Iscrizione parete sud – Foto da comunicato stampa, modificata

Gli scavi in corso a Pompei presso la Regio IX, così come già prospettato nei mesi scorsi dal direttore del sito archeologico, Gabriel Zuchtriegel, stanno continuando a rivelarci meravigliose sorprese

I programmata, ovvero i manifesti elettorali del mondo romano

Il contesto a cui si fa riferimento nello specifico è rappresentato da una casa con annesso panificio, dalla quale sono già venuti alla luce, nei mesi scorsi, interessanti ritrovamenti. Per citare i più importanti, si ricordano i corpi di tre individui, due donne ed un bambino, sepolti dall’eruzione vesuviana del 79, e una natura morta, ad affresco, contenente la riproduzione di una focaccia, molto simile, anche se solo all’apparenza, ad una moderna pizza. All’interno dell’abitazione, situata al civico 1 dell’insula 10, le ricerche in corso, volte al contempo a consolidare i fronti di scavo della Regio IX e a preservare al meglio le strutture dislocate lungo via di Nola, hanno rivelato in uno dei suoi ambienti, il numero 12, testimonianze epigrafiche di grande valore.

In base al contenuto decifrato, si può parlare di programmata, ovvero iscrizioni di carattere politico e, più nello specifico, elettorale. Solitamente tali messaggi, che invitavano ad attribuire il voto a personaggi di spicco della società dell’epoca, venivano dipinti lungo i muri esterni di edifici pubblici, come terme, tabernae e thermopolia, oppure nelle piazze e lungo le principali strade cittadine. Tuttavia, la loro scoperta all’interno di una domus non deve stupire più di tanto. La propaganda politica, infatti, secondo quanto riporta il Commentariolum petitionis, piccolo manuale scritto da Quinto, fratello del noto oratore Marco Tullio Cicerone, avveniva anche in una dimensione di vita privata mediante tradizioni e consuetudini quali le salutationes, ovvero le visite, molto spesso quotidiane, dei sostenitori presso le case dei candidati oppure i banchetti offerti dagli stessi aspiranti alle principali magistrature. Nel caso della domus attualmente indagata nella Regio IX, 10, seppur lacunose, le iscrizioni riportate su tre pareti dell’ambiente 12 recano il nome di un tale Aulo Rustio Vero. In una di esse, in particolare, si evince la candidatura, da parte di questo personaggio già documentato in altre epigrafi pompeiane, alla carica di edile. Tale evento va ricondotto sicuramente in un orizzonte cronologico precedente il 73, anno nel quale ottenne, insieme a Giulio Polibio, il duumvirato. Difatti, prima di raggiungere tale magistratura, che era la più importante ed ambita nelle città romane, bisognava già aver ricoperto incarichi gerarchicamente inferiori, tra cui, appunto, l’edilità. Va evidenziato, inoltre, come le lettere iniziali di Aulo Rustio Vero siano incise e dipinte su una macina rinvenuta poco al di fuori dell’ambiente 12 della casa.

Iscrizione tablino stipite-ovest – Foto da comunicato stampa, modificata

Le ipotesi sull’identità di Aulo Rustio Vero e di Alypus

Secondo gli archeologi attualmente impegnati negli scavi, il personaggio indicato nei programmata potrebbe essere il proprietario dell’abitazione IX, 10, 1 oppure il finanziatore dell’attività produttiva qui impiantata, rappresentata dalla panificazione. Quest’ultima tesi sembrerebbe supportata dall’attestazione sullo stipite del tablino, che era la principale sala di rappresentanza delle case romane, di un altro nome, corrispondente a quello di un tale Alypus. L’appellativo è documentato di frequente non solo tra gli schiavi ma anche e soprattutto durante il I secolo d.C. tra i liberti, ovvero i servi redenti che, per quanto impossibilitati ad accedere alle più eminenti cariche politiche, potevano però avviare prospere attività imprenditoriali. Alla luce di questi primi dati ed in attesa di ulteriori sviluppi delle ricerche, appare verosimile l’ipotesi di un voto di scambio concordato tra i due protagonisti riportati nelle suddette iscrizioni. D’altra parte, situazioni del genere dovevano essere quasi all’ordine del giorno nel mondo romano. Nell’ambito della stessa Regio IX di Pompei, infatti, simili interessi sembrano accomunare Giulio Filippo, anch’egli forse liberto nonché proprietario dell’abitazione collocata presso l’insula 13, 1-3, ed il già menzionato politico e banchiere Giulio Polibio, in favore del quale sono qui documentati due tipici programmata.

Il larario e le sue ultime offerte

Le indagini presso l’ambiente 12 della casa IX, 10, 1 hanno, altresì, restituito un classico esempio di larario, che va ad aggiungersi ad un repertorio già riscontrabile dal II secolo a.C. nei siti dell’area vesuviana. La caratteristica più evidente di questo piccolo monumento risiede nella sua duplice decorazione.

Il registro superiore presenta due serpenti in stucco bianco, che campeggiano su uno sfondo rosso contraddistinto da elementi di natura vegetale. Il tema figurativo, realizzato forse in occasione di un ultimo intervento qui eseguito poco prima della catastrofe del 79, rappresenta quasi un unicum a Pompei in quanto un’altra simile attestazione è venuta alla luce soltanto nel 1955 presso la domus della Regio I, 16, 3.

Nel registro inferiore, invece, è riconoscibile, sulla sinistra, un serpente dalle ampie spire e, al centro, un’edicola in cui una figura, identificabile con il Genius patris familias, sta preparando una libagione con una patera ed una cornucopia. Al di sopra dell’altare a pulvino, rivestito in finto marmo e decorato con lumeggiature di colore bruno, sono stati scoperti consistenti reperti organici carbonizzati. In particolare, sono stati riconosciuti resti di fichi, datteri, pinoli, brattee di pigna e di un uovo. Il quadro dei cibi e delle specie qui identificato appare del tutto coerente con quello generalmente attestato nei larari delle domus di età imperiale. Infine, è importante evidenziare come tali materiali organici siano risultati sparsi tra due strati deposizionali, di cui il più superficiale, contraddistinto dalla presenza di pomici, potrebbe riferirsi ad un ultimo rituale eseguito durante le primissime fasi dell’eruzione vesuviana del 79.

Larario – Foto da comunicato stampa, modificata

3 pensiero su “A Pompei le ultime scoperte dalla Regio IX tra politica e religiosità domestica”

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