Due dei collari in esposizione – Foto: Lucia Montanaro

Aperta a Napoli la mostra “Tre collari. I gioielli della devozione”. Nell’articolo le nostre videointerviste agli organizzatori e curatori dell’evento.

Il tesoro di San Gennaro si arricchisce con una nuova mostra curata da Laura Giusti, intitolata “Tre collari. I gioielli della devozione”.

Nel corso del tempo ricchi e poveri, borghesi e reali, hanno manifestato con pietre preziose, ori, argenti, orologi e molto altro, la devozione verso il santo patrono di Napoli, dando vita alla più importante raccolta di donazioni al mondo.

Nella Sala della Mitra del Museo del Tesoro di San Gennaro dal 14 marzo è possibile ammirare i due collari per il busto del santo: il Collare ‘solenne’ e il Collare Spera. Il primo è composto da migliaia di pietre preziose come smeraldi, rubini, zaffiri e diamanti, donati da re e regine e trasformate in ciò che vediamo oggi attraverso un percorso ancora non del tutto svelato. È certo che la Deputazione del Tesoro di San Gennaro nel 1679 commissionò all’orafo Michele Dato quella che è oggi la fascia superiore del gioiello; successivamente, nel XIX secolo, fu trasformato nel pettorale che oggi ammiriamo.

Il Collare Spera, donato da Giovan Francesco Spera e da sua moglie Anna Lucrezia nel 1706, è il cosiddetto collare feriale, un elegante disegno frutto dell’assemblaggio di perle e di gioielli più modesti, che rappresenta comunque un unicum nella storia dell’oreficeria napoletana.

Il terzo collare in esposizione è quello non facente parte del Tesoro di San Gennaro. Si tratta, infatti, del Collare di San Vincenzo Ferrer della Basilica di Santa Maria della Sanità, simbolo del fervore religioso verso il santo che, secondo la tradizione, fermò l’epidemia di colera del 1836-37. Esso è costituito da monili più modesti, frutto di donazioni del popolo che si priva di ciò che ha, ma che ne fanno comunque un gioiello di grande eleganza e ricchezza. I due collari per il busto di San Gennaro e quello per la scultura di San Vincenzo Ferrer, risultato del lavoro degli artigiani e degli orafi, rappresentano la testimonianza tangibile della storia e della devozione verso i due santi, sia nella loro opulenza che nella semplicità dei monili.

Una sala del Museo del Tesoro di San Gennaro – Foto: Lucia Montanaro

Per l’apertura della mostra sono intervenuti: Francesca Ummarino, direttrice del Museo del Tesoro di San Gennaro, che ha introdotto la mostra e ci ha gentilmente rilasciato questa videointervista; mons. Vincenzo De Gregorio, abate prelato della Cappella del Tesoro di San Gennaro; mons. Adolfo Russo, già direttore del Museo Diocesano di Napoli; Ilaria D’Uva, CEO D’Uva srl che nella videointervista rilasciata a Naòs ha evidenziato come “i collari nascono tutti dalla stessa spinta, dalla stessa devozione della città di Napoli o da chi in qualche modo a Napoli è appartenuto, come i regnanti che l’hanno governata – aggiungendo che – la mostra è stata un’occasione per dare vitalità al Museo e ha visto uno sforzo di ricerca durato oltre un anno da parte di Laura Giusti, Paola Giusti (esperta di gioielli), Luciana de Maria e Rosa Granata della Deputazione di San Gennaro, le cui scoperte sono state pubblicate nel libro-catalogo, ‘I Tre Collari’.” Riccardo Imperiali di Francavilla, deputato della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, nella videointervista ha sottolineato che “quello che succede in questa cappella è tutto importante e noi come deputazione facciamo in modo che si scopra tutto quello che c’è dietro la cappella. Lo hanno fatto i nostri antenati assoldando i migliori artisti dell’epoca per la costruzione di questo monumento, lo abbiamo fatto noi, come deputazione, nel passato con la donazione dell’opera in corallo dell’artista Jon Fabre, con la mostra di Samorì e continuiamo oggi, in un’epoca dove lo storytelling è tutto con l’esposizione dei Tre Collari”. Laura Giusti, curatrice del Museo del Tesoro di San Gennaro, nella videointervista ci racconta, invece, di come questa mostra nasca da una sua vecchia idea: “Quella di mettere a confronto due collari di San Gennaro e quello di San Vincenzo Ferrer guardandoli non solo come capolavori dell’oreficeria ma anche come segni tangibili della devozione della città per due santi veneratissimi: San Gennaro e San Vincenzo Ferrer.”

Un momento dell’evento – Foto: Lucia Montanaro

La mostra offre un’occasione unica per napoletani e turisti di ammirare, all’interno di quello che già è il più grande tesoro del mondo (superiore a quello della Corona Inglese e quello che fu degli Zar di Russia), tre collari che, oltre a soddisfare la vista, restituiscono nuovi dettagli e racconti inediti raccolti attraverso lo studio certosino delle creazioni.

Un intreccio fra arte, storia e fede che ha svelato molti segreti attraverso il lavoro di squadra che anima da sempre le attività del Tesoro di San Gennaro.

La mostra, inaugurata il 14 marzo, resterà aperta fino al 14 maggio. Il libro-catalogo Tre collari. I gioielli della devozione è in vendita presso il book shop del Museo del Tesoro di San Gennaro.

Di Lucia Montanaro

Lucia Montanaro, giornalista pubblicista, fotografa per passione. Sceglie di coniugare scrittura e fotografia nell’eterno bisogno di denuncia sociale. Debutta da autrice con l’antologia “Un giorno per la memoria”, il suo racconto è dedicato alla morte violenta per mano della camorra di Valentina Terracciano, uccisa a soli due anni in un agguato sanguinoso. Si occuperà in seguito di inchieste giornalistiche legate al territorio e alla tradizione partenopea realizzando video di grande seguito e articoli per il giornale online Napoliflash24. Si occupa di violenza contro le donne, abusi, bullismo, covid, realizzando reportage, mostre collettive e concorsi. Ha esposto i suoi lavori al Palazzo Arti Napoli, al Museo archeologico di Napoli, al centro fotografico Riccione mare, dove è vincitrice del 1º premio nel tema Mare Nostrum. Fra i suoi video, “Napoli Mia” ai tempi del covid realizza più di centomila visualizzazioni, “Vigliena”, vince il primo premio audiovisivi Fiarf. Partecipa alla realizzazione del calendario “FLEGREA PHOTO” nell’anno 2022 e 2023. Fotografa ufficiale della Libreria IoCiSto, collabora parallelamente con la rivista letteraria “La librellula “ e con la rivista online “Naos -Nel cuore dell’arte e del sapere”.

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