Trama

La personalità nascosta del narratore, un ex impiegato statale, ci rivela l’identità di un uomo riflessivo, segnato dal senso di inadeguatezza e tormentato dai dubbi, persino da quello sulla possibilità che all’uomo piaccia soffrire.

Il protagonista ci spiega come si sia ritirato dalla vita sociale, preferendo alla socialità “il sottosuolo”, a cui è dedicata la prima parte del monologo, mentre nella seconda descrive episodi concreti che avvalorano le conclusioni a cui è giunto. Ricorda il desiderio di scontrarsi con un ufficiale che, a suo dire, non lo avrebbe trattato con rispetto. Parla di una cena con alcuni compagni di scuola che avrebbe voluto frequentare per crearsi una vita sociale, inesistente al contrario di quella interiore che anima tutto questo scritto del 1864. Inutile dire che non riesce a fare né una cosa né l’altra. Gli insuccessi lo rendono ancora più infelice e desideroso di affermare la propria superiorità su qualcun altro. L’uomo del sottosuolo è, quindi, un anti-eroe che non è capace di avere una vita sociale, a volte a causa dell’altrui disprezzo, a volte per colpe proprie.

Tenterà di sfogare la propria delusione per le amicizie mancate e per i sogni infranti, rivalendosi su una giovane prostituta, un essere apparentemente fragile, che potrebbe essere l’unica occasione per tornare a vedere la luce.

Perché leggerlo

Sarebbe inutile negare a noi stessi, prima ancora che agli altri, di essere animati da uno spirito di rivalsa, oltre che dal desiderio di vendetta e da altri impulsi che possono spingere a perseguire il male. Per sé e per gli altri. L’autore di queste “Memorie” ci può aiutare ad avere consapevolezza della propria cattiveria per lavorare su noi stessi e per cercare di diventare delle persone migliori.

Ma chi è l’uomo del sottosuolo? È un individuo cosciente della propria malvagità, per quanto priva di conseguenze vere: quando può, umilia l’altro per affermare se stesso o per goderne. In questo, fa cattivo uso del poco potere che ha. In genere è una persona che riversa tutto il proprio odio verso il prossimo, sia che lo reputi superiore a sé sia che lo consideri più debole. In questo, fa cattivo uso della consapevolezza che ha di sé e degli altri.  

L’uomo del sottosuolo ci parla di noi stessi: nell’era in cui tutti possono postare sui social qualunque cosa passi per la testa, è di grande aiuto prendere coscienza dell’irragionevolezza che talvolta ci guida e che è causa di una sofferenza, che è evitabile e a cui non dobbiamo abituarci. L’odio, di cui siamo talvolta vittime e talvolta carnefici, non deve avere la meglio sul saper vivere bene assieme agli altri. Questo vuol dire che tutti siamo responsabili delle comunità in cui viviamo e che tutti possiamo renderle un posto più vivibile. Ciascuno di noi è invitato a mettersi in cammino e ad agire. La personalità nascosta del protagonista delle “Memorie” ci spinga proprio a evitare l’accidia: ritirarsi dalla vita sociale non aiuta a ricercare la felicità o a raggiungere degli obiettivi che darebbero valore alla quotidianità nostra e a quella delle persone che amiamo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *