Classici sparsi – Foto: Giorgio Manusakis
a cura di Maddalena Sorbino
È noto il valore dato ai classici latini e greci nelle epoche di rivoluzione ed evoluzione.
Oggi, si dice, non è così. I giovani (e non solo!) non prestano più la giusta rilevanza ed attenzione ad opere così piene di futuro e di vita.
Ma cos’è realmente un classico?
Molti sono stati gli studiosi che hanno tentato di dare una definizione a questo genere di letture.
Una delle più rilevanti è quella di Italo Calvino che, a tal proposito, scrisse: “Un classico è un’opera che provoca incessantemente un pulviscolo di discorsi critici su di sé, ma continuamente se li scrolla di dosso”.
Ecco: il classico è al di là di tutto, è oltre, non è l’antico.
Esso invade la mente, aggredisce le convinzioni e le spazza via, aprendo nuovi confini e poi abolendo anche quelli.
Quando si legge un classico, non ci sono barriere che tengano alla potenza della cultura e del pensiero, e ad ogni rilettura il comprendere si fa sempre più intenso, si sconfiggono i tempi, le norme e le mode, perché sono talmente tante le sfumature del sapere, che esso con forza irrompe per cambiare ogni uomo.
Qualsiasi persona, soprattutto se giovane, che ha degli obiettivi e degli ideali non può che rimanere affascinato da questi eroi e dai loro valori, considerati senza tempo.
Attualmente si tende ad essere sempre privi di domande, di interessi e desideri. Ed è questa la grande piaga che porta ad abbandonare su uno scaffale queste opere, credendole noiose.
Tuttavia, anche in un’era a giusto o a torto ritenuta così spenta, Omero, Esopo, Tacito, Virgilio e Sofocle, hanno tanto da insegnare, perché restituiscono i valori dell’humanitas e la moralità che manca, riconsegnando quell’essenza eterna dell’uomo che forse è stata dimenticata.
Le epoche che mettono in discussione questa grandezza, sono quelle che si sono spente o si stanno spegnendo. Calvino spiega che un classico è per sempre, da esso inizia tutto, anche il modo di capire i sentimenti e gli atteggiamenti umani.
Bisogna, perciò, esorcizzare questa inerzia ed entrare in un universo che può fare solo bene alla confusione, alla fretta e alla routine del nostro secolo.
Ma da dove iniziare?
Non si può non parlare dell’Odissea, il primo grande classico per eccellenza, quello che non si può non conoscere.
Presenta al suo interno tutti i topos letterari tipici anche del romanzo e, fino alla riscoperta del poema di Gilgamesh, è stato il primo racconto con un solo protagonista.
Ulisse, eroe indiscusso della letteratura, è uno dei personaggi più belli di sempre. In moltissimi l’hanno ripreso: da Dante a Joyce.
Si tratta di un uomo che ci dà tanto ma specialmente ci dice che è possibile amare qualcosa di insolito come la sofferenza, perché è grazie ad essa che si cresce imparando. È sempre nell’Odissea che questi dona ai lettori moltissima consapevolezza di sé, oltre ad un insegnamento intramontabile: ci si può perdere prima di ritrovarsi.
Tra i classici si consigliano anche altri intramontabili: Cicerone e Sallustio, ad esempio, offrono un punto di vista differente di uno stesso avvenimento, ossia la congiura di Catilina. Anche i dialoghi di Platone o di Machiavelli sulla politica possono essere un vero e proprio bacino di conoscenze a riguardo, oppure le nobili e dolci scritture di Sant’Agostino.
Di fondamentale importanza per una crescita culturale è, naturalmente, “Romeo e Giulietta”, figure protagoniste tra le più sublimi della letteratura. L’opera magna di Shakespeare ci insegna che si può amare e cambiare il mondo. Una vicenda atavica che ha ispirato il cantore inglese, e tanti altri prima e dopo di lui, e che vede le sue radici nella storia di Piramo e Tisbe narrata nel libro IV delle “Metamorfosi” di Ovidio.
Il principale elemento di innovazione, situato in questa storia, fu il personaggio di Mercuzio: lo “spirito libero” che scandisce la vicenda dei due amanti con lunghi e appassionanti discorsi. Non a caso il suo nome è ispirato probabilmente a Mercurio, il messaggero degli dei dell’Antica Roma.
Per tornare bambini, invece, possiamo affidarci ad Esopo ed ai suoi mille colori.
Insomma: leggere, leggere e leggere ancora! Anche se talvolta a primo impatto possono sembrare arcaici e complicati, non è assolutamente così. I classici, possono restituirci un modo del tutto nuovo di vedere la vita, perché leggerli è davvero un piacere per l’anima, un modo per ritornare alle nostre origini.