Libri antichi – Foto: Giorgio Manusakis

Le significative testimonianze, risalenti intorno al 2400 a.C., sono state rinvenute in una tomba del sito siriano di Tell Umm el Marra.

Genesi ed evoluzione dei sistemi alfabetici

Se la scrittura, intesa in senso generale, nasce già nel 3000 e oltre a.C. in Mesopotamia presso i Sumeri, soprattutto per ragioni commerciali, mediante l’uso di pittogrammi, per la scrittura alfabetica, che associa simboli grafici a suoni specifici, bisognerà aspettare ancora qualche centinaio di anni, ma la sua scoperta rappresenterà una delle più grandi conquiste dell’umanità. È vero che esistono ancora oggi sistemi di scrittura diversi, comunque in grado di esprimere concetti, come la scrittura ideografica, composta cioè da ideogrammi come quelli usati in Cina e Giappone, ma sono molto più complessi e difficili da imparare. Con la scrittura alfabetica, al contrario, usando un piccolo numero di vocali e consonanti sarà possibile scrivere e leggere un numero infinito di parole e comunicare molto più semplicemente.

La parola “alfabeto”, di derivazione greca, non è altro che l’unione delle prime due lettere dell’alfabeto greco, “alfa” e “beta”, tuttavia la scrittura alfabetica nasce molto prima. Sino alla più recente scoperta del novembre 2024, di cui si dirà, le prime tracce di un sistema di scrittura alfabetico di tipo lineare-pittografico furono scoperte, circa un secolo fa, presso Serabit el-Khadin, una miniera di rame e turchese della penisola del Sinai. L’assenza di un contesto stratigrafico impedisce una datazione assolutamente certa delle iscrizioni, ma la maggior parte degli studiosi ritiene che esse possano risalire al 1900 a.C. circa, anche se non mancano posizioni che ne danno una datazione più recente. Questo alfabeto, detto proto-sinaitico, sembra derivare dai geroglifici egizi, ma semplifica il sistema utilizzando un numero limitato di segni per rappresentare suoni consonantici.

Ba`alat (esemplare dell’unica parola decifrata con certezza nella scrittura proto-sinaitica, b’lt) – Licenza: Public domain by Wikimedia Commons

L’alfabeto proto-sinaitico si diffuse poi tra le popolazioni semitiche della regione, evolvendosi nell’alfabeto fenicio, composto da 22 segni consonantici di semplice apprendimento ed utilizzo, che diede un contributo fondamentale nel favorire gli scambi commerciali e la diffusione della cultura.

I Greci, a loro volta, adattarono l’alfabeto fenicio alle proprie esigenze, introducendo le vocali e creando un sistema di scrittura completo che divenne la base per gli alfabeti latino, cirillico e di molte altre lingue. Ne consegue che gli alfabeti moderni sono il risultato di un lungo processo di evoluzione, che affonda le sue radici nell’antico Egitto e nel Medio Oriente.

Alfabeto fenicio – Licenza: Creative Commons CC0 1.0 Universal Public Domain Dedication

La sensazionale scoperta a Tell Umm-el Marra

Come accennato sopra, però, le ultime scoperte da parte di archeologi della Johns Hopkins University di Baltimora potrebbero rivoluzionare la nostra comprensione della storia della scrittura e con essa della diffusione della conoscenza e dello sviluppo delle prime civiltà. Un team di ricercatori, guidato dal professor Glenn Schwartz (archeologo, esperto del Vicino Oriente) nel 2004 ha, infatti, rinvenuto in Siria meridionale, nel sito di Tell Umm el-Marra (antica città ubicata nella pianura del Jabbul, a est della moderna Aleppo), alcuni frammenti di cilindri risalenti a circa 4400 anni fa, che presentano segni di quella che sembrerebbe essere – il condizionale è d’obbligo – la più antica forma di scrittura alfabetica mai scoperta.

Si tratta di cilindri forati, della lunghezza di un dito circa, che furono rinvenuti nel 2004 all’interno di una tomba ben conservata risalente alla prima età del bronzo, insieme a sei scheletri, gioielli in oro e argento, una punta di lancia e vasi in ceramica. I manufatti di argilla, leggermente cotta, recentemente interpretati dai ricercatori dopo anni di studio, avrebbero impressa quella che sembra essere una scrittura alfabetica e su uno di essi, secondo quanto affermato dal prof. Schwartz nella sua presentazione in occasione dell’incontro annuale dell’American Society of Overseas Research tenutosi a Boston nel novembre dello scorso anno, si leggerebbe la parola “silanu”, che potrebbe essere un nome.

