molti danni al Ricetto poi riparato dagli abitanti, quindi la peste, che decimò la popolazione. L’elevazione da feudo a contea rappresentò uno dei pochi eventi positivi di quel periodo. Dal 1644 al 1649 un’altra occupazione spagnola provocherà al Ricetto nuovi incendi e distruzioni.
Nel 1785 Carlo Sebastiano Ferrero-Fieschi fu l’ultimo feudatario di Candelo e non ebbe un rapporto idilliaco con i candelesi a causa delle sue numerose pretese tra cui si ricordano: il versamento annuo e perpetuo di un ducato per famiglia, il mulino di Candelo, i diritti sul Ricetto, il pagamento di un censo annuale di due ducati, un decreto secondo il quale il consiglio si riunisse solo in sua presenza, la chiave del Ricetto e infine la riscossione delle multe e dei bandi campestri.

Uno scorcio del Ricetto di Candelo – Foto: Giulietta Vizzotto

Poiché il terreno sui cui si trovava era stato acquistato con il denaro della comunità, che ne aveva sostenuto anche le spese per la costruzione e, pertanto, tutti lo consideravano una proprietà collettiva del paese, gli abitanti ritennero assurde le pretese del feudatario. Portarono quindi la causa davanti ad un arbitrato e il cosiddetto “lodo” si concluse a favore della comunità di Candelo che, però, fu obbligata a versare ogni anno 100 ducati a Sebastiano Ferrero che, dal canto suo, provvide nel tempo ad edificare una casa all’interno del borgo del Ricetto, la cosiddetta Torre del principe; inoltre realizzò anche importanti interventi innovativi per l’ampliamento dei canali d’acqua esistenti e ne creò altri per irrigare i fondi agricoli.
A seguito dell’occupazione napoleonica si modificò anche la struttura politico-amministrativa del borgo e nel 1819 iniziò la costruzione dell’attuale Palazzo Comunale, edificato sulle mura del Ricetto.

Oggi l’agglomerato si presenta a pianta pseudo-ottagonale, occupa una superficie di 13.000 metri quadrati ed è cinto da mura difensive costruite con i ciottoli di torrente posti a ‘spina di pesce’; agli angoli vi sono quattro torri rotonde e, a metà del lato nord, una torre quadra detta Torre di cortina.

Uno scorcio del Ricetto di Candelo – Foto: Giulietta Vizzotto

La perfetta conservazione del borgo si deve all’uso totalmente contadino che se n’è fatto fino a pochi anni fa. Risulta essere tra i meglio conservati in Europa ed è oggetto di studi approfonditi anche da parte di università straniere. In tempi recenti il comune ha provveduto al rifacimento e consolidamento delle torri e delle mura, alla ristrutturazione di varie casette (cellule) costituite da un piano terra e un piano rialzato da cui si accede direttamente dalla rua (strada) attraverso la lobbia (il ballatoio coperto delle case modeste). Esse sono oggi occupate da spazi museali, laboratori di artigiani, botteghe di artisti e enoteche.
Ad ogni stagione il Ricetto si presenta con colori e atmosfere diverse e, grazie al lavoro costante della locale pro loco, il borgo si anima per tutto l’anno di eventi, rassegne culturali e festival tra i quali, in primavera, Candelo in Fiore, evento ormai conosciuto anche all’estero, durante il quale la città si tinge dei più bei colori della primavera e, nel periodo invernale, il Borgo di Babbo Natale, evento che durante le feste permette a grandi e piccini di vivere insieme il periodo più bello dell’anno nel contesto magico e straordinario della cittadella medievale.

Uno scorcio del Ricetto di Candelo – Foto: Giulietta Vizzotto

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