Un momento della conferenza stampa – Foto (modificata) da comunicato stampa

Le importanti testimonianze sono state descritte in una conferenza stampa svoltasi martedì 4 febbraio nella Stazione di Napoli Afragola.

La Campania è una regione notoriamente fertile che, per le sue favorevoli condizioni geoclimatiche, è stata da sempre luogo privilegiato di occupazioni antropiche che nel corso del tempo si sono sovrapposte. Pertanto, ogni volta che, per qualunque motivo, si scava sul territorio, ci si imbatte in testimonianze di una storia millenaria che va componendosi sempre più precisamente grazie al lavoro degli archeologi.

Le ultime attestazioni in tal senso ci provengono dai significativi reperti archeologici – una villa romana esposta nella sua interezza, riemersa nel comune di Solopaca; un santuario a Ponte e numerose sepolture di cultura campana con ricchi corredi funerari, oltre a monete, oggetti in terracotta e statuine in bronzo – emersi durante i lavori per la realizzazione della nuova linea AV/AC Napoli-Bari lungo le tratte Napoli-Cancello, Cancello-Frasso e Telese-Vitulano. L’occasione per illustrarli è stata la conferenza stampa svoltasi il 4 febbraio scorso presso la Sala Claudia Sottile della Stazione di Napoli Afragola. Organizzata da RFI, essa ha visto la presenza di Mariano Di Maio, responsabile Ambiente e Territorio RFI; Mariano Nuzzo, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli e dirigente delegato per la Soprintendenza Abap per le province di Caserta e Benevento per il capo del dipartimento avocante dott. Luigi La Rocca; il responsabile dell’Area Funzionale Patrimonio Archeologico della Soprintendenza Abap per l’area metropolitana di Napoli Luca Di Franco; il responsabile dell’Area Funzionale Patrimonio Archeologico della Soprintendenza Abap per le province di Caserta e Benevento Andrea Martelli; la funzionaria archeologa Antonella Tomeo, che per oltre un decennio ha seguito gli scavi per conto della Sabap di Caserta e Benevento; Massimo Comedini, responsabile Ambiente, Architettura e Territorio Italferr.

Punta di freccia in selce dell’età del Rame (III millennio a.C.) – Foto (modificata) da comunicato stampa

L’insediamento protostorico in località Gaudello

Di particolare interesse è lo scavo, in località Gaudello, nel territorio del comune di Acerra, che ha portato alla luce capanne e arredi perfettamente conservati, come alcune olle di diversa foggia, nonché tracce di sepolture, che testimoniano, secondo gli archeologi, l’esistenza di insediamenti umani in situ collocabili già tra la fine dell’età del Rame (o anche eneolitico) e le prime fasi del Bronzo Antico.

Una punta di freccia in selce testimonierebbe proprio il periodo di transizione fra le due età metallifere nel quale, soprattutto nell’età più tarda, a cavallo del III millennio a.C., oggetti in pietra, in rame e bronzo sono coesistiti. Accanto alla presenza dei primi oggetti in metallo è, infatti, continuata la lavorazione della pietra per la produzione di armi e di oggetti d’uso quotidiano.

Un tratto della Via Appia ed alcune evidenze di carattere funerario, sacro e residenziale

Poi, ancora, nel suburbio dell’antica città di Calatia (l’odierna Maddaloni), sono venute allo scoperto una porzione integra di basolato dell’antica Via Appia che si dirige verso Statio ad Novas (S. Maria a Vico), e nei suoi pressi tombe a fossa semplice o alla cappuccina (dette così perché, se guardate in sezione frontale, hanno la forma di un triangolo come il cappuccio dei frati) ed una sepoltura di origine etrusco-romana tipica delle classi meno agiate, munita anche di corredo funerario, come vasi e statuette di età ellenistica databili tra il IV e il III secolo a.C., che documentano pratiche funerarie come la cremazione e l’inumazione.

Bottiglia in ceramica a figure rosse da corredo funerario di età ellenistica (IV-III sec. a.C.) – Foto (modificata) da comunicato stampa

Nel tratto di realizzazione dei lavori nei pressi di Solopaca, è stata, invece, portata alla luce, durante le indagini archeologiche preventive, una villa romana ricadente nel suburbio dell’antica città di Telesia, circondata da terreni coltivati a vigneto e oliveto.

Statuetta femminile fittile da corredo funerario di età ellenistica (IV-III sec. a.C.) – Foto (modificata) da comunicato stampa

Infine i resti di un luogo a carattere sacro, di epoca ellenistico-romana, dedicato a diverse divinità, è venuto alla luce a Ponte, nel Beneventano, e con esso diversi e diversificati oggetti di natura votiva, fra i quali varie statuette databili al III secolo a.C.