Cilindro di argilla delle dimensioni di un dito trovato in una tomba a Umm el-Marra – Autore foto: Glenn Schwartz – Licenza: CC BY 4.0

La lettera ha rappresentato un enorme passo avanti e ha reso la comunicazione scritta accessibile a persone che non appartenevano all’élite sociale e al potere. Ha cambiato il modo in cui le persone vivevano, il modo in cui pensavano e il modo in cui comunicavano”, afferma Glen Schwartz. “E questa nuova scoperta dimostra che le persone stavano sperimentando nuove tecnologie di comunicazione molto prima e in un luogo diverso da quello che avevamo immaginato prima d’ora”, ha aggiunto. L’archeologo ha ipotizzato che la foratura dei cilindri potesse essere strumentale al passaggio di fili e che essi, quindi, fossero una specie di etichette per contraddistinguere i beni. Silanu, poi, potrebbe essere stato il destinatario o il mittente degli oggetti rinvenuti nella tomba. Un dato certo sull’età dei reperti è arrivato dall’analisi tecnica, condotta in precedenza, basata sul principio del decadimento radioattivo del carbonio-14, presente in ogni organismo vivente, che ha confermato una datazione intorno al 2400 a.C.

Un antico alfabeto, usato anche al di fuori degli ambienti di potere

Ma sul contenuto delle iscrizioni, interpretate come alfabetiche, c’è grande dibattito tra gli studiosi della materia, i quali auspicano l’acquisizione di maggiori prove per escludere che si tratti di un altro tipo di sistema di scrittura. In una intervista alla prestigiosa rivista Scientific American, Silvia Ferrara, professoressa di lingue antiche all’Università di Bologna, sostenendo la possibilità di scritture alfabetiche più antiche avanzata da Schwartz, ha dichiarato: “Anche se si pensava che i creatori del primo alfabeto vivessero all’interno della società egiziana, Egizi e Siriani avevano ampie reti commerciali, e molte popolazioni del Medio Oriente erano probabilmente già familiari con il sistema di scrittura egiziano.” Sempre secondo Ferrara, questa forma di scrittura avrebbe rivoluzionato la comunicazione e il pensiero delle civiltà di quell’epoca, poiché resa accessibile non solo ai gruppi di potere. Si tratta di un rinvenimento di grande rilievo perché retrodaterebbe di circa cinquecento anni le prime testimonianze di scrittura alfabetica conosciute fino ad ora. La scoperta di questi cilindri potrebbe dimostrare che le prime civiltà erano molto più sofisticate di quanto si pensasse in precedenza e che la comunicazione scritta si è sviluppata molto prima di quanto si credesse. Ove lo studio venisse confermato, le teorie precedenti sull’origine proto-sinaitica della scrittura alfabetica nella penisola del Sinai (l’odierno Egitto) verrebbero superate e, di conseguenza, si dovrà ripensare alle prime civiltà, alle loro modalità di comunicazione e di scambio culturale, aprendo nuovi scenari di ricerca e di studio.

Specifiche foto dal web

Titolo: Ba`alat (Esemplare dell’unica parola decifrata con certezza nella scrittura proto-sinaitica, b’lt)
Autore: unknown Uploaded by Kwamikagami at en.wikipedia, Public domain, via Wikimedia Commons
Licenza: Public domain by Wikimedia Commons
Link: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ba%60alat.jpg
Foto modificata

Titolo: Phoenician Alphabet ua
Autore: O.Mustafin, CC0, via Wikimedia Commons
Licenza: Creative Commons CC0 1.0 Universal Public Domain Dedication.
Link: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Phoenician_Alphabet_ua.jpg
Foto modificata

Titolo: cilindro di argilla delle dimensioni di un dito trovato in una tomba a Umm el-Marra
Autore: Glenn Schwartz
Licenza: CC BY 4.0
Link: https://www.scientificamerican.com/article/worlds-oldest-alphabet-discovered/
Foto modificata

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