Pompei, Villa dei Misteri – Foto: Giorgio Manusakis

Villa dei Misteri è una residenza suburbana dell’antica Pompei, situata a poca distanza da una delle porte di accesso alla città e lungo un’antica strada extraurbana che conduceva ad Ercolano. A renderla tanto importante e famosa in tutto il mondo sono la bellezza e l’enigmaticità dei suoi affreschi   

La scoperta della pars rustica con gli scavi di Maiuri

Villa dei Misteri costituisce un mirabile esempio di villa romana, in cui si coniugano due aspetti: da un lato, una dimensione di otium, da intendere sia come riposo dalle fatiche quotidiane sia come meditazione interiore; dall’altro, una funzione produttiva. Proprio come accade ancora oggi nelle campagne vesuviane, anche all’interno di Villa dei Misteri si svolgevano particolari attività legate alla produzione del vino.

L’antica residenza si colloca in quello che era sino agli inizi del Novecento un fondo privato della famiglia Item, la quale fu essa stessa ad effettuare i primi scavi. In seguito, con l’acquisizione da parte dello Stato, furono condotte nuove ricerche dall’archeologo nonché direttore del sito di Pompei, Amedeo Maiuri, tra il 1929 ed il 1930.

Sulla base di quanto emerso dalle esplorazioni, si può affermare che la villa fu costruita durante il II secolo a.C., assumendo però il suo assetto definitivo ed attuale tra l’80 ed il 70 a.C.  Oggetto di una ristrutturazione in età augustea, essa fu danneggiata in buona parte dal terremoto abbattutosi su Pompei e la Campania nel 62 d.C. In seguito a quest’evento, la residenza si ampliò con una pars rustica, nella quale gli scavi hanno riportato alla luce le cucine, due forni ed un torchio. Tale strumento, costituito da un tronco con testa d’ariete, era necessario per la spremitura dell’uva e la conseguente formazione del mosto, che veniva messo a fermentare in uno specifico ambiente della villa, chiamato cella vinaria.

Pompei, Villa dei Misteri, affreschi – Foto: Giorgio Manusakis

La pars residenziale ed il triclinio con le pitture misteriche

Le indagini archeologiche hanno consentito, inoltre, di esplorare il settore residenziale dell’antica proprietà. Oltre ad un atrio, abbellito da affreschi raffiguranti paesaggi nilotici, sono emersi un peristilio di 16 colonne, un piccolo impianto termale, una veranda panoramica e soprattutto un triclinio caratterizzato da un ciclo di pitture da cui deriva il nome attribuito alla villa.

Le immagini di questa sala da pranzo, dipinte forse nella prima metà del I secolo a.C., in virtù della dimensione a grandezza naturale (ciascuna delle pareti è alta 3 e lunga 17 metri), sono interpretabili come vere e proprie megalografie. Tra i vari personaggi qui rappresentati entro un contesto architettonico formato da un basamento, da pilastri e da una trabeazione avente un fregio figurato, alcuni sono strettamente legati al mondo del dio Dioniso. A questo proposito si possono riconoscere un Sileno che suona una lira, piccolo strumento a corde; una Menade che allatta un capretto ed un Satiro intento a maneggiare un flauto.

All’inizio del ciclo narrativo, partendo da sinistra rispetto al punto di vista esterno dello spettatore, spicca l’immagine di una matrona intenta a controllare i preparativi di un rituale. Tuttavia, il personaggio che appare più di frequente lungo le pareti dipinte è una fanciulla che, essendo raffigurata con un velo in testa nella prima scena, può essere interpretata come una nubenda, ossia una vergine in procinto di sposarsi. Tale figura assiste, altresì, alla scopertura di un fallo e subisce una flagellazione appoggiandosi alle gambe di una donna seduta.

Nel complesso gli affreschi del triclinio di Villa dei Misteri potrebbero avere un comune significato di fondo. Da un lato, si pensa a riti misterici, cioè iniziatici e necessari per l’introduzione del fedele nella comunità di Dioniso; in tal senso, il richiamo alla religiosità bacchica, oltre che dalla presenza dei suddetti personaggi tipici del suo thiasos, è dimostrato dalla raffigurazione, sulla parete centrale, dello stesso dio del vino, seduto accanto all’amata Arianna. Dall’altro, è lecito ipotizzare una rappresentazione di specifici rituali di preparazione alle nozze. Mistero tra i ‘misteri’ è il nome del proprietario che commissionò le pregevoli opere così come del fondatore e degli altri che si susseguirono sino al seppellimento della struttura causato dall’eruzione vesuviana del 79 d.C. Il Lucio Istacidio Zosimo, attestato in un sigillo qui rinvenuto, dovrebbe essere, infatti, identificato come uno dei suoi custodi.

Gli ultimi restauri nella villa

Venerdì 13 ottobre 2023, nel corso di una conferenza tenuta dal direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, sono stati illustrati gli ultimi restauri riguardanti le coperture di Villa dei Misteri. Accanto a quelle romane sono state aggiunte delle nuove tegole di tipo fotovoltaico, che funzionano anche per la produzione di energia elettrica. Inoltre, con i recenti lavori è stato introdotto un moderno impianto di illuminazione a LED, meno nocivo, rispetto al precedente, sia per i pregevoli affreschi del triclinio che per gli occhi dei numerosi visitatori che giungono da ogni parte del mondo ad ammirarli.  Infine, la direzione del Parco Archeologico di Pompei procederà al più presto all’installazione di sensori predisposti al controllo della temperatura e dell’umidità, parametri fondamentali ai fini di un’ottimale conservazione delle pitture.

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