Il monumento funebre di don Pedro de Toledo – Foto: Matilde Di Muro

Presentato il restauro della bellissima opera marmorea, ultimato grazie ad una collaborazione tra pubblico e privato. Ai microfoni di Naòs alcune delle personalità presenti all’evento.

Lo scorso 27 febbraio 2024, nella prestigiosa Reale Pontificia Basilica di San Giacomo degli Spagnoli a Napoli, sono stati presentati alla città i lavori di restauro che hanno interessato il monumento funebre di don Pedro de Toledo.

La chiesa, dedicata a san Giacomo il Maggiore e voluta dal viceré spagnolo Pedro de Toledo, fu realizzata nel 1540 dall’arch. Ferdinando Manlio. Costruita per poter essere associata ad un ospedale già esistente destinato alla cura dei poveri, faceva parte di quel piano urbanistico che, con l’apertura di via Toledo, avrebbe portato alla realizzazione dei cosiddetti “Quartieri” destinati ad ospitare le truppe spagnole.

Nel corso del tempo la chiesa è stata modificata e interessata da notevoli restauri fino al 1741 quando, con la demolizione dell’ospedale, è stata inglobata nel palazzo dei ministeri del governo borbonico, oggi palazzo San Giacomo, sede del comune. Riconosciuta come chiesa nazionale di Spagna, attualmente è di proprietà della Reale Arciconfraternita del Monte del Santissimo Sacramento dei Nobili Spagnoli.

Basilica di San Giacomo degli Spagnoli, l’organo sopra l’altare – Foto: Matilde Di Muro

Questo luogo straordinario della storia di Napoli è stato riaperto un anno fa dopo un’attenta opera di restauro che ha riguardato gran parte delle cappelle e il tetto a capriate lignee. La Basilica, infatti, era rimasta chiusa per ben sette anni perché danneggiata da importanti infiltrazioni d’acqua.

Si tratta di un vero e proprio scrigno di pregevoli capolavori a partire dall’organo settecentesco, opera di Domenico Antonio Vaccaro, per giungere alle tante opere pittoriche e scultoree che vi sono conservate.

Numerosi i dipinti che documentano la pittura napoletana dalla seconda metà del Cinquecento al Settecento: vi sono opere realizzate da artisti del calibro di Marco Pino, Michele Curia, Giovanni Angelo Criscuolo. Per il Seicento testimoniano Andrea Vaccaro, Luca Giordano, Massimo Stanzione, mentre per il Settecento Antonio Vaccaro e Pietro Bardellino.

A un anno dalla sua riapertura, sono stati ultimati i lavori di restauro su un magnifico esempio di arte rinascimentale napoletana qual è il monumento funebre di don Pedro Álvarez de Toledo e di Donna Maria Osorio y Pimentel, marchesa di Villafranca. La stupefacente opera marmorea è collocata alle spalle dell’altare maggiore e fu eseguita da Giovanni Merliano da Nola con l’aiuto di Annibale Caccavello e Giovan Domenico D’Auria tra il 1550 e il 1570.

Il sepolcro fu commissionato dallo stesso viceré, don Pedro, quando era ancora in vita, per ospitare le sue spoglie, che di fatto non accolse mai perché morì a Firenze prima che lo stesso venisse ultimato. Ospitò in seguito i resti del figlio Garcia.

Il monumento, di forma quadrata, si erge su un alto basamento decorato ai cui angoli si trovano quattro capitelli corinzi su cui poggiano le statue allegoriche delle quattro Virtù Cardinali, doti morali attribuite al viceré spagnolo: la Temperanza, la Prudenza, la Fortezza e la Giustizia. Il sarcofago, posto al centro del basamento, è sormontato dalle statue oranti e inginocchiate di Don Pedro e della sua prima consorte; tra i due personaggi è posto un elmo.

Il sarcofago è scolpito su ogni lato con immagini che raccontano le gesta del viceré. Frontalmente sono scolpiti gli stemmi familiari delle due personalità con, al centro, un’iscrizione commemorativa e, a seguire, le raffigurazioni della vittoria ottenuta nel 1538 a Otranto contro i Turchi; della vittoria conseguita nelle acque di Baia nel 1544 contro il corsaro Khayr al-Dīn Barbarossa e, infine, della visita napoletana di Carlo V nel 1535 con Don Pedro che, sceso da cavallo, aspetta a Porta Capuana l’arrivo dell’imperatore mentre intorno a lui un corteo è in festa.

Il monumento funebre di don Pedro de Toledo – Foto: Matilde Di Muro

Questo monumento, insieme ai tre sepolcri posti dietro lo stesso in ricordo di Alfonso Basurto, don Pedro Mayorga e del colonnello Hans Walther von Hürnheim, rappresenta l’ultimo tassello di un grande lavoro di recupero della basilica avviato, nel 2019, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.

L’evento in cui è stato svelato alla città il suddetto monumento si è svolto alla presenza del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, insieme a Giuseppe de Vargas Machuca, primo governatore della Reale Arciconfraternita del Monte del Santissimo Sacramento dei Nobili Spagnoli, e ad Alberto Sifola, presidente dell’Associazione Friends of Naples che si è occupata dei restauri resi possibili grazie all’impegno dei mecenati Nunzio e Anna Colella della Capri Group, anch’essi presenti all’evento.

Un momento dell’evento – Foto: Matilde Di Muro

Alla presentazione sono, inoltre, intervenuti i rappresentanti della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, che hanno seguito il restauro: Riccardo Naldi, professore di Storia dell’Arte presso l’università L’Orientale di Napoli, Marta Vadillo, console generale di Spagna, e Carlos Tercero, consigliere affari culturali dell’Ambasciata di Spagna in Italia. A margine dell’evento abbiamo raccolto, ai nostri microfoni, le testimonianze del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, del governatore delegato della Reale Arciconfraternita del Monte del Santissimo Sacramento dei Nobili Spagnoli, Giuseppe de Vargas Machuca, del presidente dell’Associazione Friends of Naples, arch. Alberto Sifola, e dei fondatori della Capri Group, Anna e Nunzio Colella. Per vedere le videointerviste cliccate sul nome o a questo link.

Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, con i mecenati Nunzio e Anna Colella – Foto: Matilde Di Muro

3 pensiero su “Il monumento funebre di don Pedro Álvarez de Toledo torna a risplendere”

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