L’ingresso del MANN – Foto: Giorgio Manusakis

Ecco come una caserma del XVI secolo si è trasformata nel più famoso museo napoletano

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) è considerato uno dei più importanti musei al mondo per la ricchezza di reperti, soprattutto di epoca romana, nonostante, secondo una recente stima, quelli attualmente in deposito (in parte fatti vedere e descritti in una puntata di ‘Passaggio a nord-ovest’ da Alberto Angela, ambasciatore nel mondo del MANN) siano circa il triplo di quelli esposti.
Il museo ha sede in un palazzo storico progettato da Cesare Fontana (figlio del più noto Domenico Fontana) e Bartolomeo Picchiatti. Costruito nel 1585 come sede della Regia Cavalleria, nel corso degli anni fu ristrutturato sotto la direzione di Giovanni Medrano, noto per aver partecipato alla realizzazione della Reggia di Capodimonte, e la sua destinazione fu più volte cambiata: dapprima fu sede dell’Università degli Studi, per poi assumere definitivamente la veste di museo alla fine del Settecento quando, però, ospitava anche le sedi della biblioteca, della Stamperia Reale, del Laboratorio di pietre dure, della Società Reale Borbonica di Scienze ed Arti e dell’Accademia di pittura, scultura ed architettura. A dirigere i lavori di riadattamento dei locali a queste sopravvenute esigenze fu chiamato Ferdinando Fuga, e i saloni destinati alla biblioteca furono affrescati da Pietro Bardellino, mentre alle pareti furono esposte diciotto tele della Collezione Farnese, dipinte da Giovanni Evangelista Draghi, che ritraevano scene di vita di Alessandro Farnese. Successivamente un discepolo di Fuga, Pompeo Schiantarelli, fu incaricato di rifare lo scalone; in seguito, ulteriori lavori di ristrutturazione, che modificarono più volte il progetto originale, furono portati avanti dagli architetti Francesco Maresca, Pietro Bianchi e Antonio Niccolini. Nel 1816, col ritorno dei Borbone a Napoli, il museo assunse la denominazione di ‘Real Museo Borbonico’, ma fu solo nel 1957 (dopo che negli anni addietro le varie ‘istituzioni’ presenti all’interno dell’edificio si trasferirono presso altre sedi), quando anche la pinacoteca fu trasferita presso la Reggia di Capodimonte, che il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, rimasto come unico ‘inquilino’ del palazzo, trovò un assetto logistico definitivo. Tra i direttori che si sono succeduti nei secoli alla sua guida, il MANN può vantare nomi celebri come Alexandre Dumas e Amedeo Maiuri; le sue collezioni erano meta del Grand Tour ed hanno influenzato artisti del calibro di Canova, Renoir e Picasso. Nel 2016 è stata aperta la nuova ‘Sezione Egizia’ e nel 2017 la nuova ‘Sezione Epigrafica’, nel 2023 quella dedicata alla ‘Campania romana’ con reperti provenienti dai principali siti archeologici della regione.
Nei prossimi articoli descriveremo i vari livelli e le sezioni di questo museo, che vanta opere d’arte uniche al mondo come il mosaico di Alessandro Magno e Dario e la Tazza Farnese, probabilmente il più grande e importante cammeo di tutta l’antichità.

MANN, il ‘Salone della Meridiana’ – Foto: Giorgio Manusakis

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