Statuina fittile in altorilievo di guerriero (IV-III sec. a.C.) – Foto (modificata) da comunicato stampa

Nella conferenza stampa il soprintendente Nuzzo ha sottolineato l’importanza delle indagini archeologiche collegate ai lavori infrastrutturali in corso, proprio perché grazie ad esse è, e sarà, possibile acquisire ulteriori tasselli concreti per aiutarci a comprendere compiutamente il nostro passato: “Un momento significativo quello di oggi in cui valorizziamo e divulghiamo le nuove conoscenze, emerse dalle indagini archeologiche nelle province di Napoli, di Caserta e di Benevento lungo la nuova linea AV/AC Napoli-Bari; luoghi che rappresentano un patrimonio unico, testimoni della storia, dell’arte e della cultura di un territorio da preservare e tramandare. La realizzazione delle infrastrutture ci ha consentito di far emergere tasselli concreti della nostra identità storica, ereditata dal passato per essere proiettata verso il futuro. Gli eccezionali rinvenimenti hanno colmato in alcuni casi un grande vuoto cronologico e culturale, noto in Campania per le varie fasi di occupazione territoriale e hanno aperto continui spunti di riflessione e ricerca”.

Testa femminile fittile (III sec. a.C.) – Foto (modificata) da comunicato stampa

I lavori del Gruppo FS, tra progresso infrastrutturale e archeologia preventiva

Fortunatamente i tempi sono cambiati rispetto al passato, quando, per mandare avanti senza intoppi lavori di costruzione di autostrade, ferrovie, grandi agglomerati abitativi e altro, spesso, pur vedendole e trovandole, si passava sopra necropoli e altre strutture antiche. Tutto ciò senza scrupoli in nome del guadagno e, probabilmente, di una predominante necessità di efficientare velocemente le nostre infrastrutture, in modo da rendere l’Italia un paese moderno, al passo con i tempi.

Il rinvenimento dei preziosi reperti archeologici di questi giorni, come segnalato dal Gruppo FS, è il frutto, invece, come in altri casi simili, di un approccio collaborativo con le istituzioni da parte delle aziende chiamate a svolgere i lavori; una sinergia che dimostra il costante impegno nella promozione di un’archeologia preventiva che garantisca la realizzazione di nuove e moderne linee ferroviarie senza compromettere la ricchezza storica dei territori coinvolti. Quindi, l’idea è di mettere in atto azioni di tutela attraverso percorsi di approfondimento dei contesti archeologici, la realizzazione di studi territoriali, indagini e scavi in estensione, fino ad arrivare alla valorizzazione grazie a ricostruzioni virtuali, pubblicazioni, convegni e musealizzazioni. Per far ciò, Italferr (società del gruppo FS), prima società di ingegneria italiana a farlo, si è dotata di un proprio staff di archeologi, il cui compito è proprio quello di trovare soluzioni per le eventuali interferenze fra le nuove opere ferroviarie e il patrimonio archeologico.

Un momento della conferenza stampa – Foto (modificata) da comunicato stampa

L’ulteriore impegno del Gruppo FS è la sua partecipazione in Archeolog, un Ente del Terzo settore, nato nel 2015 proprio allo scopo di reperire fondi per conservare, restaurare e valorizzare il patrimonio archeologico che si palesa nel corso dei lavori di realizzazione e di potenziamento dei nuovi assi viari e ferroviari italiani, utili alla promozione della storia, della cultura italiana e del turismo. Indubbiamente sviluppo, efficienza e modernizzazione sono passaggi irrinunciabili dell’evoluzione umana. Tuttavia è essenziale che tali processi siano accompagnati, con altrettanta attenzione, dal rispetto della storia e delle tradizioni dei popoli che ci hanno preceduto, in tutte le loro sfaccettature, per non perdere la memoria del passato, che ci definisce come individui e come società. Ciò può essere garantito solo dalla piena tutela del patrimonio archeologico, soprattutto quello ancora da scoprire, poiché non tutto ci è stato svelato.

Un pensiero su “Modernizzazione ed archeologia a braccetto: i reperti dalla nuova linea AV/AC Napoli – Bari”
  1. Trovo che è stata un’ottima idea quella di inserire una squadra di archeologi all’interno del gruppo italferr, così da modernizzare la rete ferroviaria, senza però dimenticare il passato millenario che ha visto protagonista il nostro territorio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *