Foto: Giorgio Manusakis

Trama

Un cittadino statunitense, Edward Joseph Snowden, nato nel 1983 in una famiglia di dipendenti statali e cresciuto navigando su internet grazie ai primi personal computer, sviluppa una grande abilità informatica che lo fa diventare prima un sistemista e poi una spia della Central Intelligence Agency, meglio conosciuta come CIA, e della National Security Agency, altrimenti detta NSA.

Snowden ci spiega come, nell’arco di trent’anni, sia diventato un attivista votato alla difesa del prossimo, partendo dall’essere un cittadino americano al servizio del proprio governo perché mosso da spirito di patriottismo in seguito all’attacco terroristico dell’11 settembre 2001. La sua trasformazione va di pari passo con quella di un web funzionale al capitalismo di sorveglianza che, secondo Snowden, è il risultato di scelte consapevoli e di sforzi sistemici di una élite privilegiata. Per dimostrarlo passa documenti segreti ai giornalisti di una testata liberale del Regno Unito, il Guardian, che nel 2013 li pubblica facendo esplodere uno scandalo mondiale, il Datagate. L’intento è quello di dimostrare la violazione sistematica da parte del governo statunitense di alcuni diritti fondamentali come quello alla privacy e alla libertà di informazione. Snowden rilascia pure una serie di interviste in cui fa un ritratto inquietante degli Stati Uniti: fotografa il volto di uno Stato governato da una polizia militarizzata che esige obbedienza e impone totale sottomissione. Con la raccolta e l’analisi dei dati, CIA e NSA avrebbero intenzionalmente contribuito a creare la disinformazione e ad alimentare la propaganda grazie a un programma di intelligence con cui le due agenzie, usando la rete, avrebbero spiato chiunque e ovunque nel mondo.

Ovviamente, il governo federale degli Stati Uniti reagisce accusando a sua volta Snowden di spionaggio oltre che di furto di proprietà intellettuale. Ha così inizio la fuga dagli agenti federali del nerd divenuto spia per amore della libertà e del prossimo: Ecuador, Cina e Mongolia sono solo alcune delle tappe raggiunte in qualità di ricercato internazionale, prima di giungere in Russia forte dello status di rifugiato politico. Si conclude con l’esilio da uomo sposato questa strana storia dal finale apparentemente lieto e, proprio per questo, per nulla scontato.

Perché leggerlo

È un’autobiografia ricca di contenuto, spesso tecnico, reso comprensibile e interessante anche per i non addetti ai lavori, perché è divulgato con parole semplici e con discorsi lineari. Leggerlo è utile anche perché contiene la spiegazione di un evento molto importante, il Datagate, fornita dal suo autore. La descrizione del mondo agli albori dell’era digitale conduce alla scoperta per alcuni, al ricordo per altri, di una realtà informatica nata nel segno della libertà e dell’autodeterminazione, ma sviluppatasi secondo le logiche della sorveglianza di massa, che poco ha in comune con la democrazia. In che mondo e in che modo viviamo, allora? La mente razionale di Snowden ce lo spiega rielaborando la sua storia senza cadere nel vittimismo o nell’eroismo. La narrazione è frutto dell’esperienza di un uomo comune che si ritrova a vivere eventi straordinari, mantenendo una costante lucidità grazie alla quale riconosce il nemico anche quando ha le sembianze dell’amico. Deve essere per questo che non viene stritolato da un sistema, di cui denuncia gli errori con fierezza e convinzione. A volte la realtà supera la fantasia e questo sembra essere proprio uno di quei casi.

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