Foto: Menandros Manousakis

Trama

Tonio nasce a Lione il 29 giugno del 1900 da una famiglia francese la cui nobiltà risale alle crociate. Rimane orfano di padre all’età di quattro anni, ma vive un’infanzia felice nel castello di Saint-Maurice-de-Rémens insieme a tre sorelle e a un fratello. Gran parte del merito è della madre, con la quale avrà un sincero rapporto di amore e venerazione, testimoniato dallo scambio epistolare durato tutta la vita e iniziato quando Tonio, per motivi di studio, va via assieme a suo fratello François, ammalatosi presto di febbre reumatica e morto a quindici anni.

L’ardimento e la forza di volontà spingono Tonio a salire per la prima volta su un aereo: si rende conto che l’azzurro del cielo che si allontana lo attrae di più della terra ferma che già conosce. Quando scoppia la Prima guerra mondiale gli mancano due anni per l’età dell’arruolamento, allora trascorre questo tempo ammirando gli aerei in volo, anche se sa che trasportano bombe. Il conflitto è già terminato quando arriva pure per lui la chiamata al servizio militare. La accoglie con gioia vedendola come un’occasione di libertà. Prende lezioni da un eroe di guerra per compiere un volo in solitaria poi, il primo gennaio del 1923, decolla senza autorizzazione su un Hanriot hd 14, ma il motore va in panne e il velivolo si schianta. Tonio riporta una frattura del cranio che lo costringe a due settimane di ospedale, seguite da altre due di carcere. Ma neanche tutto questo fa svanire in lui il desiderio di volare. Rinuncia all’aviazione solo per amore della giovane Loulou, ma nel suo nuovo lavoro d’ufficio scrive lettere e inizia a giocare nella speranza vana di diventare ricco al punto da poter comprare un intero aeroporto. Ovviamente la distrazione e il disinteresse gli fanno perdere il lavoro e, di conseguenza, l’amore di Loulou. Resta il desiderio di sposarsi e di avere dei figli, pur avendo compreso che la mamma è l’unico rifugio dell’uomo in difficoltà.

Riprende a volare. Nel 1926 compie il suo primo volo con un passeggero a bordo, al quale fa fare un giro turistico su Parigi. Vola, scrive e sta con gli amici, fino a quando giunge la notizia della morte della sorella maggiore per epilessia. La nostalgia dell’infanzia cresce tanto quanto il dolore per la mancanza di una donna con cui trascorrere la vita e per il silenzio di Dio. Torna a lavorare, questa volta prima come meccanico e poi come pilota. Parte per Buenos Aires e viaggia sulla Patagonia che lo attrae con il suo fascino selvaggio. In Sud America incontra sua moglie, Consuelo Suncìn Sandoval, già sposatasi due volte e vedova. Il matrimonio è celebrato in Francia nella cappella di Agay nell’aprile 1931, anno in cui viene pubblicato il libro di Tonio Viaggio di notte, un libro che è accolto con entusiasmo dalla critica francese, stufa del disfattismo che domina la produzione letteraria da Madame Bovary in poi. La fama da scrittore lo segue ovunque, mentre in Francia molte scuole adottano il romanzo e Guerlaine crea il profumo Vole de nuit.

Quello che Tonio ritiene il secondo atto della sua vita inizia nel 1933. Collauda aerei, vola e sopravvive a un ammaraggio di fortuna. Neppure questo episodio riesce a ravvivare il rapporto con la moglie, il quale è costellato di relazioni extraconiugali. Arrivano gli anni del secondo conflitto mondiale, dal quale riaffiora il senso di paura e morte che pervade il libro Terra degli uomini, amato da Jean-Paul Sartre e Simone De Beauvoir. Si trasferisce negli Stati Uniti nella vana speranza di far pressioni per l’impegno degli americani a favore dei francesi soggiogati dal nazifascismo. Cura le proprie angosce intervallate dal dolore per l’infanzia perduta e la mancanza di figli scrivendo Il piccolo principe, un finto libro per bambini che diventerà un capolavoro, pubblicato nel 1943Parte per Algeri e inizia l’opera di persuasione perché, nonostante gli acciacchi e l’età, gli sia concesso di tornare a volare, cosa che farà l’anno dopo, ormai quarantatreenne e pieno di acciacchi. Il 31 luglio 1944 Tonio scompare mentre solca il cielo, l’unico posto al mondo nel quale non si è imprigionati dalla nostalgia.

Perché leggerlo

Essendo il terzo libro più venduto, Il piccolo principe, ottant’anni dopo la sua prima edizione, è ancora nelle case di tantissimi lettori di tutto il mondo, eppure in pochi possono dire di averlo compreso veramente per il semplice fatto che poco si sa del suo creatore, che poi ne è anche l’alter ego: Antoine de Saint-Exupéry. In Rubare la notte, con prosa elegante e spirito visionario Romana Petri ne ripercorre l’esistenza, che di terreno ha ben poco, proponendo parte delle lettere che testimoniano l’animo poetico di un sognatore alla ricerca della felicità vissuta da bambino.

Per più di mezzo secolo, di questo aviatore che amava scrivere e disegnare in cielo non si è saputo neppure dove fosse finito, mentre sorvolava la Francia, sognandola un giorno libera dal giogo nazista. Una fine toccata anche a Il Piccolo principe e a Fabien, l’aviatore di Volo di notte. Poi, nel 2004, il relitto dell’aereo è stato localizzato e recuperato nel mare che bagna la costa marsigliese, allora si è saputo che probabilmente fu colpito dalla contraerea nazista finendo per inabissarsi. “La morte più bella è quella per acqua, lasciarsi seppellire dal mare. Perché è la cosa più simile al nascere”, aveva scritto Saint-Exupery in una lettera, riportata dalla Petri, che sottolinea le similitudini tra la sua opera letteraria e la vita reale. Scopriamo che non aveva paura della morte da quando aveva salutato per l’ultima volta il fratellino Francois, che lo consola: “Che importa della morte? Siamo una musica che svanisce tra le stelle”. Proprio nella musica, nel luminoso musicale del sorriso vede Dio e in Cristo l’unica strada per la salvezza, nonostante tale via sia introvabile: “Come si può aspettare una risposta divina se l’Assoluto è nel silenzio?”. È sciocco, quindi, sperare nella risposta di Dio, perché le risposte stanno nelle nostre preghiere e, per l’appunto, nel suo silenzio.

Grazie all’accurato studio delle fonti compiuto dalla scrittrice, attraverso i libri e le lettere di Tonio, conservate dalla madre che, dopo la scomparsa del figlio, le ha donate agli Archives de France, diventiamo esploratori di un mondo che va oltre la Francia, Friburgo, Cap Juby, Rio Oro, Buenos Aires, New York, la Patagonia, la California e gli altri luoghi terreni visitati da un aviatore che si considera un po’ viziato e un po’ pigro e che è stato ritenuto dagli altri troppo distratto per andare bene a scuola o per pilotare velivoli. Eppure è riuscito a volare molto in alto, inseguendo l’essenziale che è invisibile agli occhi.

         

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