Foto (modificata): Menandros Manousakis
Il regista Riccardo Milani torna nelle sale italiane con un film molto personale e incentrato sulla scuola.
Quanti di noi, almeno una volta, hanno sognato di abbandonare la metropoli e iniziare una nuova vita in un piccolo paese? Questa è la scelta di Michele Cortese (Antonio Albanese), maestro elementare a Roma che dopo 40 anni di insegnamento decide di abbandonare la capitale. Viene così trasferito all’Istituto Cesidio Gentile, in un piccolo paese abruzzese dove ad accoglierlo trova Agnese (Virginia Raffaele), la vicepreside della scuola che presto diventa il suo punto di riferimento. Michele si trova davanti ad un’unica classe composta da bambini in un’età compresa tra i 7 e i 10 anni. Dopo una prima fase di inevitabile ambientazione dovuta alla propria inadeguatezza al contesto, Michele entra in sintonia con i bambini e le loro famiglie e instaura con loro un rapporto che va anche al di fuori delle mura scolastiche. La vera difficoltà che però Michele si trova ad affrontare arriva poco tempo dopo: a causa delle pochissime iscrizioni la scuola rischia la chiusura. Inizia così una corsa contro il tempo per tentare di salvare l’unico istituto del piccolo paese.
Un mondo a parte, attraverso il sorriso, ci porta a riflettere su una tematica più ampia: il ruolo centrale che la scuola assume in particolar modo in contesti difficili come quello descritto nel film. In una chiave che ricalca un po’ Io speriamo che me la cavo, Milani riesce a portare sul grande schermo delle tematiche con cui egli stesso ha convissuto durante la sua lunga permanenza nei piccoli centri montani dell’Abruzzo e di cui dimostra un’approfondita conoscenza. Lo spopolamento dei piccoli centri, con la conseguente migrazione della popolazione locale verso le grandi città, è un’altra tematica centrale del film che il regista affronta in senso molto critico mettendo in luce il fatto che, quando i servizi essenziali vengono a mancare, gli abitanti sono costretti ad andarsene. La realtà quindi si intreccia con una satira pungente che ha l’obiettivo di mettere in risalto i valori della resistenza e della solidarietà che consentono, tutti uniti, di affrontare anche i momenti difficili con il sorriso e la speranza. Gli attori del film sono gli uomini e le donne dell’Alto Sangro che, come ha evidenziato lo stesso regista, hanno deciso di raccontarsi, talvolta con ironia, creando un’atmosfera in cui lo spettatore si può immedesimare. Il duo Milani-Albanese si riconferma essere vincente e, grazie all’apporto di Virginia Raffaele, riesce a far riflettere lo spettatore senza stancarlo.