Epitaffio della regina Raginthruda (Prima metà del sec.VIII) – Marmo – Musei Civici, Pavia – Provenienza: chiesa distrutta di Santa Maria in Pertica, Pavia – Foto: Giorgio Manusakis
La cornice a tralcio vitineo presenta tracce di colorazione bruna; una colorazione nera riempie in vece le lettere dell’iscrizione. Questa, in esametri, è disposta su righe piuttosto regolari separate da linee incise orizzontali, anch’esse dipinte in rosso. Spesso elementi fogliacei di varia forma sono incisi a segnalare la fine dei versi. Non si hanno notizie di una regina Raginthruda. L’epigrafe riferisce che morì in età giovanile, poco dopo la sua ascesa al trono; mostrò devozione verso la Chiesa e i sacerdoti, abbandonando spesso gli abiti regali e facendosi serva dei bisognosi, a cui somministrava le vivande. È stato proposto che sia stata una delle mogli di Liutprando o la moglie del nipote di questi, Ildeprando.
“… sepolta (nella sede dei suoi avi) Ragintruda, da ricordare sempre con reverenti parole, che la morte improvvisamente sottrasse alla vita di tutti mentre era nel fiore degli anni ed occupava il trono regale. E benché chiudesse il suo domínio nel giro di pochi giorni, ella era un grande ornamento per l’inizio del regno concessole, venerando i templi di Dio; e i sacerdoti, i ministri della chiesa, li onorava, devota, con santa reverenza tutte le volte che depose le vesti purpuree e i diademi facendosi serva di Cristo nella persona del povero. Così, con le sue stesse mani, offre digiuna il pasto ai poveri, così che un vile abito sostituiva l’eleganza regale. Vestiva gli ignudi […] ristorava gli afflitti…” (trad. di F. E. Consolino) – (Fonte: didascalia museo)